Parla il pentito Amore |"Ordini da Aldo Ercolano" - Live Sicilia

Parla il pentito Amore |”Ordini da Aldo Ercolano”

Nuove rivelazioni del collaboratore di giustizia Giuseppe Amore che ha inchiodato il "gruppo della stazione" capeggiato dal boss Zucchero.

MAFIA, le rivelazioni
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CATANIA- La collaborazione di Giuseppe Amore, storico affiliato del gruppo della Stazione, ha consentito agli inquirenti di ricostruire la mappa del clan, del quale farebbero parte Benedetto Zucchero, Cristofaro Romano, Francesco Condorelli e Francesco Ferrari. “Il gruppo della stazione fa sempre riferimento alla famiglia degli Ercolano – racconta il pentito – parte tutto dalla famiglia Ercolano. Prima ero con questo ragazzo che avete arrestato, Condorelli, con il quale abbiamo fatto rapine, Benedetto Zuccaro, io, Francesco Condorelli e Cristian Romano, che è genero di Giuseppe e poi anche Francesco Ferrari, questo ha un negozio, cioè un ufficio a Picanello, nella zona vicino al Cannizzaro”.

Amore era uno degli uomini più vicini al boss Zucchero: “Ogni giorno ci vedavamo -racconta ai finanzieri- perché se lei vede sui tabulati, ogni minuto ci chiamavamo, allora io con Benedetto cono in contatto tutto il giorno, io facevo le rapine per conto mio, con mio genero, con un altro ragazzo, toglievo una parte e la portavo a Benedetto, perché lui diceva che serviva per la famiglia mafiosa, intesa Zuccaro”. Al gruppo della stazione andava il 25% degli incassi provenienti dalle rapine: “Prendevo per esempio 600, 150 euro li davo a Bendetto, io lo stabilivo, dipende quello che prendevamo”.

Grazie al controllo del territorio, Zucchero aveva intenzione di “allargare la famiglia -svela il collaboratore- secondo la sua idea. Tutto quello che facevamo, e sia quello che lui stava progettando, eravamo insieme, io e lui e la famiglia, la famiglia mafiosa. Se io andavo per conto mio, anche lui una sera è andato con la banda del buco e hanno fatto saltare una cassaforte, che poi non si è aperta, ma se l’avesse aperta, portava lui la sua quota e se la divideva anche con me”.

Era quindi possibile operare anche autonomamente, pur restando sempre all’interno della famiglia. Per un periodo Amore, si allontana dagli Zucchero e passa con i santapaoliani del Villaggio Sant’Agata, Benedetto Zucchero, riesce a farlo rientrare nel gruppo della Stazione, annunciando l’imminente arrivo di Aldo Ercolano, il boss oggi al 41bis. “Me lo dici cosa è successo?”, chiede Zucchero secondo il racconto del collaboratore, “so tutte cose, vita, morte e miracoli, ora aspetta che sta venendo Aldo, Aldo Ercolano, questa cosa la sistemiamo e da oggi in poi stai con me, non ti muovi più”. Durante quell’incontro, Amore conosce Cristian Romano, genero di Zucchero.

All’improvviso, con uno “scooter amaranto”, arriva Aldo Ercolano “che fra l’altro io non ricordavo più da vecchia data, da quando l’ho incontrato con un suo cugino”. Il gruppo della Stazione manterrebbe un rapporto costante con i vertici dei Santapaola durante la reclusione dello storico boss Giuseppe Zucchero. “Le direttive venivano fornite – svela il collaboratore- ai reggenti Cristoforo Romano e Benedetto Zucchero direttamente da Aldo Ercolano”. Gli incontri avvenivano spesso all’interno di un’officina meccanica. Aldo Ercolano “veniva spesso là, con Bendetto Zucchero e Cristian, si chiudevano dentro l’officina meccanica, lui e Aldo e certe volte anche un ragazzo con lo scooter amaranto”.

 


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