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In manette gli uomini del pizzo

L'elenco dei negozi taglieggiati
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Andrea Quatrosi

Andrea Quatrosi

Era stato destinato esclusivamente alla protezione della latitanza dei Lo Piccolo, per questo il nome di Andrea Quatrosi non era mai spuntato nelle inchieste antimafia che hanno coinvolto il mandamento di Tommaso Natale-San Lorenzo. Lui doveva essere un’ombra, non doveva “sporcarsi le mani” raccogliendo il pizzo perché doveva rimanere un insospettabile. Poi, arrestati i Lo Piccolo, i Genova, ed esaurita la sua funzione specifica, Quatrosi è salito al rango di reggente della famiglia mafiosa di Resuttana, dopo 10 anni di “carriera” in Cosa nostra, combinato formalmente da Giuseppe Liga, “l’architetto”. E sono scattate le manette – dietro richiesta del procuratore aggiunto alla procura della Repubblica di Palermo, Antonio Ingroia, e dei sostituti Francesco Del Bene, Gaetano Paci, Anna Maria Picozzi e Marcello Viola – per lui e per gli esattori del pizzo a sua disposizione: Carlo Giannusa e Mario Napoli.

Del ruolo di Quatrosi aveva cominciato a parlare, nel gennaio 2009, il pentito Maurizio Spataro. Poi dopo l’operazione “Eos 2” dello scorso novembre, comincia a collaborare con la giustizia – a partire dal 29 marzo 2010 – anche Manuel Pasta, esattore della famiglia e addetto al sostentamento dei familiari dei carcerati.

“I Lo Piccolo pur utilizzando Andrea Quatrosi per curare la loro latitanza, non ritenevano opportuno coinvolgerlo in fatti di particolare gravità” raccontava Briguglio aggiungende come era stato lo stesso Quatrosi a presentargli Salvatore e Sandro Lo Piccolo nel 1999. Il pentito aveva aggiunto diversi elementi che, però, ancora non fornivano i necessari indizi per far scattare la custodia cautelare. Così, a fine marzo, parla Manuel Pasta.

“Andrea Quattrosi regge attualmente Resuttana ed uomini d’onore liberi di questo territorio sono Mario Napoli e Carlo Giannusa” comincia a spiegare Pasta indicando come lo stesso abbia diverse armi nella sua disponibilità. E anche il “libro mastro”. “Ho curato anche io personalmente la redazione di tale documento – continua – inserendo le attività commerciali da taglieggiare menzionate con un sinonimo e mai con il nome effettivo, gli importi ottenuti ed i periodi di riscossione. Voglio precisare che avevamo deciso di mutare il periodo in cui riscuotere il denaro non più a Pasqua e Natale ma a maggio e settembre, al fine di evitare una maggiore attenzione delle forze dell’ordine”.

Ecco gli esercizi commerciali taglieggiati, secondo il neo-pentito, sono:
La pescheria di via Belgio, mille euro a Pasqua ed a Natale;
il Bar “Dolcissimo”, 1.500 euro a Pasqua ed a Natale ;
L’Hotel Politeama, seimila euro a Pasqua ed a Natale ;
Il negozio “Navigare” di viale Strasburgo, 1.500 euro a Pasqua e Natale;
I negozi “Schillaci” di Via Libertà, “Timberland” e “Tatiana”, dello stesso proprietario, 3.500 euro a Pasqua ed a Natale tramite Diego o Cesare Ciulla, titolari del negozio “Hessian”;
Il negozio Pollini di via Libertà, 500 euro al mese;
Piero Caccamo di viale Strasburgo, angolo via Aldisio, 1.500 euro a Pasqua e Natale;
Il parcheggio di viale Francia – Via Monte San Calogero pagava 500 euro a Pasqua;
Il Pub Montezemolo di piazza Unità d’Italia, mille euro a Pasqua e a Natale;

Pagavano a diversi esattori ma il denaro sarebbe finito tutto a Quatrosi che lo avrebbe gestito per conto della famiglia. (nella foto Manuel Pasta con Carlo Giannusa)


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