Ci sono carezze affidate ai mezzi di comunicazione di una volta, perché restano. Niente smartphone. Niente whatsapp. Parole sulla carta, scritte con la mano incerta di chi sta per morire, lo sente e poi, tragicamente, vede avverarsi il peggio. Questo è l’ultimo biglietto di un sessantenne non – il nome non lo scriviamo per rispettarne la privacy – morto di Covid a Partinico. Nota a margine: non era vaccinato. Ma siamo in una zona estrema in cui non si può procedere con le scarpe chiodate del giudizio, un luogo in cui le distinzioni non contano più, perché valgono solo quelle ultime carezze.
Un messaggio in bottiglia da un letto d’ospedale in cui si legge: “Gioia della mia vita, ti amo tantissimo. Sei sempre stata la mia forza. Ti voglio bene. Un abbraccio. Abbracci ai nostri figli. Sono la forza della nostra vita, un saluto a tutti”. Il giorno dopo, quell’uomo innamorato ha chiuso gli occhi per sempre.
La fotografia di una carezza è stata pubblicata su Facebook dal dottore Enzo Provenzano, direttore del Covid Hospital di Partinico, un uomo di pari competenza e sensibilità. Con una didascalia: “Messaggio meraviglioso di Amore coniugale, filiale, etico da un morente del nostro Covid Hospital. Fortissima la testimonianza dei veri Valori della vita che hanno accompagnato questo giovane uomo nel trapasso verso il Cielo…”.
“E’ accaduto qualche tempo fa – racconta il dottore Provenzano -. Una simile testimonianza ci dà la forza di andare avanti in un momento ancora difficile, perché è piena di una umanità bellissima che, pur nella tragedia, conforta”. Quest’uomo che è partito ritornerà ogni volta negli occhi di chi legge, o forse non è mai scomparso. Vivrà nel foglio che ha mandato, piegato e custodito nel cuore di qualcuno.