Partinico, 63 coltellate per uccidere l'uomo che gli negò un prestito

Partinico, gli negò il prestito: “Lo ha ucciso con 63 coltellate”

L'inchiesta sull'omicidio di Leonardo Lauriano. Il movente e l'alibi che crolla
GIALLO RISOLTO
di
2 min di lettura

PALERMO – Accecato dalla rabbia perché gli sarebbe stato negato un prestito che gli avrebbe consentito di non perdere la casa venduta all’asta.

La Procura di Palermo e i carabinieri della compagnia di Partinico ritengono di avere individuato l’assassino di Leonardo Lauriano, ucciso nel novembre scorso. Aveva 88 anni.

Contro di lui Nazzareno Monte, che di anni ne ha 75, avrebbe scagliato la sua rabbia con 63 coltellate mentre la vittima era nel garage.

I video

Innanzitutto ci sono i video. Alle 16:23 del giorno del delitto Monte viene immortalato mentre si trova dentro la sua macchina, ferma in via Marconi. Alle 17:11 si vede arrivare Gandolfo al volante della sua Fiat Punto. Alle 17:13 Monte si dirige verso il garage. La sagoma esce dall’inquadratura, ma nessun altro soggetto viene immortalato nella strada. Venti minuti dopo Mazzarino sale in auto e va via.

Il testimone

Un testimone racconta di essersi fermato per scambiare quattro chiacchiere con Monte mentre era piegato su di un lato della macchina. Temeva che stesse male. L’anziano gli rispose che era provato perché aveva appena perso la casa, venduta all’asta. Ricorda che indossava un giubbino militare di colore verde.

I documenti

In casa della vittima i carabinieri trovano dei documenti conservati in camera da letto della moglie. Dentro un cestino per la carta, sotto la scrivania. Si tratta di un foglio di quaderno a righe con dei conti per 53.000 euro; la procedura di espropriazione immobiliare che una banca ha attivato contro Monte; un certificato di detenzione dello stesso Monte, assieme alla copia un ordine di esecuzione per la carcerazione relativa a una vecchia vicenda.

Gli indumenti

In casa di Nazzareno Monte vengono sequestrati un giubbotto “Peuterey”, lavato ed ancora bagnato, e un coltellino a scomparsa. E soprattutto una custodia di colore nero per occhiali marca Police. La stessa marca delle lenti trovate accanto al cadavere in garage.

Il racconto vacilla

I documenti e soprattutto l’astuccio degli occhiali addensano i sospetti su Monte. Messo alle strette ai carabinieri racconta di avere visto un ragazzo che armeggiava con delle chiavi nel garage. “Che stai combinando?”, gli avrebbe detto. Il suo racconto è ricco di dettagli: spiega di essersi avvicinato, di avere visto Lauriano per terra, di essersi avvicinato per toccarlo. Poi è sbucato un altro ragazzo, di cui ricorda l’accento sardo: “Io non ho potuto chiamare nessuno… ero nel panico… me ne sono andato”. Ed è nella fuga che ha perso gli occhiali.

“La vita è finita”

Il telefono dell’anziano finisce sotto controllo. Lo intercettano mentre dice alla compagna: “È finita la vita di tutti e due, la colpa è mia sangue mio”. “Non pensare che esco”, aggiunge. La donna spera anche almeno finisca ai “domiciliari”. Ed invece è finito in carcere.

La sua pericolosità per il gesto violento, il fatto di essersi accanito contro la vittima sferrando decine e decine di coltellate e i futili motivi hanno spinto il giudice a dare il via libera all’arresto.


Partecipa al dibattito: commenta questo articolo

Segui LiveSicilia sui social


Ricevi le nostre ultime notizie da Google News: clicca su SEGUICI, poi nella nuova schermata clicca sul pulsante con la stella!
SEGUICI