Lo studio legale perquisito | Avvocati sul piede di guerra - Live Sicilia

Lo studio legale perquisito | Avvocati sul piede di guerra

Nella foto un'immagine della perquisizione

La perquisizione dei poliziotti in cerca di armi nello studio di un avvocato penalista di Palermo provoca la reazione dell'Ordine e della Camera penale: "Sono state violate le norme". Dichiarato lo stato di agitazione.

PALERMO – E adesso gli avvocati sono sul piede di guerra. La vicenda della perquisizione nello studio di un giovane penalista provoca la netta reazione del consiglio dell’Ordine e della Camera penale di Palermo. Viene chiesto alla Procura di accertare se sia stato violato l’articolo 103 del codice di procedura penale e il direttivo della Camera dichiara lo Stato di agitazione.

La vicenda è iniziata giovedì scorso, quando i poliziotti sono andati nella casa-studio del legale per preleverae alcune armi da collezione detenute regolarmente. Sembrerebbe che una di queste sia stata utilizzata per minacciare un cliente. Il video delle telecamere di sicurezza mostra che nel corso della perquisizione sono stati controllati anche armadi e cassetti.

Secondo l’avvocato Stefano Giordano, che assiste il trentottenne penalista, la perquisizione sarebbe stata viziata da “palesi” irregolarità: non è stato esibito un decreto di perquisizione, non era presente il pubblico ministero e non è stato avvertito il consiglio dell’Ordine. Un obbligo previsto dall’articolo 103 del codice di procedura penale a garanzia non dell’avvocato, ma della riservatezza e della segretezza dei fascicoli dei cienti custoditi nello studio perquisito.

“La Camera penale – si legge in un documento approvato dal direttivo – deve stigmatizzare la perquisizione operata perché è stata posta, secondo quanto indicato dai colleghi interessati, in violazione delle guarentigie previste dall’art. 103 e dall’art. 24 della Costituzione. Con la perquisizione è stata mortificata la inviolabilità del diritto di difesa costituzionalmente rilevante ed è stata violata la sacralità della funzione difensiva. Il direttivo – prosegue il documento – esprime dunque piena solidarietà al collega e dichiara lo stato di agitazione dei penalisti palermitani, al fine di evitare che analoghi comportamenti possano ripetersi in futuro”.

 

 


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