CATANIA – Negli occhi del rettore Giacomo Pignataro si legge tutta la forza e l’intenzione di rilanciare l’Ateneo di Catania, definito da lui stesso, “un ambito molto ampio di saperi e di competenze scientifiche, che dà opportunità formative ampie e variegate”. Una cosa possibile solo con una proficua collaborazione con tutti i direttori di Dipartimento. “Solo attraverso una conoscenza rigorosa della realtà – afferma Pignataro – si possono fare scelte mirate per il futuro dell’Ateneo”. Decisioni però da prendere immediatamente, come nel caso, dei dipendenti universitari del Policlinico che da tempo sono in rivolta e chiedono risposte urgenti. Il rettore sembra seguire la strada che aveva delineato sin dal suo insediamento: ”dialogo con gli studenti e accreditamento dei corsi di studi.”
Un primo bilancio di questi primi cento giorni da rettore.
Sin dal mio giorno di insediamento ho adottato un metodo di lavoro teso al dialogo con le diverse componenti dell’Ateneo. Sin da subito ho voluto coinvolgere i direttori di Dipartimento, consultarli nelle scelte più importanti, invitarli in Senato Accademico, considerato che non vi possono sedere tutti i direttori di Dipartimento. Scelte che rientrano nell’ottica del metodo di dialogo. Inoltre, stiamo curando il rapporto con il personale tecnico e amministrativo, con il corpo docenti, attraverso incontri e riunioni che ci permetteranno di capire quali saranno le soluzioni migliori da adottare, e che si formalizzeranno nell’apertura dei tavoli di contrattazione integrativa.
Quali sono state le difficoltà maggiori che ha riscontrato?
Ho registrato alcune criticità in seno all’Ateneo, in particolare, alcuni aspetti legati allo Statuto che devono essere rivisti. Per quanto concerne la parte amministrativa, ci sono problemi di efficienze in alcune procedure, ed è necessario rivedere la questione sulla centralizzazione, una strategia realizzata circa un anno fa e che aveva determinato alcune inefficienze.
La situazione nei Dipartimenti, quali opportunità e quali criticità?
Dal punto di vista della ricerca, si registra una base significativa, che ci consente di organizzare gruppi di lavoro interdisciplinari. Una chiave importante che ci permette di essere competitivi con altri centri di ricerca nazionali e internazionali nell’ambito delle progettualità e dei finanziamenti legati al mondo della ricerca. All’interno dei Dipartimenti, posso evidenziare la presenza di diversi studiosi che godono di un’ottima reputazione nazionale e internazionale. Per quanto concerne le criticità, bisogna rivedere alcuni aspetti sul piano organizzativo. Ad esempio, nella didattica, siamo intervenuti tramite un lavoro di accompagnamento delle procedure per l’accreditamento del corso di studi, ottenendo un risultato importante poiché tutti i corsi di studio sono stati accreditati dall’Agenzia Nazionale e quindi dal Ministero. Stiamo lavorando attualmente sulla riorganizzazione del regolamento e sulla programmazione didattica, inoltre, vogliamo intervenire su alcuni aspetti critici legati ai tempi del conseguimento della laurea. Insieme ai Dipartimenti stiamo lavorando per dare la possibilità agli studenti di accedere ad alcuni corsi con lo scopo di facilitare il percorso accademico e di controllare la qualità della didattica.
In questi mesi sono stati organizzati incontri pubblici o dibattiti con gli studenti e le rappresentanze studentesche?
Abbiamo già organizzato incontri con gli studenti, provvedendo anche all’istituzione della delega rapporto con gli studenti. Stiamo cercando di fare un protocollo d’intesa con la Guardia di Finanza, per avere la certezza che lo studente dichiari il vero dal punto di vista reddituale. Incentivare i controlli sulle dichiarazioni di reddito ci permette di evitare situazioni che danneggino l’Ateneo stesso, dando così un colpo significativo all’evasione. Sul capitolo tasse, devo ammettere che è esistito un rischio, considerato che abbiamo assistito ultimamente ad una riduzione dei fondi statali per le Università. Tuttavia, in Consiglio abbiamo deciso di fare rimanere inalterate le tasse. Sembra scongiurarsi, pertanto, il rischio dell’aumento delle tasse.
In un periodo di tagli dei fondi, come intende reperire le risorse finanziare necessarie per garantire standard elevati all’Università di Catania?
Dobbiamo essere realisti in merito, perché bisogna garantire gli standard che sono compatibili con le risorse. Noi abbiamo diversi corsi a numero programmato. Molti corsi non riescono a soddisfare la domanda, migliaia di domande rispetto a centinaia di posti. Allora il nostro ruolo è evitare le inefficienze e tentare di migliorare la qualità. Non si va a nozze con i ficchi secchi.
Quale futuro per le sedi di Ragusa e Siracusa?
Ricordo che abbiamo alcuni accordi transattivi stipulati quando alla carica di rettore c’era il mio predecessore. Noi intendiamo rispettare gli accordi e continuare sulla strada intrapresa dall’Ateneo di Catania. Ho già incontrato il presidente del Consorzio di Siracusa, a breve incontrerò anche i responsabili della sede di Ragusa. Lavoriamo nell’ottica di mantenere gli impegni assunti, senza dimenticare la necessità di monitorare la controparte che ha già preso gli impegni con noi.
Quale sarà il tema dell’incontro con il neosindaco Enzo Bianco?
C’è l’intenzione di discutere delle questioni che riguardano il rapporto dell’Università con la città e gli studenti, insieme a lui e all’amministrazione partiamo da un’azione strategica. Oltre al Comune, dialogheremo con altre istituzioni perché vorremmo stabilire alcune linee di concertazione e di accordo. Mi riferisco anche al CNR, come le attività di ricerca e le possibili sinergie in vista dell’Agenda 2014/2020, ovvero la nuova tornata dei fondi europei. Un’azione sinergica insieme anche ad altre realtà sociali della città, perché bisogna agire di concerto per dare un contributo importante alla comunità. Inoltre, con il delegato della programmazione strategica stiamo elaborando un’analisi approfondita del contesto in cui viviamo, che ci consente di osservare meglio l’offerta formativa e l’andamento del mercato del lavoro.
Caso lettori madrelingua. Come intende affrontare il problema?
In parte il problema è già stato affrontato. Mi sono preoccupato di incontrare il Direttore Generale del Ministero per verificare le questioni relative, che qui a Catania abbiamo dato, all’applicazione di una norma di legge. E’ stato riconosciuto come la norma di legge, forse tradendo le intenzioni stesse del legislatore, ha effetti devastanti per i rapporti di lavoro dei lettori e per i livelli retributivi degli stessi. In merito, abbiamo ricevuto dal Ministero alcune rassicurazioni, per la revisione di quella norma. Nel frattempo il Consiglio di Amministrazione, su mia proposta, ha deliberato di sospendere per sei mesi il recupero delle somme arretrate che avrebbero inciso negativamente sulla retribuzione. Non a caso abbiamo prospettato una soluzione a legge mutata, la quale è valutata dai rettori, per tentare di compensare gli effetti negativi sulla retribuzione dell’applicazione di quella norma. Il caso è stato sollevato anche al Crui (Conferenza dei rettori delle università italiane).
Al Policlinico i dipendenti universitari sono in rivolta. L’amministrazione dell’Ateneo come intende affrontare il problema?
Quella dei dipendenti del Policlinico è una delle questioni più spinose. Una situazione di stallo, considerato che il Policlicnico ha vissuto una vicenda di commissariamento. Il commissario, tra l’altro, è stato revocato per vicende che lo hanno interessato direttamente. Tuttavia, c’è un problema legato alle aziende ospedaliere, in quanto manca un orizzonte temporale di lunga durata che comporti scelte importanti da attuare per il futuro di un’Azienda. La fusione di due realtà, quali Policlinico e Vittorio Emanuele, ha provocato degli effetti non del tutto controllabili, che hanno determinato alcuni problemi. In questo senso c’è la necessità di intervenire subito, ho già sollecitato l’Assessore più volte. Auspico una via d’uscita dignitosa per i lavoratori e per l’Università. Però si deve tenere conto come quest’ultima debba essere sollevata da alcuni oneri assistenziali. Nel frattempo, è necessario mantenere alto il ruolo della rappresentanza sindacale affinché tuteli i diritti dei lavoratori.
Inserimento dei laureati: ha in mente un progetto?
Abbiamo molti progetti in merito all’inserimento dei laureati nel mondo del lavoro. Mi soffermo sull’apprendistato di alta formazione, cioè la possibilità non solo durante il corso di studi, ma anche dopo la fine del percorso accademico da parte dello studente, mentre svolge la sua attività formativa, di sottoscrivere un contratto a tempo indeterminato con l’impresa. Un modello che permette alle imprese stesse di godere di agevolazioni fiscali.
Priorità per il nuovo anno accademico?
Lo dicevo prima, lavoriamo nell’ottica della qualità della didattica e del miglioramento dell’offerta formativa. Puntiamo, inoltre, alla questione dei dottorati di ricerca e alla qualità della ricerca scientifica.