Pio La Torre, i giorni della memoria: il murale e le parole del figlio VD

Pio La Torre, i giorni della memoria: il murale e le parole del figlio VD

Il ricordo dell'onorevole ucciso dalla mafia con Rosario Di Salvo
L'ANNIVERSARIO
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PALERMO- Pio La Torre torna in vita, con parole e immagini, nel racconto della sua morte violenta che condivise con l’inseparabile compagno di ideali, Rosario di Salvo. Il binomio non è stato sempre rispettato con una eguale porzione di memoria.

Talvolta, il coraggio di Rosario, che proteggeva Pio, è stato dimenticato. Ma oggi, quarantadue anni dopo l’eccidio di mafia di cui furono vittime, nelle sottolineature di chi commemora, La Torre e Di Salvo fanno parte dello stesso dolore e dell’identica speranza.

L’anniversario dell’eccidio e i ricordi di chi c’era

Lo scenario, il giorno prima di quel 30 aprile di cui ricorre l’anniversario, è l’assemblea nazionale contro mafia e corruzione della Cgil, nell’aula magna dell’istituto tecnico industriale Vittorio Emanuele III a Palermo. La storia del politico e sindacalista comunista e del suo prezioso collaboratore viene presentata con le emozioni del documentario girato da Walter Veltroni, intervenuto con un video-collegamento: “Ora tocca a noi”.

Appare ancora intatto, quasi salvato da una teca di lutto cristallino, lo sgomento di chi visse in diretta i giorni della mattanza di Cosa nostra. C’è il poliziotto Francesco Accordino che ricostruisce la raffigurazione dei corpi crivellati e del piede che penzolava fuori, dal finestrino della macchina. C’è il regista Giuseppe Tornatore che rammenta la toponomastica palermitana all’insegna del sangue: “Qui è dove hanno ammazzato…”.

“Combattere il mercato del voto”

E c’è la politica, non potrebbe non esserci, con tanto di piattaforma sindacale. “Come diceva Pio La Torre, il contrasto alla mafia è il presupposto della giustizia sociale – interviene il segretario generale della Cgil Sicilia, Alfio Mannino -. Eppure oggi spesso è la politica che si rivolge alla mafia. La Sicilia è stata terra di contrasto alla mafia. Ma oggi s’indeboliscono gli strumenti che arginano la mafia, cambiando la legge sugli appalti”.

“Lo abbiamo detto, esiste e da tempo un mercato del voto. Soldi e voti sporchi, un traffico che mina l’esistenza stessa della nostra democrazia – dice Mario Ridulfo, segretario generale della Cgil Palermo -. In molte parti delle nostre città il voto non è libero è sotto ricatto, è comprato e venduto”.

Landini: “Il governo indebolisce la lotta”

Le conclusioni, anticipate in una chiacchierata con i giornalisti, spettano a Maurizio Landini, segretario generale della Cgil. “Pio La Torre lottava contro le mafie e le sue ramificazione – dice – è chiaro che la criminalità si infiltra sempre di più nell’economia reale e nella politica. Lo dimostrano le inchieste delle ultime settimane sul voto di scambio. Il governo ha messo in campo provvedimenti che indeboliscono la lotta alla mafia”.

Non manca la frecciata al Ponte sullo Stretto: “Non è la priorità, non è una cosa che la gente avverte come importante. Prima vengono le infrastrutture che mancano”.

In platea, don Luigi Ciotti e Rosy Bindi, tra gli altri. Gli interventi si susseguono, mentre si attende che scocchino le quattro del pomeriggio, per l’inaugurazione del murale celebrativo, realizzato sul muro della scuola da Igor Scalisi Palminteri.

Le parole del figlio

Parla Franco La Torre, figlio di Pio: “Difficile nascondere l’emozione – dice -. Pio La Torre aveva capito che con l’impegno e lo studio stava costruendo il suo futuro. Si è diplomato proprio al Vittorio Emanuele III, nell’agosto del 1945, poi ha preso la maturità al liceo scientifico Cannizzaro. Si è iscritto alla facoltà di Ingegneria e non era ancora diciottenne. Eppure, aveva già cambiato il suo destino di bracciante. Poi cominciò a occuparsi dei contadini poveri”.

“Nella politica – aggiunge – riemerge l’idea di attaccare la legge La Torre. Dobbiamo respingere questo tentativo”.

Tocca a Gloria, studentessa dell’istituto, ricordare il rapporto ideale con quel compagno di banco di un tempo lontano. Mentre il procuratore di Palermo, Maurizio de Lucia, propone, non da solo, di intitolargli la scuola. Ed è sempre il procuratore a rilanciare la questione delle intercettazioni: “uno strumento irrinunciabile nel contrasto alle mafie e alla corruzione”.

“I costi ci sono – prosegue il procuratore – ma le intercettazioni restano essenziali. Il mio ufficio, la Procura di Palermo, ha potuto, grazie alle intercettazioni, mettere le mani su tanto denaro contante e su proprietà immobiliari che consentono allo Stato un risparmio di 80 mila euro”.

L’inaugurazione del murale

L’assemblea lascia il posto all’inaugurazione prevista. Pio La Torre torna in vita nel murale di Igor Scalisi Palminteri scoperto alle quattro del pomeriggio, con il suo profilo di un tempo: quello di un ragazzo tenace. Tornano, in effigie, il coraggio e la speranza, con un’immagine che, campeggiando sulla parete della scuola, comunica il vigore di una battaglia vinta a carissimo prezzo, in anni di sangue. Ma gli eroi rimangono, in eterno, giovani e belli.


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