Ondata di estorsioni in corso | A Palermo in cento pagano il pizzo - Live Sicilia

Ondata di estorsioni in corso | A Palermo in cento pagano il pizzo

Gli investigatori, come ricostruisce il mensile S in edicola, lanciano un grido di allarme. In molte zone della città il pizzo si continua a pagare. La Procura è al lavoro per fermare gli uomini del racket.

INCHIESTA DEL MENSILE S
di
1 min di lettura

PALERMO – C’è un grido di allarme. Lo hanno lanciato le forze dell’ordine. A Palermo ci sono un centinaio di estorsioni in corso. La mafia, seppure colpita dalle incessanti operazioni, continua a chiedere il pizzo. Dalle periferie al centro, nessuna zona viene risparmiata dalla morsa del racket.

Il dato delle cento estorsioni fa paura perché la realtà è numericamente più pesante. Oltre alle decine di episodi in qualche modo conosciuti c’è un mondo sommerso che sfugge alle statistiche. L’appuntamento con la raccolta di Natale sarebbe stato rispettato. Sotto l’albero l’anno scorso gli uomini del racket hanno trovato mille, duemila, tremila euro e più per ciascun negozio, a seconda della zona. E adesso si avvicinano le festività pasquali.

La magistratura è al lavoro in quella che assume le caratteristiche di una corsa contro il tempo. Via Umberto Giordano, via Messina Marine, viale Lazio, corso Vittorio Emanuele, via dei Cantieri. Ed ancora, le traverse via Libertà. Non va meglio all’Arenella e a San Lorenzo. Attak, bottiglie di benzina, fiamme e vetrine sfondate a colpi di mazzuolo: il ventaglio delle intimidazioni è tanto tradizionale quanto ampio.

È lungo l’elenco dei commercianti presi di mira. Negli ultimi mesi alcuni sono stati convocati dagli investigatori. Pochi, pochissimi hanno ammesso, la stragrande maggioranza ha negato. Persino l’evidenza. I più, come ricostruiamo nel numero di S in edicola assieme ai retroscena investigativi, non sembrano intimoriti dal rischio di beccarsi un’incriminazione per favoreggiamento aggravato. La paura della reazione degli uomini di Cosa nostra è più forte. O forse è più forte quella “connivenza sociale, culturale ed economica” denunciata, anche di recente, da Addiopizzo e Libero Futuro.

Esiste una sola risposta: dare seguito alle informative. Tocca alla Procura distrettuale antimafia arrestare l’ondata di visite indesiderate. Perché di ondata si tratta. E tutta la città ne viene investita.

 


Partecipa al dibattito: commenta questo articolo

Segui LiveSicilia sui social


Ricevi le nostre ultime notizie da Google News: clicca su SEGUICI, poi nella nuova schermata clicca sul pulsante con la stella!
SEGUICI