Precari occupano il Cnr a Roma, ci sono anche dei siciliani - Live Sicilia

Precari occupano il Cnr a Roma, ci sono anche dei siciliani

Il Centro nazionale per le ricerche ha deciso di non stabilizzarli.
LA PROTESTA
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ROMA – Attendevano una buona notizia ed invece è arrivata una mazzata. Dei 400 ricercatori precari che lavorano al Cnr in tutta Italia solo 51 verranno assunti. E così hanno occupato la sede del Centro nazionale per le ricerche a Roma. Tra i manifestanti anche una ventina di siciliani. La protesta è stata organizzata da Cgil, Csil, Uil e dal movimento Precari Uniti Cnr. La protesta riguarda soprattutto la gestione dei fondi a disposizione dell’ente. Il presidio è stato annunciato con una lettera in cui si spiega che il Cnr avrebbe a disposizione i soldi, circa 30 milioni, per stabilizzare i lavoratori precari, ma avrebbe scelto di usarne appena tre. Si tratta di precari che fanno ricerca da anni.

La protesta

“Cosa spinge un folto e nutrito gruppo di lavoratori dell’ente di ricerca più grande del paese ad occupare la sede centrale del Cnr? – si legge nella lettera -. Più di 300 ricercatori e tecnologi idonei in graduatorie di stabilizzazione rischiano di perdere entro fine anno il loro contratto di lavoro. Le graduatorie delle procedure concorsuali, espletate tre anni fa, scadono infatti a metà dicembre. Le esperienze pluriennali e le competenze non sembrano più utili.
In tempi di pandemia questo licenziamento di massa dovrebbe già far trasalire i più. Il colpo di grazia invece verrebbe dato pensando all’imminente Piano Nazionale di Rilancio e Resilienza tanto decantato come una opportunità epocale per il paese – scrivono ancora -. Eppure, dopo aver avuto rassicurazioni sulla volontà del completamento delle stabilizzazioni, a poche settimane dalla fine dei nostri contratti, in questi giorni i vertici dell’ente hanno mostrato un cambio di passo. Hanno infatti comunicato la non volontà a scorrere le graduatorie vigenti. Questo improvviso cambio di rotta è stata la goccia che ha fatto traboccare un vaso già colmo”.

La decisione di occupare

I lavoratori contestano la superficialità con cui è stata affrontata la vicenda. Da qui la scelta forte dell’occupazione: l’atteggiamento dei vertici del Cnr “non ha reso possibile conservare l’approccio serio, pacato, propositivo, che generalmente caratterizza un lavoratore della ricerca. Abituati alla serietà con cui svolgiamo il nostro lavoro, le sfide scientifiche e i progetti che normalmente gestiamo, non credevamo si potesse arrivare ad osservare e ad ascoltare un tale livello di disprezzo verso il lavoro e la vita delle persone che popolano queste graduatorie. Graduatorie che dimostrano, qualora fosse necessario, l’idoneità a svolgere con competenza questo mestiere”.


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