Lo studio legale perquisito| La polemica diventa nazionale - Live Sicilia

Lo studio legale perquisito| La polemica diventa nazionale

Un'immagine della perquisizione

L'Unione nazionale delle Camere penali reagisce alla perquisizione subita da un legale di Palermo: "Democrazia in discussione"

 

PALERMO – La protesta per la perquisizione nello studio di un avvocato palermitano si sposta a livello nazionale. La giunta dell’Unione delle Camere penali italiane ha stilato un documento in cui viene precisato che “gli studi legali e i fascicoli in essi contenuti non possono essere oggetto di perquisizione senza le garanzie previste dalla legge, e segnatamente senza la partecipazione e la previa informazione del pubblico ministero e del presidente del consiglio dell’ordine degli avvocati. Desta preoccupazione la disinvoltura con la quale in maniera sempre più frequente gli studi legali vengono violati, quasi si trattasse di luoghi pubblici”.

Dieci giorni fa i poliziotti sono andati nella casa-studio di un giovane penalista per preleverae alcune armi da collezione detenute regolarmente. Sembrerebbe che una di queste sia stata utilizzata per minacciare un cliente. Il video delle telecamere di sicurezza mostra che nel corso della perquisizione sono stati controllati anche armadi e cassetti. Secondo l’avvocato Stefano Giordano, che assiste il trentottenne penalista, la perquisizione sarebbe stata viziata da “palesi” irregolarità: non è stato esibito un decreto di perquisizione, non era presente il pubblico ministero e non è stato avvertito il consiglio dell’Ordine. Un obbligo previsto dall’articolo 103 del codice di procedura penale a garanzia non dell’avvocato, ma della riservatezza e della segretezza dei fascicoli dei cienti custoditi nello studio perquisito.

Il direttivo dell’Unione, convocato a Roma dal presidente Valerio Spigarelli e dal segretario Vinicio Nardo, ha espresso “forte preoccupazione per la ripetizione di accadimenti che mettono in discussione il tasso di democraticità del nostro Stato e piena solidarietà all’avvocatura penalista palermitana”. La delibera è stata inviata al ministro della Giustizia, al procuratore generale presso la Corte Suprema di Cassazione, e al presidente della Corte di Appello al procuratore generale, al presidente del Tribunale, al procuratore della Repubblica e al presidente del consiglio dell’ordine degli avvocati Palermo.

 


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