Dal 14 novembre scorso il “Servizio di Psicologia delle Cure primarie”, dopo un lungo iter amministrativo, diventa operativo in Sicilia grazie all’approvazione del decreto del presidente della Regione Renato Schifani.
Una tappa molto importante che attribuisce la giusta rilevanza al “benessere psicologico”, che diventa cosí “maggiormente accessibile” per la popolazione, grazie ad un “sistema di salute più equo ed inclusivo”.
Si vuole sottolineare ancora una volta quanto la Salute mentale sia un “diritto di ogni cittadino”, al pari di quella fisica, e come la presenza di un Servizio del genere permetta a “tutti” di potervi accedere, superando i lunghi tempi d’attesa del settore pubblico e soprattutto gli alti costi di quello privato.
Priorità: disagio giovani
Il Servizio di Psicologia delle Cure primarie avrá l’importante compito di rispondere ai “bisogni di assistenza psicologica” dei cittadini, potenziando l’efficacia del Servizio sanitario regionale grazie ad un “lavoro di rete” con medici di famiglia, pediatri di libera scelta e altri specialisti del settore sanitario.
L’obiettivo sarà quello di “intercettare” tutte quelle fragilità, “soprattutto tra i giovani”, che è necessario prendere in carico prima che possano diventare gravemente patologiche.
Il crescente disagio psicologico vissuto soprattutto dai giovani (ma non solo..) ha posto con urgenza la necessità che venisse garantita un’assistenza finalizzata alla riduzione e risoluzione dello stesso, mediante una “tempestiva presa in carico delle condizioni di malessere psicologico”, che si sono evidenziate soprattutto dopo il lungo periodo della pandemia.
Le conseguenze del Covid-19
La pandemia ha purtroppo avuto un impatto significativo soprattutto sui giovani, influenzandone vari aspetti della vita.
Anche l’ambito della Salute, fisica e soprattutto psicologia, è stato inevitabilmente coinvolto, con degli effetti che si sono manifestati in diversi modi: spesso amplificando problemi preesistenti, in altri casi creando difficoltà del tutto nuove.
La riduzione delle interazioni sociali e la limitazione dei contatti, ha influito negativamente sulle competenze sociali e sullo sviluppo delle relazioni interpersonali, causando “condizioni di isolamento” ed un “drastico viraggio verso il mondo digitale”, che in molti casi ha favorito la “dipendenza” da Social e videogiochi.
Preoccupazioni, incertezze sul futuro e cambiamenti delle abitudini hanno comportato l’aumento di disturbi d’ansia e dell’umore (depressione in primo piano), disturbi del sonno e dell’alimentazione, comportamenti autolesionistici.
Tutto ciò come modalità per affrontare il dolore emotivo causato dalla “perdita del controllo” sulla propria vita, su quella altrui e sulla realtà circostante, e dal “caos interno” e dal “forte senso di disorientamento” che il Covid ha fatto sperimentare, amplificando molti dei fattori di rischio associati ai fenomeni sopra descritti.
Intervento nelle “fasi iniziali”
L’obiettivo dello Psicologo delle Cure primarie è quello di prevenire, rilevare e trattare i disturbi psicologici fin dalle prime fasi, in modo ridurre il rischio di complicazioni più gravi.
Si tratta di un professionista che interviene nelle “fasi iniziali del percorso di cura”, attraverso una presa in carico che miri al miglioramento della condizione psicologica dei propri pazienti, prima di un’eventuale invio ad uno psicoterapeuta o ad altri specialisti.
L’accesso rapido a un supporto psicologico consente infatti di “affrontare il disagio prima che si aggravi”, prevenendo possibili disturbi psicologici più complessi che potrebbero richiedere terapie più lunghe e costose.
Le funzioni del Servizio di Psicologia delle Cure primarie sono dunque quelli di intercettare e diminuire il peso crescente dei disturbi psicologici della popolazione, provando ad individuare anche i bisogni di benessere psicologico inespressi attraverso un lavoro di Prevenzione e Promozione della Salute Mentale.
Maggiore “accessibilità” al benessere psicologico
Tutto ciò comporta un aumento dell’accessibilità al benessere psicologico, grazie alla “possibilità di un supporto iniziale disponibile per chiunque abbia difficoltá in questo ambito della salute”, prima di un eventuale intervento specialistico.
L’obiettivo primario è infatti quello di “abbattere le barriere” che spesso impediscono alle persone di cercare un aiuto psicologico, sia per motivi economici, che per stigmatizzazione o semplicemente per la difficoltà nell’identificare il bisogno di supporto.
In quest’ultimo caso attività educative e di “sensibilizzazione” in merito all’importanza della Salute Mentale e al fatto che chiedere aiuto non è segno di debolezza, rappresentano di certo un importante tassello nel piú ampio “lavoro di prevenzione” dei disturbi psicologici.
Un contributo alla riduzione dello stigma
Il fatto che lo psicologo di base operi in un contesto di “cure primarie” aiuta a “normalizzare l’idea di poter chiedere un aiuto di tipo psicologico” (allo stesso modo in cui ci si reca dal medico di base per un disturbo fisico), riducendo il pregiudizio che spesso accompagna la Salute Mentale.
Ricordiamo sempre che “Non c’è Salute senza Salute Mentale” e che prendersi cura della propria condizione psicologica (al pari di quella fisica) è un “atto d’amore verso sé stessi” che parte dalla presa di consapevolezza delle proprie difficoltà, e dal coraggio di chiedere aiuto ai professionisti del settore
..affinché poter raggiungere quel reale e totalizzante stato di benessere la cui principale via d’accesso, oltre il corpo, è anche la mente!
[La dott.ssa Pamela Cantarella è una Psicologa Clinica iscritta all’Ordine Regione Sicilia (n.11259-A), in formazione presso Scuola di Psicoterapia ad orientamento Sistemico-Relazionale]