CATANIA – Un nuovo incontro oggi ha visto impegnati 12 rappresentanti sindacali insieme ai vertici della Pubbliservizi, come stabilito nella riunione dello scorso venerdì. La firma dell’accordo, che per adesso è ancora un’ipotesi, è stata differita al 12 Marzo; entro il 9 si dovrà invece portare in tribunale un verbale per richiedere altri 60 giorni di proroga del concordato. Da questo dipenderà l’esistenza futura dell’azienda.
I due punti principali del dibattito riguardano il destino d’una cospicua quota di lavoratori, la cui posizione rischia di oscillare tra cassa integrazione, licenziamento e prepensionamento. Brucia poi la questione dei superminimi che sarebbero attribuiti in modo illecito ad alcuni dipendenti, insieme ad una serie di passaggi di livello ben poco regolari. “La riduzione oraria dev’essere distribuita equamente su tutti i dipendenti”, afferma Paolo Magrì della Cisal Terziario, “tutto dev’essere subordinato al recupero dei superminimi. Quanto alla proroga che ci auguriamo il tribunale voglia concedere, la Città Metropolitana dovrebbe prendere atto dell’impegno di tutti i sindacati nel recupero della ditta”.
Dalla Fisascat – Cisl, Giovanni Zucchero è categorico sulla questione superminimi: “Su una media degli stipendi 1000-1200 euro mensili, almeno 30 colleghi risultano percepirne 2500/3000: tra questi il direttore tecnico attualmente indagato”. Una serie di tavoli tecnici -viene detto- potrà appianare la questione retribuzioni, afferma il sindacalista, impiegato entro la ditta nel settore manutenzione stradale. “Ci è stato detto che i superminimi attribuiti prima del 2009 non possono essere toccati. Ma se queste cifre non corrispondono ai ruoli attualmente ricoperti, vanno necessariamente ridotte. Questo ridurrebbe il costo del personale, attualmente alle stelle”. I giorni scorrono, ma pur nell’ansia le organizzazioni sindacali non si perdono d’animo, avendo dinanzi alcuni punti fermi: “Vogliamo sostenere la strada dell’equità e della legalità”.