"Racket, lo Stato non ci aiuta| Temiamo gli attacchi dei malavitosi" - Live Sicilia

“Racket, lo Stato non ci aiuta| Temiamo gli attacchi dei malavitosi”

LA DENUNCIA DELL'IMPRENDITORE ROSARIO PUGLIA
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“Lo Stato è assente. Non abbiamo avuto nessun parola di conforto e di solidarietà da parte delle istituzioni, tranne che dai carabinieri di Linguaglossa, che ci sono stati sempre vicini. Sono stanco, non ce la faccio più. Abbiamo bisogno di aiuto, anche economico”. Lo ha affermato, incontrando i giornalisti a Catania, Rosario Puglia, 64 anni, l’imprenditore vitivinicolo di Linguaglossa che ha denunciato di essere vittima di vessazioni da parte del racket del pizzo, che ha protestato stamane davanti alla Prefettura di Catania perché “totalmente abbandonato dalle istituzioni”.

L’imprenditore ha chiesto “risposte immediate”. All’inizio del gennaio scorso il Gup Laura Benanti aveva rinviato a giudizio i presunti estorsori dell’imprenditore. Il successivo 18 gennaio ignoti si introdussero nella sua azienda, dove gli venne lasciata su un tavolo una testa di agnello e un coniglio morto. “Questa situazione – ha aggiunto Puglia – ha causato alla mia azienda l’ammanco di un milione e 500 mila euro e oggi siamo in grande difficoltà. Attendiamo questo aiuto. L’azienda viene presidiata giorno e notte da parte dei nostri dipendenti perché temiano possa essera attaccata da malavitosi”.


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