Rap, la battaglia dei rifiuti di Palermo con scarsi mezzi e poche risorse

Rap, la battaglia dei rifiuti di Palermo con scarsi mezzi e poche risorse

Radiografia della società che si occupa dell'igiene urbana

Palermo vincerà mai la sua battaglia contro la munnizza? Avrà mai dei cassonetti, se non scandinavi, almeno decenti? Potrà risvegliarsi, al mattino, senza l’afrore dell’indifferenziato in libera uscita? Difficile dirlo, perché è una battaglia che Palermo combatte (anche) contro sé stessa, contro la sua inciviltà, contro i suoi disagi. Tuttavia, è opportuno fare il punto della situazione, oltre la contingenza politico-sindacale, partendo dalle cose.

I numeri dopo quattro mesi

Sul campo, materialmente, ci vanno loro, le donne e gli uomini della Rap, la società che, nel suo sito istituzionale, alla voce ‘Chi siamo’, offre il ritratto di sé medesima: “Risorse Ambiente Palermo – è un’Azienda a capitale pubblico del Comune di Palermo, impegnata su un territorio che si estende su una superficie di 159 Kmq, con una popolazione di circa 650 mila abitanti”.

Un programma ambizioso, reso complicato dalla situazione concreta delle risorse, stando alla fotografia del momento, scattata dal presidente Giuseppe Todaro. I numeri sono frutto dell’osservazione, a quattro mesi dal suo insediamento.

L’organico e i ‘buchi’

L’organico era di 2.400 unità, quando la Rap venne burocraticamente al mondo, il 18 luglio del 2013. Oggi i lavoratori sono circa 1.500, un taglio dovuto al turnover e ai pensionamenti negli ultimi dieci anni. L’età media dei dipendenti supera i cinquant’anni e c’è una significativa percentuale di non idonei, che presentano un certificato medico, ai servizi più pesanti. Nel dettaglio: l’undici per cento si trova in una condizione di quella che potremmo definire ‘inidoneità assoluta’.

Altri possono svolgere soltanto determinati lavori. Cosa fa questo personale, nel suo complesso? Viene impiegato in servizi di guardiania, di portineria, in contesti che non prevedono né la raccolta, né lo spazzamento. Per motivi di salute, nella specifico settore dell’indifferenziato, uno degli ambiti più pesanti, la percentuale degli inidonei arriva fino al trenta per cento.

Mezzi vecchi che si guastano

La vetustà dei mezzi, in parole povere, le macchine che si guastano perché hanno una certa anzianità di servizio, è un altro dei problemi. Sulla carta ci sono duecento mezzi, con ottanta compattatori a disposizione. In realtà, in strada, ne funziona la metà per uno stillicidio quotidiano di contrattempi. Dall’azienda fanno notare che camminare ogni giorno, ventiquattro ore al giorno, per venticinque o trent’anni – questa è l’età media – provoca, comprensibilmente, guai a catena. Si attende  il rinnovo del parco macchine con fondi dedicati.

Lo spazzamento, turni e personale

Abbiamo consultato un foglio di servizio del 7 settembre scorso che tratteggia il copione di ogni giorno e dà il dettaglio della dinamica complessiva: 183 operai assegnati allo spazzamento manuale, ma, quotidianamente, tra ferie, malattie, recuperi, legge 104, ne manca circa il trenta per cento. Ci sono 847 itinerari da coprire divisi in giornalieri, settimanali, bisettimanali, trisettimanali e mensili.

Ogni itinerario è di circa un chilometro e sono tutte attività antimeridiane, con qualche ripasso pomeridiano, come si legge nella nota. Si lavora, lunedì e martedì, dalle 6 alle 13, dal mercoledì al sabato, dalle 6 alle 12. Ci sono poche ‘unità’ destinate formalmente al cosiddetto ‘cestinaggio’, non più di cinque, per cui è necessario chiamare in causa personale dello spazzamento e dei mercatini. I cestini da svuotare, in città, sono circa settemila.

E l’inciviltà regna sovrana…

Dai numeri forniti emerge un esercito con non pochi grattacapi da affrontare, acuiti da atteggiamenti, diciamo, poco consoni che stringono una alleanza oggettiva con la sovrabbondanza della munnizza. Chi batte Palermo, metro per metro, narra di ritrovamenti fantascientifici, dal centro alla periferia.

Ecco le notizie più recenti. Dodici sacchetti di spazzatura maleodoranti e ricolmi che circondano un cestino, in via XX Settembre. Un delirio di pezzi di vetri in via Sampolo. Ma, negli annali, sarà complicato scalzare due avvistamenti che fanno parte, ormai, della mitologia della nettezza urbana. Entrambi si sono verificati al centro: un maiale e un tonno (nella foto) conferiti nei cassonetti, come se nulla fosse. Almeno, per un soprassalto di educazione, erano stati tagliati a pezzi.  


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