La Dna traccia un profilo di Cosa nostra ancorata sempre più nella pubblica amministrazione, negli appalti e nella grande distribuzione alimentare. E che tenta di tornare a gestire il traffico internazione di droga.
“E’ troppo nota – scrivono i magistrati della Dna – la capacità di Cosa nostra di ristrutturarsi e di riorganizzarsi, mantenendo intatte la sua vitalità e la sua estrema pericolosità, perché ci si illuda che lo Stato, approfittando della sua
momentanea debolezza, possa più agevolmente e definitivamente sconfiggerla”.
“Gli organi deputati al contrasto di Cosa nostra – sottolinea la procura nazionale – hanno bisogno di poter disporre di nuovi, più affinati e sempre più efficaci, strumenti normativi per tenere testa all’organizzazione criminale; la quale, com’é noto, ha una spiccata abilità nel mettere in campo sofisticate tecniche di resistenza per fronteggiare l’azione repressiva dell’autorità giudiziaria”.
Cosa nostra starebbe vivendo "un momento di fibrillazione" dopo gli arresti dei capimafia. E' questo il "bilancio" tracciato dal rapporto annuale della Procura nazionale antimafia (Dna), depositato in Cassazione e alla Commissione antimafia
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