Regionali, Lombardo sfida i sondaggi: "Puntiamo al 10%" - Live Sicilia

Regionali, Lombardo sfida i sondaggi: “Puntiamo al 10%”

Strette di mani, selfie e una battuta sibillina in quel di Catania. Il racconto della convention autonomista.
POPOLARI E AUTONOMISTI
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CATANIA – I sondaggi – quando era ancora possibile diffonderli – davano i Popolari e Autonomisti sotto la soglia di sbarramento. Percentuali preoccupanti? “Assolutamente no”. Raffaele Lombardo, con un segno di disapprovazione sulle labbra, prende fiato e dice la sua: “Perché lo dico? Perché ho contribuito in parte non piccola a costruire queste liste. Se la scorsa volta abbiamo raggiunto il 7%, stavolta ci avviciniamo al 10%”.

Il leader della colomba bianca ha apparecchiato un’affollata convention a Catania per far conoscere Renato Schifani, candidato governatore per il centrodestra, alla base autonomista. È tutto uno stringere di mani e selfie, infatti, in quel delle Ciminiere. Una liturgia alla quale l’ex presidente del Senato non si sottrae affatto, anzi.

Intanto Raffaele Lombardo, parlando con i giornalisti, spiega ancora le ragioni del suo ottimismo in vista della tornata di domenica prossima. “Il 10% non è una soglia alta, ma è una soglia prevedibile per quelle che sono le forze in campo. Per gli uomini e le donne che stiamo schierando. Per i movimenti che aderiscono a questa lista, da Messina e Trapani a tutte le altre province”. 

E scatta nuovamente il confronto con le Regionali di cinque anni fa: “La volta scorsa non ci pensavamo neanche, oggi corriamo per ottenere un seggio a Enna, Siracusa e Caltanissetta”.

Ma che succederà il giorno dopo il voto? Possibile che le tante anime della ex Dc siciliana possano tornare a dialogare e costruire una cosa comune? “Io ho una storia nella Democrazia Cristiana: una storia che non rinnego per niente e della quale ne vado orgoglioso”. Riguardo il passato, Raffaele Lombardo non rinnega nulla del suo percorso politico. Il presente dice tuttavia dell’altro: “Quella di oggi è una scelta autonomista”, dice.

“E non c’è dubbio – aggiunge – che noi dialogheremo e collaboreremo all’interno del centrodestra, attorno a Schifani e attorno a un presidente dell’Assemblea capace d’instaurare un rapporto di piena collaborazione con Palazzo d’Orleans”. 

Il patto federativo tra Mpa e Lega, nel frattempo, si è inceppato. A partire dai temi simbolo del governo del territorio. “L’autonomia differenziata a livello economico-sociale equivarrebbe a un’autentica secessione”, ha detto Raffaele Lombardo. 

“Io sono perché si esaltino le autonomie – ha proseguito – ma occorre che si inizi da punti di partenza uguali: quando avremmo pareggiato i conti per quanto riguarda le infrastrutture, le reti della telecomunicazione, il prodotto interno lordo, che cresce a velocità diverse, la piena occupazione a quel punto: più autonomia c’è e meglio è. Oggi – ha concluso – col gettito fiscale del Nord, che è nettamente superiore rispetto al nostro, ci allontaneremmo sempre di più”.

Anche gli autonomisti incassano il sold out alla Ciminiere. Un pieno da confrontare, video alla mano, con le presenze registrate durante le convention di Matteo Salvini e Giorgia Meloni. Gli organizzatori hanno parlato di cinque mila persone (numeri forse generosi). A ben vedere, in effetti, fuori dall’anfiteatro si sono anche dei pullman. Ma i voti si contano in altro modo. Per questo continuano le strette di mano e le foto. E mentre Lombardo presenta Schifani a un gruppo di medici, scappa la battuta: “Tranquilli, non sarò io il prossimo assessore alla Sanità”. 


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