Renzi: “Puntiamo a voto opinione”. E 'lancia' Faraone alle Europee

Renzi: “Puntiamo al voto di opinione”. E ‘lancia’ Faraone alle Europee

L’ex premier: “De Luca e Cuffaro? Andranno con Schifani”

TERRASINI (PALERMO) – De Luca e Cuffaro? “Alle Europee finiranno con Forza Italia”. Crocetta? “Il suo governo andava fatto cadere”. Sammartino e Sudano “non capisco come possano sostenere il ddl Calderoli” e sull’appoggio a Lagalla nel 2022 ammette “che ci siamo divisi”. Matteo Renzi lancia la sua campagna per le Europee in Sicilia e lo fa da Terrasini, in provincia di Palermo, a conclusione della scuola di formazione politica che ha portato a Città del mare 500 giovani.

“Faraone sarebbe un ottimo candidato”

L’ex premier si presenta con Davide Faraone con cui “facciamo una coppia di fatto: ho iniziato con lui, sono qui con lui e, quando finirò, finirò con lui che sarebbe un ottimo candidato alle Europee, come lo sarebbe stato a sindaco di Palermo”. Un appuntamento elettorale a cui Italia Viva arriverà sotto le insegne de “Il centro” che, secondo Renzi, in Sicilia “dovrà puntare sul voto di opinione: quello organizzato non ci dispiace ma pensiamo che sulla scheda elettorale, dovendo scegliere fra Maurizio Gasparri e Renzi, chi ha sempre votato Democrazia cristiana, ossia il 70% dei siciliani, voterà noi”.

“Una parte del centro andrà con Forza Italia”

Un centro che nell’Isola è piuttosto affollato: “De Luca, Cuffaro, Lombardo… Una larga fetta di queste realtà penso andranno con Schifani, assorbite da Forza Italia – dice Renzi rispondendo alle domande dei cronisti – Il nostro obiettivo è allargare il consenso di Italia Viva, poi vedremo cosa accadrà a livello nazionale. Il voto di opinione in Sicilia non è la cosa più semplice, è difficile scardinare i grandi portatori di voti ma questa è una terra moderata e una proposta centrista, intesa come spazio del riformismo, può avere una sua suggestione.  La Sicilia non va avanti con i sussidi ma col lavoro pagato bene perché rende i cittadini liberi e non dipendenti dal politico di turno”.

“Lagalla? Su lui ci siamo divisi”

La tre giorni a Terrasini è stata anche l’occasione per riannodare vecchi fili e stringere nuovi rapporti: oltre al sindaco di Palermo Roberto Lagalla, hanno preso parte ai lavori anche i primi cittadini di Enna e Bagheria, Maurizio Dipietro e Filippo Tripoli. E proprio su Lagalla, che Renzi l’anno scorso aveva annunciato di non voler appoggiare salvo poi ritrovarsi nella sua giunta, si concentra la curiosità dei giornalisti: “Ci siamo divisi – spiega Renzi – Io avrei voluto candidare Faraone che però mi ha fregato (ride, ndr), penso che se avesse accettato di correre ci saremmo divertiti. Con Lagalla ho un ottimo rapporto personale e lo ringrazio per la sua presenza, sta facendo bene e sicuramente sta facendo meglio di chi c’era prima (Leoluca Orlando, ndr) ma sul sostegno alla sua candidatura si è registrata una divisione al nostro interno. Totò Orlando come assessore sta facendo un ottimo lavoro, molte colonne portanti del nostro partito si sono schierate con Lagalla, vedremo come si evolverà il rapporto”.

“Crocetta andava fatto cadere”

Una Sicilia che per Renzi è croce e delizia: tanti dei nomi che in passato sono stati al suo fianco adesso si trovano altrove. “Sono contento di aver portato Carmelo Miceli o Valeria Sudano in Parlamento e con Valeria, Luca Sammartino o Pippo Laccoto siamo rimasti amici, certamente non capisco come possano sostenere l’autonomia differenziata. La candidatura di Gaetano Armao alla presidenza della Regione fu indicata da Azione e noi la abbiamo sostenuta, mentre sul governo Crocetta aveva ragione Faraone e torto Graziano Delrio: quando eravamo all’apice del consenso andava fatto cadere, oggi avremmo una Regione diversa”.

“Non ci sono soldi per rimettere le Province”

L’ex premier non crede troppo al ritorno delle Province (“Non trovano i soldi per la benzina, come li trovano per reintrodurle?”) e, commentando gli ultimi fatti di cronaca, chiede investimenti culturali e nelle periferie contro femminicidi e violenze. Ma non arretra quando gli si chiede come intende superare la soglia di sbarramento del 4% alle prossime Europee: “Siamo passati dall’essere degli outsider a guidare il Paese a essere considerati reietti e ora piano piano torniamo su, abbiamo fatto un’altalena delle emozioni e del consenso. Alcuni amici li abbiamo persi ma capire la politica siciliana è come vincere l’Nba: capita in alcune realtà di essere alleati con la destra o con la sinistra, di esprimere sindaci o assessori, si va alla conta ed è normale ma alle Europee sarà diverso e penso che Faraone possa essere un ottimo candidato: da anni non si misura con le preferenze ma sta facendo uno straordinario lavoro nel terzo settore, farebbe benissimo”.

Cuffaro risponde a Renzi

Il segretario nazionale della DC Totò Cuffaro risponde all’ex premier. “Stimo Renzi e più volte ho condiviso le sue posizioni politiche e credo che sia un moderato e un vero leader, ma stavolta devo dissentire da lui. Se uno ha votato Democrazia Cristiana – dice Cuffaro – quando esisteva la DC e poi ha votato altro o non è andato a votare lo ha fatto perché non c’è più stata la DC, adesso che il partito è tornato, voterà la DC. Credo che sia la cosa più naturale e anche più giusta. In Sicilia è già successo e noi stiamo lavorando perché succeda – conclude anche in tutto il Paese”.


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