"Renzi restituisca il maltolto al Sud |Serve un centrodestra unito" - Live Sicilia

“Renzi restituisca il maltolto al Sud |Serve un centrodestra unito”

Il senatore di Forza Italia propone l'idea di un soggetto unico sicilianista di centrodestra, analogo alla Csu bavarese. "Bisogna alzare i toni dello scontro con Roma".

Antonio D'Alì
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4 min di lettura

PALERMO – Un futuro sicilianista per Forza Italia. L’obiettivo? Dare vita a una sorta di Csu tedesca, un partito regionale che si allea col centrodestra nazionale. Questa la proposta di Antonio D’Alì, senatore forzista, che parla a Livesicilia del futuro del partito berlusconiano.

Senatore, nei giorni scorsi si è parlato di voto anticipato in Sicilia. Ipotesi ancora tutta da capire, certo, ma nel caso ci si arrivasse, Forza Italia sarebbe pronta?

“Un partito come Forza Italia deve essere sempre pronto ad affrontare il turno elettorale e i problemi dei cittadini. Siamo già seduti al tavolo del programma che sarà basato sulla centralità mediterranea della Sicilia. Sarà sicuramente un programma orientato a rendere efficienti tutti i tipi di servizi, a cominciare dai trasporti. Quella dei trasporti è una vertenza che dobbiamo aprire con chi ne ha la gestione. A partire da quelli aerei: l’esempio dei giorni scorsi di Fiumicino è la punta di un iceberg dei maltrattamenti che la Sicilia subisce su questo tema. Contrariamente ai dati, considerato che la tratta Catania-Roma e poi quella Palermo-Roma sono quelle da cui Alitalia ha il maggior guadagno. Non si comprende allora perché queste destinazioni sono solo limoni da spremere. E non comprendo, alla luce della centralità della Sicilia nel Mediterraneo, perché per andare a Marrachech da Palermo si deve passare da Roma. Altro tema importante è quello della portualità”.

Tutti temi da affrontare con Roma. Dove forse si stanno accorgendo di come il Sud da anni sia stato abbandonato…

“Roma è la palla al piede della Sicilia, non viceversa. Se Renzi come dice vuole attuare una politica per il Sud deve fare una cosa semplicissima: revocare lo scippo di cinque miliardi di fondi strutturali al Sud”.

Non erano tre?

“Quattro miliardi e mezzo in tre anni, più 500 milioni di cofinanziamento che hanno bloccato un miliardo di investimenti. Restituisca al meridione d’Italia questi soldi. Oltre un miliardo e mezzo sono della Sicilia. Cominciamo dalla restituzione del maltolto. La classe politica regionale deve svincolarsi dalla dipendenza romana”.

Non mi pare di ricordare che il centrodestra siciliano negli anni del 61 a 0 sia riuscito farlo. Anzi…

“La politica deve guadare al futuro. Altre istituzioni devono guardare al passato. Io sono senatore da vent’anni e raccolgo la sua osservazione. Ho fatto di tutto per evitare questi scippi. Anche quando Tremonti usava i fondi Fas come bancomat. Adesso però ho maturato una convinzione: bisogna alzare i toni dello scontro con Roma. Se Roma continua con elemosine, o spacciando partite di giro per finanziamenti, non andiamo avanti. Si definiscano invece le risorse che spettano alla Sicilia, che attraverso una sua autonoma progettualità potrà muoversi”.

Un futuro “sicilianista” per Forza Italia?

“Dico sempre ai miei colleghi che noi alla fine siamo una nazione. E siccome la media delle nostre rivoluzioni è di 180 anni, siamo nei tempi. Non possiamo continuare a essere vassalli. Dobbiamo essere provincia d’Europa ma al centro del Mediterraneo”.

Lei reclama una centralità della Sicilia. Intanto non c’è anche un problema politico per voi di centralità perduta di Forza Italia. Il partito non è rimasto un po’ isolato?

“Io ho una mia idea del tutto personale, che non è stata avallata dal partito. L’unico sistema è creare un’area di centrodestra unitaria che sposi questa progettualità. Come partito unico del centrodestra siciliano, sul modello bavarese”.

Una Csu siciliana?

“Sì. Noi non riusciamo mai a esprimere una posizione unitaria come deputazione siciliana. Cosa che invece altri autonomisti fanno in Parlamento”.

In questo partito unico di centrodestra difficilmente potreste coinvolgere i vostri ex compagni di partito di Ncd, che ormai marciano verso Renzi.

“I componenti di Ncd sono amici ma quando vedo sui giornali la loro apertura al governo Crocetta, credo che emerga che la loro è una posizione politica di opportunismo e di potere. Cosa c’è più da dire dopo il disastro di Crocetta? Anche sui liberi consorzi, abbiamo assistito a un’operazione gattopardesca. Finalizzata solo a consegnare alla sinistra tutte le amministrazioni provinciali”.

E allora chi sarebbero i vosti compagni di viaggio? Salvini? Musumeci?

“I nostri compagni di viaggio saranno i cittadini. Io penso che non abbiano più nessun gradimento nel vedere sigle aggregarsi tra di loro per ottenere un mezzo punto in più. Spero che nell’ambito del centrodestra non si continuino ad alimentare movimenti frantumatori che non hanno spazio di consenso”.

Un’idea di candidato per le prossime elezioni regionali?

“Non ci può essere se non attraverso un ampio e vasto confronto, anche con personalità e volti nuovi della politica. Vorremmo che altri possibili compagni di cordata evitino fughe in avanti”.

Prima del voto amministrativo in Forza Italia si era aperto un dibattito sul coordinatore. C’erano voci critiche che chiedevano cambi al vertice. Tutto archiviato?

“Il dibattito è sempre aperto. Il coordinatore ha annunciato per il prossimo autunno la stagione dei congressi. Devo dire che alcuni esperimenti alle amministrative non sono stati negativi”.


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