Rifiuti all'estero, i 45 milioni arrivano ai Comuni: a Catania ne toccano 14 - Live Sicilia

Rifiuti all’estero, i 45 milioni arrivano ai Comuni: a Catania ne toccano 14

L'aiuto per chi spedisce immondizia fuori dall'Italia

CATANIA – Si era detto che erano disponibili, intanto, i soldi per coprire le spedizioni di immondizia verso l’estero effettuate da giugno a dicembre 2022. Invece la Regione Siciliana ha trovato il denaro per coprire il periodo che va dall’1 giugno 2022 al 31 luglio 2023. Il decreto che stanzia 45 milioni di euro per aiutare i Comuni isolani a sopportare i costi di conferimento ed esportazione della spazzatura è appena stato pubblicato. E il denaro potrà arrivare nelle casse dei municipi beneficiari.

A Catania sono destinati, secondo quanto appreso da LiveSicilia, 13,7 milioni di euro. A ricevere le somme più sostanzione, nella provincia etnea, sono poi Acireale (1,2 milioni di euro), Misterbianco (un milione), Giarre (684mila euro), San Giovanni La Punta (681mila), Riposto (550mila) e Gravina di Catania (536mila).

Fondi in arrivo

“Finalmente”, dice chi in questa elargizione regionale ci sperava da un pezzo. Del resto, il presidente della Regione Renato Schifani e l’assessore all’Energia Roberto Di Mauro avevano deliberato lo stanziamento a marzo 2023. “A causa dell’invio dei rifiuti in ambito extra regionale, le spese per lo smaltimento sono aumentate da 250 a 400 euro a tonnellata – aveva detto Di Mauro – Daremo ai Comuni un contributo che terrà conto dell’effettiva spesa sostenuta e della capacità di raccolta differenziata”. Una sorta di terapia a suon di bastoni e carote. Laddove per “bastone” si intende il riferimento alla “capacità di raccolta differenziata”, che aveva fatto tremare il capoluogo etneo per via delle percentuali di differenziata lontane dai record positivi.

Dall’altra parte, però, c’è la carota. Un aiuto multimilionario per sostenere il costo della spedizione dei rifiuti all’estero. L’unica soluzione trovata vista la saturazione della discarica della Sicula Trasporti di Lentini: nell’impianto – in amministrazione giudiziaria dopo lo scandalo Mazzetta sicula – l’immondizia riceve solo il trattamento meccanico biologico (il Tmb). Fatto quello, viene caricata nei container e trasferita fuori dall’Italia. Uno degli elementi che ha fatto lievitare i costi di conferimento. Più costa trattare la spazzatura, più sarà cara la Tari. Lo sanno bene i cittadini di Catania che pagano la più alta d’Italia e che si sono visti aumentare ulteriormente il costo della tassa nell’estate 2022.

La lunga attesa

Dall’annuncio di marzo 2023, si era arrivati al 28 settembre 2023 quando la giunta regionale aveva dato il via libera allo stanziamento. Fino a ora, però, questi fondi non sono arrivati nelle casse di nessuno, perché mancava il decreto che ne stabiliva destinazione e spartizione. “Ed è arrivato – dice Francesco Laudani, presidente della Srr (Società regolamentazione rifiuti) di Catania – Quello dei conferimenti è un problema che abbiamo affrontato e stiamo affrontando. Adesso i Comuni che devono spedire i rifiuti all’estero riceveranno un po’ di ristoro”.

“Ci sono Comuni, che hanno le percentuali di differenziata più alte, che conferiscono a Enna al costo di circa 200 euro a tonnellata – afferma Laudani a LiveSicilia – E poi ci sono tutti gli altri, meno virtuosi, che hanno il trattamento al Tmb a Sicula a oltre 300 euro a tonnellata e che spediscono all’estero. Questi fondi sono una cosa positiva, ma sono anche la dimostrazione che il sistema dei conferimenti deve essere rivisto”.

E che, cioè, si deve trovare una soluzione per cui “tutti i Comuni di Sicilia pagheranno la stessa cifra – prosegue il presidente – Spero che in fase di elaborazione del Piano regionale dei rifiuti, e poi dei vari piani d’ambito, si darà anche il giusto peso ai Ccr, i Centri comunali di raccolta, che sono l’unica cosa che può ulteriormente ridurre il carico di rifiuti indifferenziati”.


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