Tangenti e rifiuti, il processo | La Regione grande assente - Live Sicilia

Tangenti e rifiuti, il processo | La Regione grande assente

Il funzionario regionale Gianfranco Cannova

La Regione Siciliana e il governatore Crocetta non sono costituti parte civile al processo che vede imputati Gianfranco Cannova (nella foto), funzionario dell'assessorato al Territorio e ambiente, e 4 imprenditori. Sono tutti accusati di corruzione.

PALERMO – C’è un tempo per le conferenze stampa e gli annunci. E c’è un tempo in cui alle parole possono seguire i fatti. Oggi la Regione e il suo governo hanno perso l’occasione per un gesto concreto. Non si sono costituti parte civile, tramite l’Avvocatura dello Stato, al processo che vede imputati Gianfranco Cannova, funzionario dell’assessorato regionale Territorio Ambiente, e quattro imprenditori. Sono tutti accusati di corruzione.

Cannova avrebbe intascato mazzette in cambio di agevolazioni nel rilascio di autorizzazioni per lo smaltimento dei rifiuti. Oltre al presunto dipendente infedele sotto accusa ci sono Giuseppe Antonioli, amministratore delegato della discarica di Mazzarrà Sant’Andrea, nel Messinese, Domenico Proto, titolare della discarica, i fratelli Calogero e Nicolò Sodano, proprietari della Soambiente di Agrigento.

Oggi il processo ha preso il via. Si è costituito parte civile il Comune di Motta Sant’Anastasia. Respinta, invece, la richiesta del Comune di Misterbianco e di due associazione onlus: “Centro per i diritti del cittadino” e “Codici Sicilia”. La grande assente era la Regione che, in soldoni, non potrà chiedere i danni qualora gli imputati venissero condannati al termine del dibattimento.

Il funzionario palermitano, nel corso di un interrogatorio, ammise di avere intascato tangenti per facilitare le pratiche degli imprenditori. Bastava pagare per evitare i controlli nelle discariche e le possibili chiusure. Il prezzo della corruzione sarebbero stati migliaia di euro in contanti – diecimila euro o forse più – televisori ultramoderni e soggiorni in alberghi di lusso. Fatti gravi tanto che oggi il Tribunale ha respinto la richiesta di Cannova che avrebbe voluto patteggiare quattro anni di carcere.

Fatti gravi come sottolineò lo stesso governatore Rosario Crocetta, nel corso di una conferenza stampa pochi giorni dopo il blitz: “Il caso Cannova? Potrebbe essere solo l’inizio. Stiamo vagliando l’ipotesi della confisca o dell’esproprio per pubblica utilità delle discariche private”. Ed ancora: “Da quando c’è questa amministrazione, però, non ci sono più coperchi. Forse, quando siamo intervenuti con le rotazioni, dovevamo essere più incisivi ancora. La frequenza di queste inchieste mi fanno pensare: altro che tangentopoli… . Dopo la Formazione, il Ciapi, i Beni culturali, la sanità…”.

Sono tutti temi caldissimi, diventati materia dei dossier consegnati in questi mesi da Crocetta in Procura per denunciare il malaffare che si annida nella pubblica amministrazione regionale. Un via vai negli uffici giudiziari, quello del governatore. Per raggiungere le stanze dei procuratori Crocetta è transitato a pochi metri dala stessa aula dove oggi la Regione e il suo governo erano i grandi assenti.

Assenza reiterata, per la verità. La Regione avrebbe potuto costituirsi parte civile già quattro mesi in sede di udienza preliminare quando Cannova e gli altri furono rinviati a giudizio sulla base della richiesta della Procura. Una richiesta che indicava la Regione siciliana come parte offesa del processo. La stessa Regione, grande assente del processo.

 


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