Rimpasto, tramonta l'era dei tecnici | Ecco chi lascerà la giunta - Live Sicilia

Rimpasto, tramonta l’era dei tecnici | Ecco chi lascerà la giunta

Dopo l'approvazione a Roma della riforma del Senato, il governo regionale cambierà volto. Confermati con certezza solo Gucciardi, Pistorio e Lo Bello. Mentre Baccei scontenta i partiti alleati, ma dovrebbe restare. Si allontana l'ingresso nell'esecutivo di Fiumefreddo. Ncd indicherà un proprio assessore, ma non sarà un politico. Ecco i deputati pronti a entrare.

Le grandi manovre
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PALERMO – La fine dell’era dei tecnici sarà annunciata dall’arrivo di un tecnico. Quello che il Nuovo centrodestra di Alfano piazzerà nel cuore della giunta di Crocetta. Il governatore che, per gli alfaniani, fino a pochi mesi fa era come l’aglio per i vampiri. E lo stesso effetto, a dire il vero, sembrava fare al governatore quel partito che è stato tirato dentro le storiacce di “Mafia capitale” e di quelle riguardanti la gestione dei centri per i migranti. Tutto dimenticato. Il Nuovo centrodestra entra in giunta. Non con un uomo di partito che potrebbe, nell’immediato, creare qualche difficoltà nella già assai disgregata formazione politica di Angelino Alfano, ma appunto con uno “specialista” apparentemente neutro, ma di “area”, come si usa dire. Di “Area popolare”, in questo caso. Visto che, con la creazione dell’integruppo a Sala d’Ercole, Ncd è, di fatto, entrato nella maggioranza di Rosario Crocetta. Con la solita circospezione dal retrogusto ipocrita: in giunta, ma non con un politico; con l’Udc, ma non nello stesso gruppo. Giusto per non urtare troppo la sensibilità di chi, nel partito, non vede bene questo accostamento alla maggioranza siciliana: Renato Schifani, ad esempio e il deputato regionale Pietro Alongi. La sostanza però, ovviamente non cambia. E adesso bisognerà solo attendere. Il rimpasto di farà, ma non subito. Prima, il Pd di Renzi vuole incassare il sostegno alla riforma del Senato. Prima di allora, meglio evitare fibrillazioni. Anche perché l’intesa tra Pd e i moderati ha una prospettiva chiara: quella di presentare lo stesso asse alle prossime elezioni regionali.

Così, il rimpasto può attendere, ma nemmeno troppo. Le grandi manovre sono già partite da tempo. Ed è certo che cambieranno l’identikit del governo di Rosario Crocetta. Finirà, dopo tre anni, l’era dei cosiddetti “tecnici”, che verranno sostituiti dai politici. Un cambiamento che, paradossalmente, verrà innescato proprio dall’ingresso del tecnico di Ncd. Ma sarà poco più di una eccezione. E del resto, la metemorfosi dell’esecutivo è già iniziata con l’approdo in giunta di due politici come l’ex capogruppo del Pd Baldo Gucciardi alla Sanità, e con quello di chi conosce ben l’assessorato di Piazza Ziino, cioè Giovanni Pistorio, segretario regionale dell’Udc, oggi alla Funzione pubblica.

Loro, quindi, rappresenteranno il “germe” del governo politico. Che dovrebbe però fondarsi anche sulla conferma di Mariella Lo Bello. Che certamente non va considerato un tecnico, uno specialista, non solo perché finora ha dimostrato di poter coprire qualsiasi falla a prescindere dalle competenze (dal Territorio alla Formazione, fino alle Attività produttive), ma anche perché la vicepresidente della Regione ha una connotazione politica chiara: fu candidato sindaco del Pd ad Agrigento e da alcuni mesi si è avvicinata al Megafono. Il movimento fondato da Crocetta, dal canto suo, ha fatto sapere a chiare lettere di pretendere la nomina in giunta di un deputato regionale. E il nome più caldo è quello di Giovanni Di Giacinto. E in effetti, oltre a Gucciardi, Pistorio e Lo Bello, nessuno, tra gli assessori in carica può dirsi sicuro della conferma.

Nemmeno Alessandro Baccei. L’assessore all’Economia voluto da Graziano Delrio e da Davide Faraone infatti non è molto gradito a una fetta del Partito democratico. E il sintomo di questo malessere si è evidenziato pochi giorni fa in Aula, quando un emendamento di Mariella Maggio e Antonello Cracolici è intervenuto modificando una decisione dell’assessore riguardante il taglio ai Forestali. Secondo fonti del Pd, insomma, nessuno chiederà apertamente l’uscita di scena di Baccei, ma in tanti non comprendono alcune “rigidità” dell’assessore. Anche in vista dell’approssimarsi di una campagna elettorale che potrebbe “stridere” col rigore richiesto da Baccei e ribadito con onestà dall’assessore a Sala d’Ercole, quando ha invitato i parlamentari, sostenzialmente, a non “promettere nulla” in vista della prossima manovra di novembre, visto che “soldi non ce n’è”.

Insomma, si parte da lì. Tre punti fermi e uno “quasi fermo” (Baccei, appunto). Il resto è in bilico. Anzi, gli altri assessori sono già virtualmente fuori dal governo. È vicina la fine dell’era dei tecnici. Il Megafono, infatti, come detto, è uscito allo scoperto. E lo stesso ha fatto Sicilia democratica attraverso il capogruppo Totò Lentini, altro aspirante assessore. Quell’area, però, è dilaniata da una divisione tutta interna che potrebbe avvicinare qualche esponente “scontento” del movimento fondato da Leanza proprio all’Area popolare di Udc e Ncd. Un “centro” che sembra diventare, ogni giorno che passa, assai attrattivo per diversi deputati. Persino per quelli che una volta rappresentavano i riferimenti siculi di Denis Verdini, e che oggi militano nel Cantiere popolare di Saverio Romano. Il centro moderato, insomma, per dirla proprio con Verdini, potrebbe fungere da “taxi” per avvicinare in tanti verso i lidi felici del Pd di Renzi.

Intanto, anche l’altro “tecnico” di area centrista è in bilico: Giovanni Pizzo rischia di seguire la stessa sorte degli altri colleghi di giunta. Pure di quelli “di alto profilo” indicati dal Pd un anno fa: Cleo Li Calzi al Turimo, Sebastiano Caruso al Lavoro, Vania Contrafatto all’Energia e Antonino Purpura ai Beni culturali dovrebbero essere “sacrificati” sull’altare della giunta dell’ennesima svolta, quella politica, quella che lancerà le prossime elezioni. Quasi certamente in giunta arriverà il presidente della Commissione Attività produttive Bruno Marziano. Ma si preparano altri big come Antonello Cracolici e Giuseppe Lupo.

In bilico anche Maurizio Croce, anche se il leader di Pdr Totò Cardinale sembri preferire la conferma dell’assessore al Territorio. Ma i deputati “spingono”: sia il capogruppo Beppe Picciolo che il segretario regionale Michele Cimino puntano a entrare nel governo. I politici sono pronti a sbarcare in giunta, mettendo alla porta i tecnici. O chiudendo quella porta a quelli che da tempo “sfiorano” i saloni dell’esecutivo. È il caso di Antonio Fiumefreddo, indicato apertamente da Crocetta come “uomo-chiave” per la giunta e per la successione di Linda Vancheri. Ma il presidente finora ha temporeggiato, evitando l’azione di forza (cioè la nomina non condivisa con i partiti). Partiti (Pd in testa) che continuano a non essere entusiasti di questo nome. Che potrebbe definitivamente tramontare anche a causa di un altra vicenda: la guerra dentro Confindustria, sfociata nelle accuse al presidente di Marco Venturi e Alfonso Cicero avrebbe turbato molto Crocetta. Che sembra intenzionato a prendere le distanze da tutto ciò che conduce all’associazione degli industriali che una volta furono “l’origine di tutto”. Sono noti, del resto, i rapporti di stima tra Fiumefreddo e il vicepresidente di Confindustria Ivan Lo Bello. Potrebbe bastare questo per chiudere ancora una volta le porte del governo al presidente di Riscossione Sicilia. Anche perché la prossima giunta sarà politica. E segnerà la fine dell’era dei tecnici. Una fine che coinciderà con la nomina del tecnico del Nuovo centrodestra.


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