Rincari, i trasportatori sul fermo: "Decideremo dopo il vertice" - Live Sicilia

Rincari, i trasportatori sul fermo: “Decideremo dopo il vertice”

Giuseppe Richichi, presidente dell'Aias: "Contenere gli aumenti per non fare morire l'economia"

CATANIA – È un passo indietro, quello degli autotrasportatori siciliani. Con un certo pessimismo sulla possibilità di poter migliorare le condizioni del settore. Dopo che l’aumento dei prezzi dei carburanti, dovuto all’aumento generale delle spese per gas e petrolio, ha messo in difficoltà chi per lavoro sposta merci da un capo all’altro della penisola, le sigle sindacali hanno ottenuto un incontro con il ministro delle Infrastrutture Enrico Giovannini, per chiedere aiuti e alleggerire il costo del pieno.

Così, dopo che alcuni sindacati avevano minacciato il blocco di porti e autostrade, oggi c’è cautela, come spiega Giuseppe Richichi, presidente del Consorzio Aias, Associazione imprese autotrasportatori siciliani: “Non vediamo soluzioni, finché non si troveranno altri modi per avere energia i prezzi continueranno a salire”.

La riunione con Giovannini

Gli autotrasportatori siciliani sono già fermi in questo momento, racconta Richichi: “Non abbiamo voluto fare dichiarazioni né comunicati perché la situazione già adesso non ci permette di andare avanti, ed è inutile fare proclami”. I trasportatori siciliani stanno aspettando la riunione di domani con Giovannini, per capire cosa avverrà, ma Richichi è scettico: “Non ci aspettiamo molto, sulla transizione ecologica e sul Pnrr non cambierà niente, lo Stato ha preso già degli impegni”.

Il nodo, per i trasportatori, è il prezzo del carburante e l’obbligo di usare AdBlue, che ha fatto crescere a dismisura il prezzo di un pieno, oltre ai pesanti rincari decisi dalle compagnie di navigazione per il trasporto di rimorchi e semirimorchi. Ma Richichi puntualizza che il problema è di sistema: “Fino a che non si metteranno in moto gli impianti a gas e il nucleare, per non dipendere dagli altri per l’energia, le cose rimarranno uguali. Il costo del trasporto aumenterà e tutto si ripercuoterà sul consumatore finale, con un vortice economico”.

L’attesa

Per il momento è comunque scongiurata l’idea di blocchi: “Già da domani potremmo chiudere caselli e porti – dice Richichi – ma non vogliamo buttare benzina sul fuoco: vogliamo che i cittadini prendano coscienza di quello che sta succedendo. Cerchiamo di aspettare le mosse del governo e di vedere se si possono contenere i rincari per non fare morire quel poco di economia che abbiamo. Ma per una volta che stiamo cercando di essere più civili, non abbiamo risposte da parte del governo”.


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