Replay del voto a Siracusa| Gennuso s'incatena per protesta - Live Sicilia

Replay del voto a Siracusa| Gennuso s’incatena per protesta

Giuseppe Gennuso incatenato a Siracusa

L'ex deputato regionale si è incatenato al Palazzo di Giustiza di Siracusa dopo la mancata ripetizioni delle elezioni regionali in nove seggi della provincia tra Rosolini e Pachino. La risposta a Marziano: "Forse è lui a non essere sereno".

elezioni regionali
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SIRACUSA – “Ho notificato nei giorni scorsi l’atto di ottemperanza alla sentenza del Cga che impone la ripetizione delle elezioni in nove sezioni nella provincia di Siracusa. Mi attendo che il presidente della Regione Crocetta adempia a quanto previsto nella sentenza ma, in difetto, auspico che così come accaduto per la Regione Piemonte, sia nominato un commissario ad acta che dia esecuzione a quanto, in maniera inappellabile, ha stabilito il Consiglio di giustizia amministrativo”.

L’ha ribadito stamane l’ex deputato regionale, Pippo Gennuso, che per dare più forza alla sua protesta, che conduce ormai da diversi mesi, si è incatenato davanti all’ex palazzo di giustizia di piazza della Repubblica, a Siracusa. Con lui anche alcune decine di sostenitori che lo stanno seguendo in questa sua battaglia. Il Cga nelle scorse settimane ha disposto la ripetizione delle elezioni regionali dell’autunno 2012 in nove sezioni tra Rosolini e Pachino, nel Siracusano, dopo che la presente disposizione di riconsegno dei voti non era stata possibile, considerato che alcuni plichi con materiale elettorale erano andati distrutti dopo un allagamento verificatosi a novembre dello scorso anno nel deposito del Tribunale nuovo di viale Santa Panagia dove erano custoditi.

Gennuso, inizialmente dato per rieletto, a meno di 24 ore dallo scrutinio si trovò invece fuori dall’Ars per un centinaio di voti. Gennuso ha anche annunciato che da martedì prossimo sposterà la sua protesta a Palermo, incatenandosi davanti agli uffici della Presidenza della Regione.

“La mancata applicazione della sentenza del Cga di Palermo per il ritorno alle urne in nove sezioni della provincia di Siracusa, è un fatto scandaloso”. Lo affermano la parlamentare di Forza Italia, Stefania Prestigiacomo, e il senatore Bruno Alicata. “Siamo profondamente sorpresi – aggiungono – del fatto che il presidente della Regione, forse troppo impegnato nei suoi spot propagandistici, non si sia deciso a firmare il decreto per indire le elezioni. Il rispetto della legge, della legalità e soprattutto della democrazia, non può essere a doppia velocità. La vicenda dei brogli elettorali in occasione delle regionali del 2012 in provincia di Siracusa è inquietante ed è aggravata ulteriormente dalla sparizione dei plichi elettorali, oggetto di verifica da parte del Cga. Si faccia piena luce su questa gravissima vicenda e il presidente Crocetta non prenda ancora tempo, stabilisca subito la data delle elezioni per ripristinare la democrazia e la legalità violati”.

AGGIORNAMENTO

“La legge siciliana in materia di processi amministrativi è chiara a tutti, ma non agli onorevoli Vinciullo e Marziano, i quali continuano a citare leggi superate da decenni ed ignorano il codice del processo amministrativo entrato in vigore nel 2010. Vinciullo e Marziano nella loro immaginazione – afferma l’ex deputato dell’Mpa-Pds – e nella loro analisi approssimativa delle leggi, fanno riferimento ad un comma di un articolo di una legge, degli Anni 50, che regolamentava il cosiddetto reclamo all’Assemblea Regionale Siciliana, che, ai tempi, era l’unico strumento utilizzabile in caso di irregolarità nelle operazioni di voto per le elezioni dei parlamentari regionali. L’affermazione dell’on. Vinciullo, secondo il quale la sentenza del Cga presenterebbe una serie di criticità e sarebbe innovativa, e, quindi di nuova e dubbia interpretazione e applicazione, non corrisponde al vero, in quanto, già in più occasioni, non da ultimo nel Molise, il tribunale amministrativo ha disposto nuove elezioni le cui regole, in riferimento all’elettorato attivo e passivo, sono già conosciute. E comunque l’istanza depositata dall’Avvocatura distrettuale dello Stato, che difende ex lege l’Assemblea Regionale Siciliana e la Presidenza della Regione, tendente ad ottenere chiarimenti da parte del Cga di Palermo, avrà riscontro al massimo nell’arco di una settimana. Resto sconcertato politicamente – prosegue Gennuso – per la difesa d’ufficio di un deputato che si definisce di Centro destra, qual è Vinciullo, che difende a spada tratta il governatore Crocetta. Forse alla Regione c’è odore di rimpasto e nomine? Invito – aggiunge Gennuso – gli onorevoli Vinciullo e Marziano, di avvalersi di un tutore, perché sulla lettura della sentenza mi sembrano piuttosto confusi. E pure è scritta in italiano. Confondono anche la figura del testimone con quella del ricorrente. Siamo al paradosso. Nella sentenza, tra l’altro, non si parla dell’esistenza concreta della “scheda ballerina”, bensì di una potenziale violazione della genuinità delle operazioni di voto che avrebbero potuto portare al fenomeno della “scheda ballerina”. Circostanza di per sé idonea, per giurisprudenza costante, a giustificare l’indizione di nuove elezioni nelle 9 sezioni, oggetto di ricorso. Di conseguenza né la sentenza, né il sottoscritto, né i ricorrenti, hanno leso l’onorabilità dei sette deputati siracusani. Sono d’accordo, però, con l’onorevole Vinciullo, quando lo stesso auspica che coloro che hanno rubato i plichi elettorali dal Tribunale di Siracusa, vengano assicurati alla Giustizia. Io sono stato il primo ad andare in Procura per denunciare la sparizione del materiale elettorale. E dopo la mia deposizione è stato aperto un fascicolo di atti relativi”.

Gennuso poi non le manda a dire neppure all’onorevole Marziano. “ Forse è lui a non essere sereno – ribatte l’ex deputato – La mia serenità è totale, perché credo fermamente nella giustizia. E’ lui che non ci crede, definendo la sentenza emessa da un organo supremo, qual è il Cga ,“abnorme”. L’onorevole Marziano, probabilmente, sta vivendo con ansia il travagliato dramma del Partito democratico di Siracusa, spaccato a metà, dopo il contestato esito del congresso provinciale. Si rassereni, onorevole Marziano. Dovrebbe sapere che le sentenze, piacciano o non piacciano, si applicano”.


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