MISTERBIANCO – “La puzza che viene prodotta dalla discarica anche oggi ci accompagna, la cittadinanza è seriamente preoccupata per il rischio tumori”. Massimo La Piana, esponente del comitato anti-discarica, guida la protesta che vede in piazza migliaia di abitanti di Misterbianco e Motta S.Anastasia, gli stessi che negli ultimi decenni hanno visto trasformare, a poche centinaia di metri dal centro storico, la piccola discarica Tiritì in una grande montagna che si estende a perdita d’occhio e raccoglie i rifiuti dell’intera Sicilia orientale. A turbare il sonno dei manifestanti c’è un decreto regionale, firmato durante il governo Lombardo, che prevede un mega-ampliamento del sito: dovrebbe ospitare 2,4 milioni di metri cubi di rifiuti diventando la più grande della Sicilia.
“La partecipazione è elevata -commenta Massimo La Piana – lo scopo è quello di lanciare un segnale alle istituzioni perché è inconcepibile che l’intera Sicilia smaltisca i rifiuti a pochi metri dalle case di decine di migliaia di abitanti”.
Il comitato anti-discarica ha stilato un vero e proprio manifesto, siglato da migliaia di aderenti, che prevede al primo punto “la chiusura e la bonifica dell’attuale discarica che sorge a poche centinaia di metri dai centri abitati di Misterbianco e Motta provocando enormi disagi ai residenti a causa dei miasmi e dei conseguenti pericoli per la salute pubblica”. I cittadini chiedono che “la discarica venga delocalizzata in altro sito distante dai centri abitati almeno 5km, come prevede la nuova normativa regionale” e che “venga revocato l’ampliamento concesso dalla Regione che trasformerebbe il sito attuale nella più grande discarica dell’isola, trasformando tutta la zona nella “pattumiera” della Sicilia e di conseguenza la revisione dell’attuale piano regionale dei rifiuti”.