Russo lascia e scrive a Miccichè | "Sei stato tu a seguire me" - Live Sicilia

Russo lascia e scrive a Miccichè | “Sei stato tu a seguire me”

L'assessore alla Salute formalizza il suo addio al ruolo di vice di Lombardo, poi invia una lettera al leader di Grande Sud: "Lombardo si è involuto ed è tornato ai metodi della vecchia politica".

Tornerà a fare il magistrato
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Due lettere. Per chiudere la propria esperienza da “vice-Lombardo”. E per chiarire con Gianfranco Micciché sulle ragioni del dissenso. Massimo Russo ha ufficializzato da vicepresidente della Regione siciliana. Lo ha fatto con una lettera brevissima, di tre righe. Le motivazioni della scelta le aveva, del resto, già ampiamente illustrate a Raffaele Lombardo, in un colloquio nel quale, “per la prima volta – ha raccontato Russo – ho dato del ‘tu’ al governatore”. Eppure, proprio la lettera di dimissioni si lega molto alla seconda missiva di Russo. Inviata, stavolta, a Gianfranco Micciché. Proprio l’alleanza tra il governatore uscente e il leader di Grande Sud, infatti, ha rappresentato il motivo della rottura. Niente di personale, però, precisa Russo. Le questioni sono più ampie, generali. E per questo, forse, più profonde.

“Caro Gianfranco, – scrive infatti Russo – nulla di personale nelle mie scelte. Il nostro rapporto, del resto, è sempre stato caratterizzato da franchezza e simpatia. Non dimentico che sei stato uno dei pochi politici siciliani che ha giudicato da ’10 in pagella’ il lavoro di risanamento che abbiamo effettuato nella sanità e anche per questo non ho dato troppo peso ai giudizi, esageratamente critici, che mi hai rivolto quando il gruppo politico che rappresenti è uscito dal Governo”.

Al di là dei ringraziamenti, però, ecco che Russo prende nettamente le distanze dall’ex sottosegretario. “Per amor del vero, – aggiunge – non sono mai stato con te e lo sai, semmai è successo il contrario. Io quattro anni fa ho accettato una sfida, al fianco di un personaggio magari ingombrante come il presidente Lombardo, per amore di questa terra, per proseguire l’impegno civile all’interno delle istituzioni, per continuare la lotta alla mafia che ho combattuto per oltre vent’anni da magistrato, per fare rispettare le regole nella giungla della pubblica amministrazione, per di più nel settore storicamente più compromesso come quello della sanità e per contribuire all’avvio di una stagione di vere riforme con l’obiettivo di cambiare la Sicilia”.

Quindi è il momento dell’orgoglio dell’assessore, che rivendica i successi ottenuti nell’opera di risanamento della Sanità siciliana: “I risultati – dice – sono stati più che incoraggianti. Lo stesso ministro ha ammesso che in Sicilia si è fatto un miracolo con il risanamento dei bilanci e la riqualificazione dei servizi sanitari per i cittadini. E anche in altri settori della pubblica amministrazione sono state poste le basi per un risanamento strutturale. Bisognerà prima o poi riconoscere, altresì, – prosegue Russo – che ho contribuito a far compiere al presidente Lombardo quelle scelte politiche che lo hanno fatto progressivamente allontanare dall’originaria maggioranza, tracciando un nuovo percorso in nome del vero cambiamento della Sicilia. Percorso che purtroppo si è interrotto e certamente non soltanto per colpa di Lombardo, il quale però adesso ha compiuto a mio parere una scelta involutiva – nella quale non mi ritrovo – riproponendo il linguaggio della vecchia politica che non capisco e non voglio capire, facendo scelte di corto respiro che sono lontanissime dal mio mondo e sulle quali non intendo più metterci la faccia”.

Prendo atto che per la prima volta nella tua carriera politica – riconosce Russo a Micciché – prendi ufficialmente le distanze da Berlusconi e Dell’Utri ma le nostre strade, caro Gianfranco, non si incontreranno. Mi auguro, in questo momento di grande difficoltà per la Sicilia, che la competizione elettorale possa essere condotta all’insegna della serietà e del senso di responsabilità, con un linguaggio di sobrietà – conclude – che non allontani ulteriormente la gente dalla politica”.

Intanto, con la formalizzazione delle dimissioni di Russo, resta quindi scoperto il ruolo di vicepresidente. A dire il vero, il presidente c’è, nonostante sia dimissionario, quindi la nomina di un vice non sarebbe necessaria. Anche se lo Statuto non specifica nel dettaglio questa situazione (presidente e vicepresidente dimessi). Così, si fanno strada altre ipotesi sul possibile nuovo “vice”. Potrebbe essere indicato da Lombardo in giunta, essere rappresentato dall’assessore con maggiore anzianità nell’esecutuvo, e il quel caso si tratterebbe di Gaetano Armao. Infine, l’esito più paradossale: il vicepresidente potrebbe essere l’assessore più anziano anagraficamente. In quel caso, si tratterebbe di Andrea Vecchio. L’assessore che ha ripudiato Lombardo. E che Lombardo s’è pentito d’aver scelto.


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