Salvini allo Zen con La Vardera | "Noi il volto pulito di Palermo" - Live Sicilia

Salvini allo Zen con La Vardera | “Noi il volto pulito di Palermo”

Ismaele La Vardera con Matteo Salvini

Il leader della Lega in città: "In Sicilia una delle classi politiche più incapaci".

verso Le Amministrative
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PALERMO – Matteo Salvini gira Palermo con l’entusiasmo del turista, accompagnato dal suo candidato a sindaco Ismaele La Vardera e dai militanti del movimento Noi con Salvini. Si lascia affascinare, cerca di farsi raccontare le esperienze dei quartieri popolari, prova nuovi sapori rimanendo estasiato al primo morso di un panino con la milza. Un’esperienza che gli fa dire “La ricchezza dell’Italia è proprio la nostra diversità: a Palermo trovi la milza, in Romagna la piadina. Altro che wurstel e crauti”.

Palermo, da parte sua, sembra accogliere Salvini. Rispetto ad appena dieci anni fa, quando un qualsiasi leader leghista sarebbe stato accolto con fischi e contestazioni, il cambio di atmosfera è evidente. Salvini e il suo seguito fanno colazione in un bar nello Zen e poi passeggiano per le strade del quartiere, circondati da curiosi e da persone che chiedono al leader leghista di fermarsi per un selfie o per presentare i propri figli e parenti. Lui si ferma, sempre, e ha solo parole d’elogio per tutto quello che gli sta intorno. “La Sicilia più la conosco e più mi piace – dice a un cronista – purtroppo ha una delle classi politiche più incapaci, più sprecona e meno onesta e efficiente uno trovi in Italia”.

L’accoglienza, quando arriva in un noto locale del centro per un panino e un bagno di folla, è buona, ma non esaltante. Dentro il locale si raccolgono i suoi sostenitori, che gli chiedono altri selfie. Salvini fa due chiacchiere con il titolare e fa partire una diretta Facebook in cui descrive la tavola calda e la preparazione dei panini. Fuori dal locale, nel banchetto di pesce e in quello della frutta, le persone reagiscono in modo tiepido, gettano uno sguardo ma continuano a farsi gli affari propri. Nella calca della focacceria, una signora prova a farsi sentire dal leader leghista: “Ma è vero che vuole buttarci fuori dall’Italia?”. Uno dei sostenitori di Salvini, un giovane con occhiali e piercing, le risponde con condiscendenza: “No signora, è cambiato”. Il segretario del Carroccio dà un morso di pane con la milza e c’è chi lo applaude, ma lui risponde ruvido: “Non sto mica facendo una furbata, anzi, mangio una cosa buonissima”.

La normalità del suo rapporto con i palermitani e la separazione tra i siciliani e i loro governanti: questo il fulcro di ogni discorso che Salvini tiene a Palermo. L’obiettivo, più che sostenere il candidato sindaco La Vardera, sembra quello di instaurare un rapporto con i palermitani che vada oltre il vecchio luogo comune della Lega contro i meridionali. Il terreno comune, il bersaglio cercato da Salvini è la classe politica siciliana con cui La Vardera deve misurarsi alle elezioni comunali. “Gli altri hanno una marea di soldi e appalti – dice Salvini – gente che entra ed esce dalla galera. Noi siamo sempre stabilmente a volto pulito e a testa alta”. Ma ci sono anche i leader mondiali arroccati a Taormina, a cui Salvini contrappone la propria presenza nei quartieri popolari: “Oggi i Tg faranno vedere il G7 con i potenti che parlano. Mattarella che abbraccia Crocetta all’Ars. Noi passeggiamo allo Zen facendo vedere quello che di buono fanno i palermitani”.

“Vi chiedo un miracolo: voglio commentare un bel risultato da Palermo. Noi siamo il volto pulito”. Rivolgendosi ai suoi sostenitori, radunati nella sala congressi di un hotel, il leader della Lega omette volutamente di dare percentuali o soglie oltre le quali reclamerebbe una vittoria, perchè, dice, “già oggi mi considero vincitore, dato che oggi qui c’è una comunità che anni fa non esisteva”. Salvini chiede il voto dei palermitani perchè “mi piacerebbe vedere la vostra genuinità in consiglio comunale, significherebbe che tutta Italia è unita nel segno del cambiamento”. “Non abbiamo soldi né manifesti – conclude Salvini – non promettiamo soldi né appalti e non vogliamo farlo, ma vogliamo convincere la metà dei palermitani che secondo i sondaggi non va a votare”.

“Sono tornato a Palermo, lasciando un lavoro a Milano, perché è amministrata da trent’anni sempre dalla stessa faccia”: Ismaele La Vardera parla alla platea dopo Salvini, e rivendica la scelta di non nascondere l’appoggio ricevuto dai partiti. “Siamo gli unici che mettono i simboli dei partiti, mentre gli altri scappano via, li nascondono o se li vedono imporre dagli altri”. Il riferimento di La Vardera è sia alla lista Democratici e Popolari, attraverso cui il Pd appoggia Orlando, sia a Fabrizio Ferrandelli, che ha deciso di mostrare il simbolo di Forza Italia tra le liste che lo appoggiano dopo la mediazione di Totò Cuffaro. La Vardera risponde anche a chi gli ricorda il passato antimeridionalista della Lega: “A chi mi chiede perché sto con Salvini, rispondo che Cuffaro e Micciché, che dicevano di amare la nostra terra, l’hanno divorata”.


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