Borsellino sconfessa Russo | Un manager in quota Firrarello - Live Sicilia

Borsellino sconfessa Russo | Un manager in quota Firrarello

Massimo Russo

Il nuovo assessore alla Sanità, Lucia Borsellino, revoca gli incarichi dei manager bocciati dall'Agenas, che furono invece "salvati" qualche mese fa dal suo predecessore. Escono di scena anche i fedelissimi del vecchio governo. Intanto, all'Asp di Caltanissetta va un dirigente vicino al senatore catanese del Pdl. Un "caso" che ricorda quello di Patrizia Valenti.

I manager della Sanità
di
4 min di lettura

PALERMO – “Le scelte, comunque sia, avranno una ‘logica’ politica”. Così, ieri, il presidente della Commissione Sanità all’Ars Pippo Di Giacomo anticipava le prime mosse della giunta Crocetta sulla Sanità siciliana. E di “logica politica”, se non di “manovra elettorale” parlano oggi i sindacati, nel day after della lunga giornata dei manager.

Logica politica, quindi. Ma quale logica? Il nodo sta proprio lì. Perché dai primi movimenti del nuovo governo emerge qualche contraddizione, qualche dubbio, qualche conto che non torna. A cominciare dalla più evidente delle contraddizioni. Le nomine, come specificato ieri dalla nota diffusa dal governatore, sono il frutto, come la legge impone, delle proposte dell’assessore Lucia Borsellino. Che ha deciso di basarsi su un presupposto più o meno “tangibile”: la valutazione compiuta dall’Agenas sui manager, nella scorsa estate. Una valutazione che aveva censurato l’operato di sei dirigenti di Asp, Ospedali e policlinici. Ed ecco, come detto, il primo “corto circuito”. La bocciatura di quei manager arrivò, appunto, circa sette mesi fa. Allora, l’assessore era Massimo Russo. E Lucia Borsellino era il dirigente generale al quale lo stesso Russo, poche settimane fa, si augurava di lasciare il testimone. Ecco, l’assessore Russo di quel giudizio dell’Agenas se ne infischiò. E lasciò a una nota del 31 agosto scorso le motivazioni alla base della sua scelta di confermare i commissari straordinari in carica. Anche quelli bocciati. “Non trattandosi di un rinnovo del mandato di direttore generale – disse allora Russo – le valutazioni espresse dall’Agenas risultano inconferenti rispetto all’obbligo, introdotto dalla legge regionale, di nominare commissari straordinari gli stessi direttori generali arrivati a scadenza naturale del loro contratto”. Ma non solo. “Nel prendere atto dei sei giudizi di insufficienza espressi dall’Agenas – aggiunse l’assessore – va anche sottolineato che i parametri di valutazione non hanno tenuto conto del contesto ambientale nel quale ciascun manager ha operato”. Insomma, quelle valutazioni non erano e non potevano essere, insomma, così decisive per la scelta dei manager. Passano quindi appena quattro mesi e mezzo. E il dirigente generale di allora, Lucia Borsellino, divenuta assessore, decide di ripescare quella “inconferente” valutazione, e di farla diventare il perno su cui basare il primo atto di spoil system nella Sanità. E fin qui, tutto sommato, e al di là del repentino cambiamento di orizzonte, tutto appare in qualche modo giustificabile. Il nuovo assessore la pensa in maniera diversa dal vecchio, col quale ha lavorato in simbiosi. Succede. Nessuno scandalo.

Quello che non si comprende, però, è come mai il “principio” si sia scontrato con la realtà. Al punto da perdere la propria essenza di “principio”, appunto. Perché tra i sei bocciati dall’Agenas, ecco figurare anche Salvatore Cirignotta. A prescindere dai giudizi sul complesso operato del commissario dell’Asp di Palermo (fino a qualche giorno fa guida anche dell’Asp di Ragusa), il dubbio rimane: e il principio? È possibile che la valutazione dell’Agenas sia stata considerata “decisiva” solo per cinque dei sei manager “bocciati”? E ancora, “stride”, in questo quadro, la scelta di lasciar decadere Francesco Poli. Da tempo, e notoriamente vicino all’ex presidente della Regione Raffaele Lombardo (ma anche all’ex assessore Russo).

“Logica politica”, si è detto. E qui, almeno, pare molto evidente. Come pare evidente nel caso dei due manager piazzati ai vertici delle aziende palermitane. Giuseppe Termine e Renato Li Donni sono considerati assai vicini al Partito democratico. Prendono il posto di Mario La Rocca e Salvatore Di Rosa, legati all’era lombardiana. E stessa logica va rintracciata nella nomina di Ignazio Tozzo, vicino all’Udc, al Policlinico di Catania.

La “logica” invece fa a pugni col colore politico, invece, nel caso della nomina, a Caltanissetta, di Vittorio Virgilio, fino a ieri assessore comunale alla Sanità della giunta di Raffaele Stancanelli a Catania. “Io – dice a Live Sicilia Catania – sono originario di Gela e per me sarà come tornare a casa. Mi auguro di dare al meglio il mio contributo per il territorio dopo aver fatto bene al Policlinico”. Al di là della presenza in giunta, però, Virgilio è considerato molto vicino al senatore Pino Firrarello. Un caso che ricorda molto quello dell’assessore Patrizia Valenti, da anni vicina al genero di Firrarello, Giuseppe Castiglione. “Le malelingue – puntualizza però il nuovo Commissario dell’Asp di Caltanissetta – pensino ciò che vogliono. L’unica cosa che mi è stato detto è ‘sei stato scelto per il tuo alto curriculum’”. Nessuna “logica politica”, insomma. Così come nel caso di Giacomo Sampieri all’Asp di Enna, nominato, circa quattro anni fa direttore sanitario dall’ex assessore Massimo Russo. Quando, però, il governo era sostenuto da una maggioranza assai diversa da quella che ha concluso la legislatura. Ossia anche da Pdl e Udc. Quando le “logiche politiche”, insomma, erano altre.


Partecipa al dibattito: commenta questo articolo

Segui LiveSicilia sui social


Ricevi le nostre ultime notizie da Google News: clicca su SEGUICI, poi nella nuova schermata clicca sul pulsante con la stella!
SEGUICI