Sanità, la previsione: Sicilia fuori dal disavanzo in 2 anni

Sanità, 2 anni per uscire dal disavanzo. Rimborsi, la partita dei centri dialisi

La riunione in assessorato con i privati che erogano servizi in convenzione

PALERMO – Il governo regionale conta di poter portare la Sicilia fuori dai vincoli del piano di rientro dal disavanzo sanitario entro fine 2026. L’obiettivo, o meglio l’auspicio, è stato formulato dall’assessora alla Salute, Daniela Faraoni, nel corso dell’ultimo incontro con i rappresentanti dei laboratori d’analisi, dei centri di diagnostica, dialisi e fisioterapia.

Il nuovo tariffario dei rimborsi

Il comparto è in subbuglio da quando è entrato in vigore il nuovo tariffario ministeriale per i rimborsi delle prestazioni sanitarie erogate in regime di convenzione. Un taglio che in alcuni casi arriva al 60% e che ha portato le aziende a chiedere l’intervento della Regione, bloccata però dalle regole del piano di rientro che le impediscono di aggiungere risorse per colmare il gap tra vecchie e nuove tariffe.

La Regione e il piano di rientro dal disavanzo

Il mondo dei privati ora si pone il problema di una traversata del deserto lunga due anni. Tanto dovrà trascorrere prima che la Regione, a quel punto libera dai vincoli del patto con lo Stato, possa intervenire come meglio ritiene per sostenere il settore. “Il primo obiettivo è chiudere il piano di rientro”, ha scandito Faraoni a fine gennaio in commissione all’Ars. “Per il governo regionale è una priorità, ho preso l’impegno di fare tutto il possibile e lo stesso ho chiesto ai miei direttori generali”, ha aggiunto.

Confronto Roma-Palermo

Al momento l’unico aumento di risorse prospettato nel corso della riunione, alla quale ha partecipato anche il direttore del dipartimento di Pianificazione strategica Salvatore Iacolino, è quello previsto dall’ultima finanziaria nazionale: il 3,5% in più sull’intero aggregato del mondo dei convenzionati che vale 470 milioni di euro. A questa percentuale il governo Schifani potrebbe aggiungere dieci milioni di euro del bilancio regionale, ma prima serve una deroga al piano di rientro da parte del ministero.

Centri dialisi e nefrologia, partita nella partita

A questo punto, però, si apre una partita nella partita. Al tavolo di martedì, infatti, erano sedute tutte le varie anime che compongono il variegato mondo delle strutture accreditate ma l’ammontare dell’intero aggregato al quale è stato fatto esplicito riferimento nel corso dell’incontro è di 315 milioni di euro e non 470. IN questo moro resterebbero fuori dai giochi i centri di radiologia, nefrologia e dialisi. L’aumento del 3,5%, pari a 16 milioni, calcolato sull’intero aggregato, finirebbe ai laboratori analisi, alla cardiologia e alla riabilitazione.

La conseguenza è il malumore crescente di questa particolare branca ‘salvavita’ di strutture convenzionate, come la dialisi, che da tempo aveva avviato un tavolo di confronto separato con gli uffici dell’assessorato alla Salute.

Il tavolo ad hoc dei centri dialisi

La trattativa era stata intrapresa per tentare il recupero della quota di budget persa tra il 2022 e il 2024: otto milioni di euro in meno. Una intesa di massima era anche stata raggiunta e avrebbe consentito ai centri dialisi e nefrologia di recuperare 3,8 milioni di euro per il biennio 2025-2026 ma l’annuncio relativo all’aumento rispetto ad un aggregato di 315 milioni induce le aziende a ritenere che questa bozza di accordo sia saltata.

Il decreto in rampa di lancio

Tra i rappresentanti dei centri di dialisi e nefrologia (un’ottantina in tutta la Sicilia e con tremila lavoratori) serpeggiano così diversi punti interrogativi rispetto al contenuto di un decreto assessoriale ad hoc che sarebbe in rampa di lancio e pronto per alla firma di Faraoni.


Partecipa al dibattito: commenta questo articolo

Segui LiveSicilia sui social


Ricevi le nostre ultime notizie da Google News: clicca su SEGUICI, poi nella nuova schermata clicca sul pulsante con la stella!
SEGUICI