Scacco alla mafia dei Nebrodi |Colpo della Dia ai Santapaola - Live Sicilia

Scacco alla mafia dei Nebrodi |Colpo della Dia ai Santapaola

Destinatario del sequestro dell'ergastolano Giuseppe Pruiti. Il Presidente Antoci: "Importante operazione". VIDEO

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Giuseppe Pruiti

CATANIA – L’obiettivo è azzerare anche la forza economico e finanziaria della mafia che ha messo radici nei boschi dei Nebrodi. Pugno duro contro i Santapaola Ercolano che hanno creato tra Bronte e Cesarò, sotto il nome del boss Turi Catania, uno dei loro centri di potere per l’accumulo di capitali illeciti. La Direzione Investigativa Antimafia di Catania, con il supporto della Sezione Operativa di Messina, ha eseguito un decreto di sequestro emesso dal Tribunale di Messina – Sezione Misure di Prevenzione – su proposta avanzata dal Direttore della D.I.A., nei confronti dell’ergastolano Giuseppe Pruiti, 47 anni, che insieme al fratello Giovani è il capo del gruppo Santapaola Ercolano nel piccolo comune di Cesarò. Lo stesso clan che nelle settimane scorse è stato colpito dall’operazione antimafia “Nebrodi” che ha disarticolato la cosca di Turi Catania, uomo di spicco di Cosa nostra che aveva contatti diretti con i vertici criminali della consorteria come Enzo Aiello e – come è stato monitorato dai Ros – ha avuto modo di incontrarsi anche con i palermitani, emissari dei potenti capomafia Lo Piccolo. L’organizzazione criminale che ha seminato terrore tra Bronte, Maniace e Cesarò allo scopo di accaparrarsi ettari di pascolo e quindi ottenere i fondi europei.

Il Tribunale di Messina ha accolto accolto la proposta avanzata dal Direttore della Dia e in sinergia con la Procura Distrettuale Antimafia di Messina ha disposto il sequestro dei beni. Un tesoro di imprese e terreni riferibili direttamente o indirettamente al boss. Il provvedimento riguarda imprese operanti prettamente nel settore agricolo e nella ristorazione, numerosi terreni agricoli, fabbricati ubicati a Cesarò e Catania, diversi veicoli, centinaia di titoli ordinari Agea e rapporti finanziari in corso di quantificazione.

Le indagine serrate della Dia di Catania, diretta da Renato Panvino, scattate dopo il tentato attentato al Presidente Antoci del Parco dei Nebrodi hanno permesso di ricostuire l’intero sistema messo in piedi per ottenere i finanziamenti agricoli dell’Agea molte volte con l’assoluta inconsapevolezza dei proprietari terrieri. Gli uomini della Dia hanno monitorato diverse persone, in particolare è emersa la figura di Angioletta Triscari Giacucco, convivente dell’ergastolano. E’ stata inoltre ricostruita la capacità reddituale e patrimoniale del boss e del nucleo familiare. In particolare, è stata evidenziata la sproporzione tra i redditi dichiarati ed il patrimonio acquisito nel corso dell’ultimo decennio. Nonostante la cospicua percezione di contributi erogati dall’Unione Europea che, tra l’altro, non potevano essere assegnati a soggetti destinatari di misure di prevenzione e dei loro familiari, il patrimonio rilevato dalle investigazioni è risultato frutto di investimenti di gran lunga superiori ai flussi finanziari regolarmente dichiarati. Sono stati avviati anche controlli mirati anche nei patronati e in alcuni studi di professionisti che potrebbero aver favorito il sistema illecito.

IL PROFILO DEL CAPO MAFIA DI CESARO’. Giuseppe Pruiti è stato arrestato dell’operazione “Nitor” nel 2004 ed è stato condannato con sentenza passata in giudicato per i reati di associazione mafiosa ed omicidio, poiché ritenuto responsabile, unitamente a Gianfranco e Marco Conti Taguali, dell’omicidio di Bruno Sanfilippo Pulici, allevatore di Maniace, morto il 4 giugno del 2002 all’ospedale Cannizzaro di Catania, dove era stato ricoverato per le ferite infertegli dai pallettoni esplosi da un fucile utilizzato dai sicari. L’agguato era avvenuto in un terreno di contrada Vellamazzo di Cesarò.

PARLA IL PRESIDENTE ANTOCI. “L’operazione di oggi segna un momento importante nel percorso di contrasto alle mafie che abbiamo iniziato da tempo, mi sono complimentato personalmente con il direttore della Dia, il generale Nunzio Ferla, e con il capo centro Renato Panvino. L’aggressione ai patrimoni illeciti è necessario per ripristinare gli equilibri in un mondo economico inquinato dalla criminalità organizzata”, così Giuseppe Antoci, presidente del Parco dei Nebrodi.

 


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