Sequestro da un milione di euro agli eredi del "boss"

Sequestro agli eredi del “boss”| Beni per un milione di euro VIDEO

Le indagini patrimoniali hanno riguardato Mario Rosolino Cascio

PALERMO – È morto prima che le indagini sfociassero nel blitz chiamato Black Cat. Secondo gli investigatori, però, Mario Rosolino Cascio, classe ’53, sarebbe stato il capomafia di Valledolmo, in provincia di Palermo.

Misure di prevenzione

La sezione Misure di prevenzione del Tribunale, su richiesta della Procura della Repubblica, ha emesso un provvedimento di sequestro – il valore complessivo supera il milione di euro – di immobili, aziende e disponibilità finanziarie nei confronti degli eredi di Cascio. GUARDA IL VIDEO

Il provvedimento è stato eseguito dai finanzieri del Comando provinciale di Palermo, guidati dal generale Antonio Nicola Quintavalle Cecere, nei confronti della moglie e dei figli di Cascio.

Mafia e armi

Oltre che per associazione mafiosa Cascio era stato indagato per detenzione e porto illegale di armi. In alcune intercettazioni si parlava del suo interessamento per l’acquisto di due bazooka. Le indagini, condotte dalla compagnia Carabinieri di Termini Imerese, portarono nel 2016 all’arresto di 33 persone nei mandamenti mafiosi di Trabia e San Mauro Castelverde.

Sproporzione fra redditi e beni

Il procuratore aggiunto Marzia Sabella ha delegato gli accertamenti patrimoniali agli specialisti del Gico del Nucleo di polizia economico-finanziaria della Guardia di finanza, che hanno evidenziato una significativa sproporzione tra i redditi dichiarati e gli investimenti effettuati negli anni.

Finiscono sotto sequestro un minimarket e una rivendita di pietre e marmi a Valledolmo e disponibilità finanziarie per un valore complessivo che supera il milione di euro.

La normativa

“L’odierno sequestro valorizza una importante possibilità offerta dalla normativa in materia di prevenzione patrimoniale antimafia, che, infatti – si legge in una nota – non si esaurisce con la morte del proposto ma consente l’esercizio dell’azione di prevenzione nei confronti degli eredi del soggetto socialmente pericoloso nel termine di cinque anni dal decesso”.

“Aiutare l’economia pulita”

Il lavoro della Procura e della Finanza, spiega il colonnello Gianluca Angelini, comandante del Nucleo di polizia economico-finanziaria, “ha la duplice finalità di disarticolare in maniera radicale le organizzazioni criminali mediante l’aggressione delle ricchezze illecitamente accumulate e di liberare l’economia legale da indebite infiltrazioni della criminalità consentendo agli imprenditori onesti di operare in regime di leale concorrenza”.


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