Mi mandi una foto in intimo? - Live Sicilia

Mi mandi una foto in intimo?

Lei risponde che deve pensarci, ma sta già svuotando il cassetto per scegliere l'intimo da indossare. Un minuto di silenzio. L'attesa cresce insieme al pathos. Poi, finalmente, il sospirato segnale acustico.

“Ciao, sono un uomo sensibile. Scrivo poesie e ascolto i Modà”. “Anch’io sono sensibile”. “Davvero?” “Certo”. “Allora mi mandi una tua foto in intimo?”. Conversazioni di questo tipo se ne consumano ogni giorno e in ogni parte del mondo. Sexting, ma anche cretinismo avanzato. Addio profilattici. Il sesso sicuro e protetto si consuma dietro lo schermo del pc. Di solito, le due parti sono consenzienti, ma a volte capita di dover condurre una vera e propria trattativa. “Mi vergogno”, dice una lei timida e ingenua. “È un gesto di affetto e di fiducia”, risponde lui. “Non farò vedere a nessuno le tue foto”, continua. Lui sa che deve usare le parole giuste, altrimenti la trattativa rischia di saltare. Riflette sulla strategia migliore, poi tira fuori dal cappello le parole magiche. Quelle che funzionano sempre, a qualsiasi età e in qualsiasi contesto.

“Io non sono come gli altri. Fidati di me”. Lei risponde che deve pensarci, ma sta già svuotando il cassetto per scegliere l’intimo da indossare. Un minuto di silenzio. L’attesa cresce insieme al pathos. Poi, finalmente, il sospirato segnale acustico. Nuovo messaggio in arrivo. È lei, la ragazza della porta accanto. Se ne sta lì, sul display del cellulare, in reggiseno e mutande e in evidente difficoltà per la posizione da contorsionista che ha assunto. “Ti piaccio?”, chiede, pensando alla cellulite e a quel dannato foruncolo cresciuto sulla parte bassa del polpaccio della gamba destra.

“Sei bellissima”, risponde lui mentre, con la stessa espressione di un fedele che prega con un santino in mano, fa il giro della piazza mostrando la foto a tutti gli amici. Pensare che un tempo c’erano le case chiuse. Poi le hanno chiuse davvero. E da quel momento tutto è cambiato. Si fa quel che si può. Ci si arrangia, insomma. I desideri non sono più nascosti. Il nudo è scontato, richiesto, preteso e diffuso a tradimento. La cronaca racconta di ragazze che hanno ritrovano le proprie foto su un sito porno di serie B. Come è successo? Perché è successo?

Un salutare scambio di foto erotiche si trasforma in un incubo. Ma questo non basta per smorzare l’entusiasmo. Le donne hanno una missione: piacere e piacersi. E se l’uomo è bravo a digitare le parole giuste, il gioco è fatto. Renato è un direttore di banca. 50 anni. Bella presenza. Persona rispettata da tutti. Adora fare sexting. “È un passatempo”, dice, “ed è una forma di sesso sicuro. Non rischi nulla. Le donne poi sono più disinibite di quel che vogliono farci credere”, dice, sorridendo. “Dietro lo schermo del cellulare o del pc danno sfogo alle proprie fantasie. Tutto si basa sulla reciproca fiducia”. Renato è sposato. Tradire la moglie? “Mai. Solo on line”.

Caterina, invece, è una ragazza di 28 anni. Lei ha scoperto che facendo sexting non corre il rischio di rimanere incinta o di prendersi una malattia. Una scoperta folgorante che le ha cambiato la vita. Chat, messenger, mail ma anche messaggini come mms e sms: non si fa mancare nulla. È talmente avanti che usa il sexting anche per arrotondare la paghetta dei genitori o ricaricarsi il cellulare. Vantaggi? Tanti. Controindicazioni? Infinite. Il maschio alfa dominante, ad esempio, dopo aver ottenuto una decina di foto dal gentil sesso, si convincerà che quello che ottiene facilmente in chat può averlo anche nella realtà, che l’impotenza può essere combattuta con le parole scritte, che i profilattici appartengono alla preistoria, e che le donne, in fondo, sono tutte uguali.

Già. Le donne. Quelle meravigliose creature che, dopo aver raccolto centinaia di apprezzamenti, escono di casa rivendicando l’amore e il rispetto. Paladine confuse della lotta contro lo sfruttamento del corpo. Sante indignate, ma senza fede. Virtuose del web 2.0. Che predicano valori, e razzolano trasgressioni.

 


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