PALERMO- Don Vincenzo Esposito è stato condannato a cinque anni per prostituzione minorile.
Il sacerdote, originario di Caltavuturo, in provincia di Palermo, e parroco a San Feliciano Magione in Umbria, è stato arrestato ad agosto dell’anno scorso.
I carabinieri della compagnia di Termini Imerese lo hanno intercettato mentre effettuava delle videochiamate hard con quattro ragazzini di 16 e 17 anni. In cambio dava loro dei soldi, tramite ricariche telefoniche o Postpay.
La sentenza è del tribunale di Termini Imerese presieduto da Vittorio Alcamo che ha riconosciuto il risarcimento dei danni nei confronti dei familiari dei ragazzini, parte civile al processo con l’assistenza degli avvocati Francesco Paolo Sanfilippo, Giuseppe Canzone e Caterina Intile.
Una parentesi nel contesto di “una stimata missione pastorale” che non configurerebbe il reato di prostituzione minorile.
Così si è difeso il sacerdote, sostenendo di non avere chiesto ai minorenni di effettuare le videochiamate. Sarebbe stata una iniziativa dei ragazzini. Esposito si limitava a guardare gli adolescenti in atteggiamenti intimi, prima di servire messa o celebrare un funerale.
La difesa ha anche rimarcato la “missione” del sacerdote che “ha sempre aiutato queste e tante altre famiglie disagiate di Termini Imerese a pagare le bollette e a fare fronte alle spese familiari senza aver mai chiesto nulla in cambio”.
I ragazzini protagonisti della chat a sfondo sessuale vivono tutti in condizioni di disagio economico. I soldi ricevuti dal sacerdote, piccole cifre fra 10 e 30 euro, li utilizzavano per andare a mangiare la pizza con gli amici o tagliare i capelli dal barbiere.
Il prete era finito sotto processo con giudizio immediato, mentre si continua a indagare sulla mamma di uno dei ragazzini che avrebbe fatto da intermediaria fra il sacerdote e il figlio.