Sicilia, appalto da 227 milioni nella Sanità: tutto da rifare

Sicilia, appalto da 227 milioni nella Sanità: tutto da rifare

Il Cga annulla la gara. Un imprenditore ha confessato di avere promesso una tangente

PALERMO – L’appalto va annullato. Ci sono state troppe irregolarità nella gara e bisogna ripartire da capo. Il Consiglio di giustizia amministrativa azzera l’assegnazione dei servizi di pulizia negli ospedali siciliani. Una gara da 227 milioni di euro finita al centro delle indagini e del processo sul giro di corruzione orchestrato da Fabio Damiani, ex presidente della Centrale unica di committenza che gestisce gli appalti per la Regione siciliana.

La corruzione e la confessione

Ad aggiudicarsi la fetta più grossa dell’appalto, bandito nel 2017, era stata la Pfe. il cui presidente, ormai ex, Salvatore Navarra ha confessato di avere promesso una tangente da un milione di euro a Damiani, che guidava la commissione di gara. “Ero sconvolto, ma rischiamo di perdere tutto”, ha raccontato Navarra che in primo grado è stato condannato a cinque anni e 10 mesi.

Già il Tar aveva deciso che bisognava fare scorrere la graduatoria. I lavori sono stati assegnati a chi si era piazzato dopo Pfe e cioè Dussmann (che ha ottenuto due lotti a Catania, uno a Palermo e uno a Siracusa), Manutencoop-Rekeep (che si è aggiudicata due lotti a Palermo, uno a Trapani e uno a Caltanissetta), e Markas-Pulitori e Affini (lotti a Catania e Messina). Fra corsi e ricorsi il servizio è partito nel 2021.

Rinominare la commissione di gara

Le altre società escluse hanno fatto ricorso al Consiglio di giustizia amministrativa. Il provvedimento che azzera tutto è stato emesso dal collegio presieduto da Ermanno De Francisco. Il giudice estensore è Antonino Caleca. Viene deciso “l’annullamento – quantomeno – del provvedimento di nomina della Commissione di gara e degli atti successivi, con la necessità di procedere a una nuova valutazione delle offerte presentate dagli operatori economici nella gara, in ragione della conservazione dell’efficacia degli atti antecedenti alla nomina della commissione non invalidati”.

In un passaggio decisivo del provvedimento si legge che “non è compito del giudice amministrativo (né della pubblica amministrazione) decidere in ordine alla colpevolezza o meno dei soggetti sottoposti all’indagine penale; ma è dovere del giudice amministrativo valutare se gli elementi acquisti in sede penale impongano di ritenere che la pubblica amministrazione non sia stata posta in condizione, nell’espletamento di una procedura pubblica, di individuare, in ipotesi, il migliore degli offerenti, soddisfacendo così il pubblico interesse; né, come in questo caso, di correttamente graduare tra loro le offerte dei partecipanti ulteriori a quelli risultati inizialmente vincitori, essendo stata in ciò impedita dalle finalità illecite che avrebbero mosso la maggioranza dei componenti del seggio nell’attribuzione dei punteggi non solo ai vincitori, ma anche agli altri partecipanti alla gara”.

“Indebita influenza”

Ci sono “elementi tali da poter ricavare la ragionevole convinzione che si sia verificata un’indebita influenza nei processi decisionali dell’amministrazione“. La Regione siciliana ha un anno di tempo per trovare un nuovo aggiudicatario del servizio che nel frattempo sarà garantito dalle società che lo stanno già svolgendo. Una nuova commissione dovrà rivalutare tutte le offerte iniziali oppure, ma spetta alla Regione decidere, potrebbe essere bandita una nuova gara.


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