"Malati abbandonati in barella, la sanità siciliana rischia la catastrofe"

“Malati abbandonati in barella, la sanità rischia la catastrofe”

Il momento drammatico di pazienti e lavoratori. L'intervista a Giuseppe Bonsignore.
PARLA IL SINDACALISTA
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“Vuole la soluzione per la sanità siciliana? Assumere, assumere, assumere. O si fa così, oppure andiamo incontro a una situazione che sarà catastrofica, ancora più drammatica di quella presente”.

Il dottore Giuseppe Bonsignore è il segretario regionale del CIMO, la confederazione dei medici ospedalieri. E’ un camice bianco che conosce la trincea. Qui parla, come seguace di Ippocrate e come sindacalista, di quello che sta succedendo negli ospedali siciliani, spesso disarmati e in difficoltà nella fase che viene definita ‘post pandemica’ (facendo gli debiti scongiuri). Lo spettacolo non è edificante, specialmente se si può inciampare in pazienti stesi per terra. Così abbiamo raccontato in un precedente reportage. (a cui si riferisce la foto di copertina)

Assumere, assumere, assumere. Chi?
“Tutto il personale che serve. Medici, soprattutto, infermieri e operatori socio sanitari che sono incredibilmente invisibili per la politica. Ed è un gravissimo errore perché si tratta di figure insostituibili che si prendono cura del paziente, che lo lavano e che lo accudiscono. Senza di loro gli ospedali crollano”.

La situazione attuale?
“Tantissimi reparti sono a corto di personale medico. Veniamo da una fase pandemica in cui l’emergenza ha soltanto permesso di turare qualche falla. Nell’ordinario le dotazioni organiche, approvate dai decreti assessoriali, di fatto, sono carenti. Abbiamo una sanità sulla carta e i risultati si vedono”.

Il limite critico?
“Il primo gennaio, quando saranno scaduti i contratti legati al Covid con lavoratori che si sono occupati di tutto in un sistema sanitario come quello siciliano che non ha mai goduto di buona salute, per usare un eufemismo. Si deve provvedere velocemente, Altrimenti, lo ripeto, la catastrofe sarà completa”.

Poi c’è la questione dei pronto soccorso e dei gravissimi disagi, per esempio, a Villa Sofia.
“Quello è un caso a parte. Il mio plauso, ancora una volta, va al personale che è encomiabile, ma la situazione è veramente tremenda. Ci vorrebbero cinque sale di visita e ci sono due stanzette con giovani ed eroici medici. Ma il discorso è complicato, a cominciare dal fatto che i concorsi per l’urgenza sono un deserto”.

Lei è stato di recente al pronto soccorso di Villa Sofia?
“Sì e ho visto scene raccapriccianti. Venticinque pazienti in barella, alcuni nudi, altri che si facevano i bisogni addosso. Tenevo la mano a un anziano che ripeteva: ‘Ma le sembra giusto?’. No, non lo è. Da medico ho provato vergogna”.

Chi è il destinatario del vostro appello?
“Il presidente della Regione che, al momento, ha la delega alla Sanità e l’assessore che verrà. La politica deve sbrigarsi”. (Roberto Puglisi)

Giuseppe Bonsignore

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