CATANIA. E’ stato sospeso il tentativo di pignoramento risarcitorio intrapreso quest’oggi da Carmelo Cocuzza, ex lavoratore di Sigonella. I vertici della base militare si sarebbero mostrati disponibili ad avviare una fase di riconciliazione. “Vista questa apertura da parte loro abbiamo convenuto in accordo con gli avvocati e l’ufficiale giudiziario sospendere il pignoramento. Rimaniamo in attesa di vedere cosa accadrà nei prossimi giorni” – spiega l’ex lavoratore. Per lunedì sarebbe già fissato un incontro a Palermo fra le parti e al quale parteciperanno anche un legale di Roma, un funzionario dell’ambasciata americana e la responsabile di Londra del personale europeo. Quest’oggi Cocuzza si è presentato per la seconda volta nella sede di Sigonella NAS affiancato dal suo legale, l’avvocato Concetta La Delfa e al seguito dell’ ufficiale giudiziario e dei carabinieri, per effettuare un pignoramento risarcitorio. Ma al momento tutto sospeso, dunque.
Cocuzza era dipendente della base di Aeronautica militare con la mansione di vetrinista. L’uomo fu licenziato 16 anni fa insieme ad una sua collega statunitense con l’accusa di avere falsificato un cartellino. Cocuzza avrebbe dimostrato attraverso tre gradi di giudizio di non avere mai compiuto nessun atto illecito. “Ho tre sentenze dalla mia parte, sia in primo grado del 2007, – dice – poi alla Corte d’Appello e infine alla Cassazione che provano che tutto ciò di cui mi accusavano era falso. Abbiamo notificato gli atti a tutti gli enti preposti, ma tutto è rimasto inascoltato”. Nonostante le sentenze, infatti Cocuzza non sarebbe mai stato reintegrato nel posto di lavoro e dopo tutti questi anni è ancora in attesa un risarcimento. A Cocuzza spetterebbe da parte degli Usa una cifra considerevole. Quanto alla collega americana, invece, sarebbe stata dopo poco tempo reintegrata nel posto di lavoro. “Sono comunque fiducioso. Spero si possa risolvere questa vicenda così dolorosa per la mia persona”.
La stazione aeronavale marina Usa di Sigonella è oggi intervenuta a seguito della riapertura della caso. “Gli Stati Uniti d’America – spiega il capitano di vascello, Chris Dennis – lavorano in collaborazione con l’Italia e la NATO per garantire una più ampia pace e sicurezza nella regione e per sostenere le migliaia di lavoratori, americani ed italiani che fanno parte della comunità di Sigonella. Come ospite della comunità italiana ed essendo uno dei maggiori datori di lavoro in Sicilia, la Stazione Aeronavale della Marina di Sigonella ripone la massima importanza nel mantenimento della fiducia di cui gode presso il pubblico e dei rapporti di solida amicizia. Il governo degli Stati Uniti rispetta gli accordi internazionali e la legge italiana, e cerca di trovare, in buona fede, soluzioni a tutti i casi come questo. Di conseguenza, lunedì prossimo, il signor Cocuzza si incontrerà con dei funzionari dell’Ambasciata degli Stati Uniti e del Dipartimento di Giustizia americano per discutere le restanti problematiche relative alla sua rivendicazione contro la Stazione Aeronavale americana”.
Ma la vicenda sta rimbalzando dappertutto. A intervenire è stato anche il deputato democratico Giuseppe Berreta tramite una interrogazione urgente rivolta ai Ministeri della Difesa, degli Esteri e della Giustizia per chiedere “di intervenire sulla vicenda di Carmelo Cocuzza, il lavoratore di Catania ingiustamente licenziato sedici anni fa dalla base militare americana di Sigonella”. Il deputato etneo ha investito della questione i ministri Roberta Pinotti, Paolo Gentiloni e Andrea Orlando. “Si tratta di una vicenda profondamente ingiusta per questo lavoratore catanese, impiegato all’interno della base militare di Sigonella, licenziato sedici anni fa ma che secondo la giustizia italiana fu licenziato ingiustamente” sottolinea Berretta. “Ben tre gradi di giudizio hanno stabilito chiaramente che il lavoratore andava reintegrato e risarcito per i danni subiti – prosegue il deputato nazionale dei Democratici – è grave pertanto che la base USA non solo non abbia provveduto a riassumere il lavoratore ma si stia anche rifiutando di risarcirlo per i danni subiti, opponendosi di fatto al pignoramento definitivo e mettendo in discussione le leggi dello Stato italiano”.
“Ci auguriamo che la storia di Cocuzza si concluda positivamente e in tempi brevi – afferma Margheria Patti della Cgil – all’insegna della legge e della giustizia italiana. Lo Stato italiano gli ha riconosciuto di avere ragione e l’appuntamento di lunedì fra le parti potrebbe finalmente chiudere una volta per tutte questo caso che nel tempo è diventato increscioso, visto che non è stato riconosciuto immediatamente ad un cittadino italiano di aver vinto una battaglia. Diversamente è andata per la sua collega americana che a differenza di Cocuzza fu reintegrata in tempi brevissimi. Si tratta di una discriminazione tra due posizioni identiche che non può passare sotto silenzio, così come non può passare inosservato il fatto che un sindacato come la Cgil, il primo per iscritti in Italia e in Europa, non abbia diritto di rappresentanza nella Base di Sigonella. Noi siamo qui, ad aspettare”.
Cocuzza sarebbe già al secondo tentativo. Il primo, risalente allo scorso 12 febbraio, fu interrotto perché il comandante di Sigonella si era impegnato per iscritto davanti ad un colonello dell’aeronautica militare italiana, ai carabinieri e all’ufficiale giudiziario, a risolvere il problema in tempi rapidi.