"So chi ha ucciso Daniele Discrede" | Il giallo della nota di servizio - Live Sicilia

“So chi ha ucciso Daniele Discrede” | Il giallo della nota di servizio

Il momento in cui Daniele Discrede viene assassinato

Un atto investigativo scoperto per caso traccia una pista mai battuta sul delitto di Palermo.

PALERMO – La nota informativa è saltata fuori da un fascicolo che nulla c’entra con le indagini sul delitto, ma è dell’omicidio di Daniele Discrede che si parla. Un atto investigativo scoperto per caso che traccia una pista precisa e mai battuta.

Un poliziotto, una decina di giorni dopo la tragica rapina, raccolse una voce confidenziale. Confidenziale e bene informata: qualcuno allo Zen sapeva il nome di un componente del commando che il 24 maggio 2014 assaltò il deposito di bibite di via Roccazzo e fece fuoco contro Discrede.

Quel nome finì in una relazione di servizio di cui, però, solo una dozzina di giorni fa sono venuti a conoscenza i magistrati che indagano sull’omicidio.

La fonte confidenziale svelava l’identità di un rapinatore dal passato turbolento che il giorno del delitto si trovava agli arresti domiciliari, condizione che non gli avrebbe impedito di partecipare al colpo.

C’è molto di più: la fonte rivelava particolari di cui solo chi davvero partecipò alla tragica rapina poteva essere a conoscenza. A cominciare dalla reazione di Discrede che quando vide i rapinatori accanto alla figlia cercò di travolgerli con la motocicletta.

Come faceva a saperlo? In quel momento soltanto gli investigatori della Squadra mobile avevano visionato le immagini del sistema di videosorveglianza che la stampa, Livesicilia per primo, ha pubblicato solo poche settimane fa.

Il poliziotto, un anno dopo, sarebbe stato invischiato in una strana vicenda giudiziaria. Nei giorni del delitto Discrede era, e secondo molti lo è ancora, uno sbirro che sapeva muoversi in città. Ed è sempre fra i palazzoni dello Zen che l’agente raccolse la soffiata giusta su chi aveva colpito e ucciso il giovane neolaureato in Medicina Aldo Naro con un calcio alla nuca all’interno della discoteca Goa. Il caso fu poi risolto autonomamente dai poliziotti del commissariato San Lorenzo che nulla sapevano della soffiata.

Il rapinatore ha un nome, spetta alla Procura scoprire se davvero sia stato lui a uccidere Discrede. Sarebbe la svolta per un caso che il giudice per le indagini preliminari ha deciso di non archiviare, accogliendo i rilievi dei familiari.

Il Gip Marcella Ferrara ha chiesto di confrontare la rapina con tutte le altre su cui hanno indagato finora le forze dell’ordine. Comprese quelle messe a segno da rapinatori dello Zen per rubare carichi di sigarette. Il popolare rione palermitano potrebbe essere stata, infatti, la direzione di fuga dei rapinatori. Poche ore dopo l’omicidio a Torretta, uno dei primi paesi della provincia di Palermo, viene ritrovata una Citroen C4 distrutta dalle fiamme. La macchina era stata rubata otto mesi prima a Terrasini. È la stessa auto usata dai rapinatori? I poliziotti hanno scoperto che la Citroen alle 21.53 della sera del delitto è transitata sotto il ponte di viale Michelangelo-Viale Lazio in direzione Trapani, e due minuti in quello di via Belgio. Le tracce si perdono all’imbocco dell’autostrada per Mazara del Vallo. Tommaso Natale, Zen o Sferracavallo sono le possibile direzioni di fuga. Da qui verso Torretta, dove la macchina viene bruciata.

Ora si è aggiunto un nuovo filone investigativo, finora inesplorato ed emerso per caso in un altro fascicolo. E la pista porta proprio allo Zen. “Io so chi c’era il giorno della rapina a Discrede”, disse una fonte confidenziale a un poliziotto.


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