Sociale, bus ecologici e scuole | Pon Metro in dirittura d'arrivo - Live Sicilia

Sociale, bus ecologici e scuole | Pon Metro in dirittura d’arrivo

La giunta ha approvato la versione definitiva del Piano da 129 milioni di euro per la Costa Sud. Entro giugno dovrebbe esserci la firma tra Roma e Bruxelles per l'erogazione delle somme.

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PALERMO – Entra nelle battute finali il Pon Metro, ovvero il piano da quasi 129 milioni di euro che Palermo ha predisposto e che spera di farsi finanziare dall’Unione europea. Un insieme di interventi che riguarderanno la Costa Sud della città e che potrebbero cambiare il volto della parte più meridionale del capoluogo attraverso progetti per il sociale, la riqualificazione energetica delle scuole e l’innovazione tecnologica.

Il Pon in sè, in realtà, non è una novità: il sindaco lo aveva presentato alla stampa lo scorso aprile, ma da allora è stato in parte rimodulato e la versione definitiva è stata adottata ufficialmente dalla giunta che lo ha così spedito a Roma nei tempi previsti. Il ministero per lo Sviluppo economico ha raccolto i programmi di 14 aree metropolitane (Bari, Bologna, Cagliari, Catania, Genova, Firenze, Messina, Milano, Napoli, Palermo, Reggio Calabria, Roma, Torino e Venezia) che adesso presenterà all’Ue per il sì definitivo. L’Italia dovrà firmare entro giugno l’accordo con l’Europa, così da permettere l’erogazione delle somme da parte di Bruxelles.

Le misure prevedono bus ecologici (34 milioni), più piste ciclabili (5 milioni), semafori intelligenti per ipovedenti (1 milione), un nodo di interscambio (2,5 milioni), sistemi di controllo del traffico mediante wi-fi (4 milioni). E ancora la riqualificazione di pali della luce e semafori, la valorizzazione dei monumenti con nuove illuminazioni e il tele monitoraggio delle scuole (43 milioni). Quasi 38 milioni serviranno per housing sociale, partecipazione, wi-fi pubblico, progetti di alfabetizzazione e antifrodi, autonomia abitativa per i rom, supporto economico per le famiglie sfrattate, accoglienza di familiari di ricoverati in ospedale o carcerati, abbattimento delle barriere architettoniche.

Si tratta di un programma molto innovativo rispetto al passato: l’Ue si impegna infatti a finanziare 100 aree metropolitane europee grazie alla programmazione comunitaria 2014-2020, erogando le somme direttamente alle città e scavalcando, di fatto, le regioni (contrariamente a quanto successo fino a oggi). Delle 14 aree metropolitane italiane, quelle del Sud avranno in media 80-100 milioni a testa, mentre quelle del resto della Penisola circa 30. Palermo conta sui ritardi delle altre città meridionali per farsi finanziare fino a 130 milioni. Rispetto alla prima bozza, si riducono gli interventi per la smart mobility, specie la mobilità elettrica, mentre aumentano quelli per il sociale e la riqualificazione energetica delle scuole. Il Comune non dovrà sborsare un euro e fungerà da stazione appaltante gestendo direttamente le somme. I progetti dovranno essere completati entro il 2021 e riguarderanno in particolare la zona di Maredolce, Brancaccio, Bandita, quella del Gasometro, dell’ex Macello e di Romagnolo e in minima parte anche i comuni di Misilmeri e Villabate. Il piano è stato proposto e firmato da Paolo Basile, allora a capo dell’area delle Politiche di sviluppo, oggi ufficio per i Fondi extracomunali.

“Palermo ha agito in modo innovativo, con un’azione sinergica che ha coinvolto non solo la struttura comunale ma anche la Circoscrizione e diversi attori del territorio, ed ha agito in fretta, tanto da poter sperare che ora venga riconosciuto il contributo per tutte le azioni richieste, sfruttando i ritardi nella progettazione da parte di alcune altre realtà – spiega il sindaco Orlando – se si considera che nel 2012 la progettazione comunitaria aveva portato a Palermo appena qualche migliaio di ruro, si tratta di un salto di qualità esponenziale”. L’assessore Agnese Ciulla, che ha seguito la parte della progettazione sociale sottolinea che “sarebbe bene poter avere strumenti finanziari integrati di questo tipo su vasta scala, perché permettono di integrare un’azione sinergica che va dall’affrontare il disagio e l’emergenza alla costruzione di uno sviluppo integrato del territorio, con un forte accento sull’innovazione e sulla partecipazione dei cittadini ai processi decisionali”.


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