Sparatoria di Librino: la violenza che ha dato il via alla guerra

Sparatoria di Librino: la violenza da cui è iniziata la guerra

Le immagini della spedizione dei Cursoti milanesi in via Diaz.

CATANIA – Uno schiaffo e un colpo di casco: sono le immagini da cui hanno preso l’abbrivio le indagini sulla sparatoria di Librino, in cui morirono Luciano D’Alessandro e Vincenzo Scalia e ne furono ferite altre sette. Il giorno prima della sparatoria, infatti, un gruppo di Cursoti Milanesi guidato da Carmelo Distefano aggredisce Gaetano Nobile nel suo mini market in via Diaz, sotto gli occhi di diversi telecamere di sorveglianza. Proprio grazie alle immagini gli investigatori riescono a farsi una prima idea dei partecipanti al conflitto a fuoco dell’otto agosto 2020, e del perché Cursoti Milanesi e clan Cappello siano arrivati a spararsi addosso per strada.

Sparatoria di Librino: i feriti

Mentre i bossoli appena sparati in viale Grimaldi sono ancora caldi, negli ospedali catanesi, la sera dell’otto agosto, iniziano ad arrivare persone ferite da armi da fuoco. Oltre alle due persone morte, arrivano in ospedale Concetto Alessio Bertucci, Martino Carmelo Sanfilippo, Luciano Guzzardi, Riccardo Pedicone, Gioacchino Spampinato, Renzo Cristaudo e Santo Guzzardi.

Tutti sono riconducibili, secondo gli investigatori, a due clan: a quello dei Cursoti milanesi e a quello dei Cappello.

Sempre nelle ore immediatamente successive alla sparatoria, si viene a sapere di un’aggressione avvenuta il giorno prima ai danni di Gaetano Nobile nel suo mini market. Nobile è un uomo vicino al clan Cappello e per gli informatori delle forze dell’ordine è stato aggredito da un gruppo di persone, tra cui Carmelo Distefano, capo dei Cursoti milanesi, e Martino Carmelo Sanfilippo, uno dei feriti in viale Grimaldi.

Proprio questa coincidenza spinge gli investigatori a scavare sull’aggressione a Nobile, acquisendo i video di sorveglianza nei pressi del suo mini market. Quello che vedono dà una grossa spinta alle indagini.

L’aggressione in video

Pomeriggio del 7 agosto 2020. Davanti al mini market di via Diaz, ripreso dalle videocamere, c’è Gaetano Nobile in compagnia di Luciano D’Alessandro, morto in viale Grimaldi, e di Alessio Bertucci, ferito da un colpo di pistola. All’improvviso arriva una colonna di scooter, alla guida di uno dei quali c’è Martino Carmelo Sanfilippo.

La presenza di queste tre persone nel video è importantissima. Come scrivono il procuratore aggiunto Ignazio Fonzo e il sostituto procuratore Alessandro Sorrentino nella loro memoria, “pone in diretta concatenazione i due eventi”, ovvero l’aggressione di via Diaz e la sparatoria di Librino.

Nei fotogrammi successivi si vedono sei uomini scendere dagli scooter. Si tratta di Carmelo Distefano, dello stesso Martino Carmelo Sanfilippo, di suo fratello Michael Agatino Sanfilippo, di Santo Tricomi e di Roberto Campisi. Secondo dichiarazioni rese successivamente alla giustizia da alcuni dei partecipanti all’aggressione, tutte queste persone, tranne Tricomi, erano fisicamente presenti in viale Grimaldi durante la sparatoria.

I colpi

Nelle immagini si vedono quindi una discussione tesa tra Distefano e Nobile. I due discutono per qualche secondo, poi Distefano dà uno schiaffo e un colpo di casco in testa a Nobile.

In quel momento, D’Alessandro e Bertucci intervengono per proteggere Nobile, che riesce a infilarsi nel mini market. Il gruppo guidato da Distefano, dopo aver cercato di colpire di nuovo Nobile, risale sugli scooter e abbandona la scena.

Le indagini sulla sparatoria di Librino

La notizia dell’aggressione di via Diaz dà uno spunto importante alle indagini. Tre persone presenti all’aggressione sono state ferite in viale Grimaldi, per cui l’ipotesi è che il conflitto a fuoco fosse una diretta conseguenza dei fatti del 7 agosto.

In seguito, anche grazie a rilevamenti video e alle parole dei collaboratori di giustizia, l’aggressione del 7 agosto diventa il caso che ha scatenato la guerra tra Cursoti milanesi e clan Cappello. A questi ultimi, infatti, si rivolge Gaetano Nobile.


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