Stallo Finanziaria, niente collegato | Il difficile cammino della manovra - Live Sicilia

Stallo Finanziaria, niente collegato | Il difficile cammino della manovra

Più volte rinviata la seduta. I dubbi su coperture finanziarie e costituzionalità.

PALERMO – Dalle 11 alle 16. Dalle 16 alle 18. Poi alle 19,30, poi appuntamento dopo cena. La Finanziaria è giunta in Aula, alleggerite dal nuovo stralcio di Miccichè, solo alle 20.10. Ma i dubbi sono stati tanti. Ieri, quelli sulla copertura finanziaria: stando ai calcoli degli uffici andava chiarito come “coprire”, appunto, norme che oscillavano complessivamente tra i 30 e i 50 milioni di euro. Dubbi fugati dopo una notte di lavoro all’assessorato al Bilancio. Ma fino a un certo punto.

Oggi, invece, già dal primo pomeriggio, ecco i nuovi intoppi. Intanto, “salta” la seduta della commissione bilancio che avrebbe dovuto occuparsi del cosiddetto “collegato”. Altra “mini-finanziaria” con norme molto importanti come la soppressione dell’Esa, la chiusura degli Iacp e l’accorpamento di Ircac e Crias in un unico ente. Peccato che anche in questo caso, così come avvenuto per la Finanziaria, gli emendamenti piovuti nelle commissioni di merito hanno appesantito un testo che era già frutto dello stralcio dalla Finanziaria originaria. E così, ecco che da una decina di articoli, si potrebbe arrivare al triplo delle norme. Un problema, visto che il collegato andrà esaminato nella stessa sessione di bilancio, cioè entro il 30 aprile, termine entro il quale andranno esaminati anche gli oltre 100 articoli della legge di stabilità. E così, all’Ars c’è già chi chiede di “posticipare” l’esame del collegato. Ma su quel testo, sono tante le attese sia a Sala d’Ercole sia tra i banchi del governo.

Ma come detto, se il collegato non è ancora approdato in Commissione bilancio, qualche problema, e anche non di poco conto, ha riguardato la Finanziaria. Fin dalle prime ore del pomeriggio, a Palazzo dei Normanni, si erano rincorse le voci su un nuovo intervento del presidente dell’Ars.Gianfranco Miccichè ha infatti deciso di stralciare dalla mega-finanziaria da oltre 120 articoli una trentina di norme. I motivi? Molte di queste – come ampiamente prevedibile – sarebbero a rischio di incostituzionalità, mentre altre – finanziate con fondi non regionali – non presenterebbero certezze sul finanziamento stesso. E così, ecco che in bilico finiscono ad esempio alcuni contributi per Messina (tra cui i 20 milioni per l’emergenza idrica), la norma che prevede il referendum per l’approvazione delle leggi di iniziativa popolare, alcuni contributi ‘ad hoc’ per Circoli e associazioni, oltre alla stabilizzazione dei Forestali che oggi lavorano 151 giorni l’anno. E così, è partita la corsa dei deputati “interessati” a mettere una pezza – giuridica o finanziaria – alle norme che rischiano di uscire dal testo. E i tempi si fanno sempre più stretti. E da oggi, i deputati “scontenti”, dopo la cancellazione di alcune norme dal testo e dopo i ritardi del collegato, saranno molti di più.


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