Firmato accordo con il sindaco |Dopo 111 giorni protesta finita - Live Sicilia

Firmato accordo con il sindaco |Dopo 111 giorni protesta finita

Raggiunto l'accordo tra il sindaco Stancanelli e il segretario regionale dell'Usb, Corrado Tabbita Siena. É tutto nero su bianco: le sette mensilità che l'Amministrazione deve corrispondere alle cooperative sociali saranno liquidate entro il mese di aprile. Dopo centoundici giorni di presidio permanente a piazza Università, arriva l'intesa davanti ad una trattativa che ha lasciato Catania con il fiato sospeso.

LA VERTENZA DEI SOCIO-ASSISTENZIALI
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5 min di lettura

Momento della conferenza stampa

CATANIA – Sant’Agata ha fatto il miracolo. Raggiunto, infatti, un protocollo d’intesa tra i lavoratori socio-assistenziali che non ricevono lo stipendio da sette mensilità, e il Comune di Catania. A firmarlo sono il sindaco Raffaele Stancanelli e il segretario regionale della Usb lavoro privato, Corrado Tabbita Siena. In concreto si è raggiunto un protocollo d’intesa che, nero su bianco, sancisce di mettere in pagamento “con cadenza mensile entro il mese Aprile 2013 l’intero importo spettante e nello specifico entro il mese di febbraio 2013 le fatture dei mesi di settembre 2013 e ottobre 2012 ed entro dicembre il mese di aprile 2013 le fatture di Novembre e Dicembre”. 

Il protocollo d'intesa firmato dal sindaco

Ci sono voluti dunque centoundici giorni di presidio permanente a Piazza Università per raggiungere una intesa che nel concreto fissa le tappe di un percorso spalmato nel tempo per tamponare la crisi di liquidità che si è abbattuta sul settore dei servizi sociali. Una via d’uscita per molti aspetti obbligata. Con l’inizio del nuovo anno, infatti, gli enti pubblici sono costretti a pagare entro e non oltre i trenta giorni le fatture emesse in ordine ai servizi resi alle pubbliche amministrazioni.

Corrado Tabbita Siena

É tanta la soddisfazione in casa Usb. Corrado Tabbita Siena, protagonista assoluto di una mobilitazione estenuante che ha avuto tutti i tratti di una lunga marcia nel deserto, ha parlato senza mezzi termini di “protocollo benedetto”: “Con questa intesa arriva una boccata di ossigeno per tutto il settore. Per noi – ha riferito a LiveSiciliaCatania il segretario dell’Usb- è un momento di assoluto riscatto”. Nonostante l’entusiasmo, Tabbita Siena ci tiene a sottolineare però un dato:“Attenzione, abbiamo vinto soltanto una battaglia e non tutta la guerra. Siamo pronti a tornare in piazza qualora i patti non venissero rispettati”. Soddisfazione pure da Palazzo degli Elefanti. Il sindaco Raffaele Stancanelli ha fatto sapere: “Voglio ricordare che anche questa dei servizi sociali è una condizione di sofferenza che abbiamo ereditato e su cui abbiamo compiuto una rivoluzione”. A margine dell’accordo presentato oggi, il Primo cittadino ci ha tenuto ha esprimere il suo personale ringraziamento ai lavoratori del settore: “Mi preme evidenziare come le proteste dei lavoratori siano stati sempre civili e pacifiche, nonostante l’oggettiva gravità della situazione”.

Perché ci sono voluti centoundici giorni per raggiungere un accordo?

Una manifestante

Questa è una bellissima domanda. Centounidici sono serviti per attirare l’attenzione di tutta la città. Noi abbiamo sempre sostenuto che questo settore fosse ritenuto la “cenerentola” di Catania. Si è data sempre precedenza ai pagamenti di altri. Per noi dunque è un momento di riscatto. Anche perché abbiamo fatto comprendere a tutta la collettività un dato essenziale: questo settore offre un servizio di fondamentale importanza per i più deboli. E che quindi non può essere più abbandonato.

É lecito parlare di una vittoria?

Sì, non abbiamo vinto però la guerra, ma soltanto una battaglia. Anché perché questa crisi non riguarda solo la città di Catania, ma tutta la Regione. Giorno 5 febbraio incontreremo Crocetta nel palazzo dell’Esa, chiederemo con forza un’attenzione particolare sul settore. Si parla tanto di in questi giorni di“rivoluzione”: noi crediamo, appunto, che bisogna riorganizzare tutto partendo dai servizi sociali.

Centoundici giorni sono quasi un’intera stagione. Un ricordo positivo?

La notte di Natale trascorsa qui con una parte dell’indigenza catanese. In quell’occasione abbiamo invitato il Sindaco e le istituzioni a lasciare il tetto familiare per unirsi alle sofferenze di tanti cittadini. Questo il primo cittadino lo avrebbe potuto fare, io lo avrei fatto. Ma ringrazio lo stesso chi ha partecipato. Ma anche chi, anche senza venire, ha mandato delle ottime pietanze per festeggiare. Abbiamo acceso un falò per far scaldare i tanti che nella solitudine erano in giro in quella notte. Il significato del falò è stato dunque morale e spirituale. Come dire: qui c’è un punto di riferimento.

E uno negativo?

La constatazione che ci sono tanti cittadini catanesi che hanno bisogno dell’assistenza dello Stato, del Comune, del pubblico. E’ necessario che ci sia maggior capacità di venire incontro ai più deboli. Sono in tanti che ne hanno bisogno. E saranno sempre di più. Su questo bisogna avere le idee quanto più chiare possibili.

Con il risultato di oggi si sono risolte tutte le vertenze a Catania?

La pace a Catania non è ancora arrivata. Faccio riferimento alla battaglia della Usb sul fronte dell’Opera diocesana assistenza. Che non è soltanto una questione economica e non riguarda soltanto il ritardo nel pagamento degli stipendi dei lavoratori. É una questione che va al di là, che potrebbe sbucare nella chiusura di questo Ente. Ed è un paradosso. L’Oda ha liste di attesa infinite. Ha grandi possibilità. Invece chiude pezzi della propria organizzazione. Questa cosa non la comprendiamo. Noi vogliamo appunto un confronto pubblico davanti alla cittadinanza.

Si spieghi meglio.

Che l’Oda chiuda è inaccettabile. É stato dichiarato che c’è un deficit di cinquanta milioni di euro. Ma i conti non tornano. L’Oda incamera dai 16 ai 20milioni l’anno d’introiti, il personale ne costa solo 11, tutto il resto va a fronte della gestione. Chiediamo di capire dunque dove vanno a finire questi fondi.

Secondo lei è una coincidenza che questo accordo sia stato siglato in prossimità delle festività agatine, a poche settimane dal voto per le politiche?

Credo maggiormente all’intervento di Sant’Agata. Ma anche alle tensioni che si stanno accumulando in città. Come credo pure alla solidarietà di quei tanti che hanno deciso di lasciare un messaggio nel libro che abbiamo messo a disposizione di tutti qui al presidio. Io comunque chiedo ai politici di prendere atto di questo, delle tribolazioni della gente, anche durante le elezioni.Se la politica poi è brava ed è capace, deve farsi forte di queste esigenze. Sennò si scredita.

 


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