Strage di Ardea, la vita spezzata di due fratellini

Strage di Ardea, la vita spezzata di due fratellini

La morte di tre vittime innocenti. La domanda: la strage poteva essere evitata?
IL FILM DEL DOLORE
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Ancora una volta il dolore di due bambini per sempre. Che rimarranno eterni in una foto di cronaca. Che non cresceranno più. Loro sono Daniel e David Fusinato, fratellini di cinque e dieci anni. Stavano giocando in mezzo al verde, ad Ardea, a Roma. Stavano giocando, come giocano i bambini. Insieme a Salvatore Ranieri, un uomo di settantaquattro anni, in una domenica di svago, hanno trovato la morte.

Il film della strage

Che cosa è accaduto, secondo la cronaca fin qui disponibile? All’origine del dolore c’è Andrea Pignani, un trentaquattrenne con problemi, che va coltivando rapporti ostili con il vicinato. Per le ricostruzione che abbiamo, ecco il film della strage. Pignani esce intorno alle undici. Indossa una felpa e dei guanti, con una zainetto e ha una pistola in pugno che punta, verosimilmente, contro le prime persone che incontra. Questo, almeno, quanto avrebbero appurato gli investigatori. L’uomo spara ai fratellini e a Ranieri che sopraggiunge in bicicletta. Torna nella villetta familiare, accompagna fuori la madre e si barrica. Si uccide dopo l’arrivo delle forze dell’ordine.

I problemi psichiatrici dell’assassino

Chi è dunque Andrea Pignani? Una figura avvolta nell’ombra, nascosta allo sguardo del prossimo. Laureato in ingegneria informatica, disoccupato, passava i giorni chiuso nella villetta rifugio. Era, secondo quanto viene riportato, uno psicolabile. Secondo l’agenzia Ansa che citiamo: ‘Andrea Pignani fu sottoposto a “consulenza psichiatrica” per uno “stato di agitazione psicomotoria” l’11 maggio scorso presso il Pronto Soccorso del Nuovo Ospedale dei Castelli di Ariccia (RM). E’ quanto è emerso dagli accertamenti dei carabinieri e della Procura di Velletri’.

Come mai aveva la pistola?

Come mai Andrea Pignani, con quei problemi, disponeva di una pistola? L’arma sarebbe stata regolarmente detenuta dal padre di Pignani, morto qualche mese fa. L’uomo fino al 1986 era stato una guardia giurata poi aveva continuato a detenere regolarmente la pistola. Che sarebbe stata conservata dal figlio. 

Il dolore e le domande

Molte sono le domande intorno al dolore. Sono stati compiuti tutti gli adempimenti necessari per evitare lo sviluppo tragico di quella personalità problematica? Pignani aveva una pistola che non doveva avere, qualcuno se ne era occupato? Quelle povere persone sono state uccise perché si trovavano lì, cioè per caso? Oggi ci sono fiori, peluche e palloni sul luogo del delitto. La nonna ha raccontato: “I bambini sono morti stringendo le mani del padre”.

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