Strage di migranti, fermati 2 scafisti | "Bilancio di 850 morti" - Live Sicilia

Strage di migranti, fermati 2 scafisti | “Bilancio di 850 morti”

Primi arresti per la strage di migranti. "Fermati i due scafisti dell'imbarcazione affondata. Si tratta del comandante, tunisino, e di un suo assistente, siriano", dice il ministro Alfano. Più chiara la dinamica della sciagura. Venerdì l'incidente probatorio per ascoltare i cinque testimoni. Quei migranti sullo yacht. IL VIDEO.

Il mare di morte
di
8 min di lettura

PALERMO- “Fermati i due scafisti dell’imbarcazione affondata. Si tratta del comandante, tunisino, e di un suo assistente, siriano”. Lo afferma in una dichiarazione il ministro dell’interno Angelino Alfano. ” E’ arrivata nel porto di Catania -prosegue Alfano- la nave della Capitaneria con a bordo i superstiti del naufragio al largo della Libia. Sulla nave, la Polizia ha svolto interrogatori e confronti che hanno consentito alla Procura della repubblica di Catania di individuare e disporre il fermo dei due scafisti”. ono accusati di omicidio colposo plurimo, naufragio e favoreggiamento d’immigrazione clandestina, i due presunti scafisti – comandante tunisino e assistente siriano – alla guida del barcone naufragato al largo di Malta. I due, ha spiegato il procuratore di Catania Giovanni Salvi, sono stati indicati dai sopravvissuti che erano a bordo della nave Gregoretti e riconosciuti anche dal giovane del Bangladesh ricoverato in ospedale a Catania a cui sono state mostrate delle fotografie.

Lo scafista che era al comando del barcone naufragato al largo della Libia, nel cercare di nascondersi e non farsi riconoscere, avrebbe pilotato con poca attenzione l’imbarcazione che sarebbe entrata in collisione con mercantile King Jacob che era giunto in zona per prestare i soccorsi. La ricostruzione è di sopravissuti alla tragedia.

Sabato sera, attorno alle 22, hanno raccontato i migranti agli operatori umanitari dell’Unhcr, dal barcone è stato avvistato il mercantile portoghese, che era stato dirottato in zona dalla centrale operativa della Guardia Costiera. A quel punto il tunisino che era alla guida e che è stato fermato ieri sera dalla polizia, avrebbe puntato la prua dell’imbarcazione verso la nave ma, una volta avvicinatosi, avrebbe pilotato senza la dovuta attenzione. “Voleva guidare la barca – hanno raccontato i sopravvissuti – e allo stesso tempo nascondersi tra di noi”. Questo atteggiamento del tunisino avrebbe portato il barcone ad urtare la King Jacob. A quel punto a bordo è scoppiato il panico: “tutti hanno iniziato ad agitarsi – hanno raccontato i migranti – quelli che erano più in basso hanno solo sentito l’urto ma non vedevano niente e volevano salire. Alcuni di quelli che erano sul ponte sono finiti in acqua subito. La barca ha cominciato a muoversi sempre di più e poi si è rivoltata”. All’Unhcr i migranti hanno raccontato di esser partiti dalla Libia sabato mattina, attorno alle otto, e hanno sostenuto che a bordo c’erano circa 800 persone.

Il naufragio del barcone al largo della Libia sarebbe dovuto a due cause: lo spostamento dei migranti sull’imbarcazione, che era sovraffollata, e l’errata manovra dello scafista che l’ha portata a collidere con il mercantile King Jacobs che era arrivato per soccorrere i migranti. E’ la ricostruzione della Procura di Catania.

Un vecchio yacht di lusso per trasportare ricchi migranti, che possono permettersi di pagare 8.500 euro a passeggero, nel tentativo di farli passare come turisti. E’ una delle nuove tecniche di trafficanti scoperta dalla polizia di Stato che ha fermato tre scafisti siriani. Erano alla guida del natante, con a bordo 99 extracomunitari, compresi 23 bambini forniti di salvagente, che si è bloccato in mare per un’avaria al motore. Soccorsi da un mercantile, i migranti sono sbarcati a Pozzallo.

I siriani fermati dalla squadra mobile della Questura sono Ahmmed Sabaji, di 25 anni, Almotassem Billah Harroum, di 31, e Moustafa Haj Slima, di 29. Il provvedimento è stato emesso dalla Procura di Ragusa. Sono stati identificati grazie alle testimonianze dei passeggeri, ma anche a dei selfie e delle foto scattati durante il viaggio sull’imbarcazione. Lo yacht era partito dalla Turchia con l’obiettivo di passare inosservato con dei turisti a bordo da fare poi sbarcare nottetempo sulla costa italiana. Ma un’avaria al motore lo ha fatto andare alla deriva nel Canale di Sicilia. Un guasto che ha fatto saltare il piano. Soccorsi dalla nave mercantile ‘Sagittarius’ sono stati soccorsi e portati a Pozzallo. Lo yacht è stato lasciato alla deriva. “L’equipaggio era di grande esperienza – hanno raccontato alla squadra mobile di Ragusa i migranti – e diceva che per loro era importante la sicurezza dei viaggiatori”. Che hanno pagato 8.500 euro ciascuno, con qualche ‘sconto’ per i bambini piccoli. “Per non morire – ha dichiarato un migrante – abbiano pagato tanto, ma siamo arrivati”. “Avevo paura di vivere in Siria – ha raccontato uno dei ‘passeggeri’ – e sono fuggito con la mia famiglia. Ho preso tutti i miei risparmi in banca e li ho investiti per compiere una traversata in sicurezza per me, mia moglie e i nostri figli”. E viaggiare comodi: “l’imbarcazione – hanno ricostruito i testimoni – era dotata di dispensa e acqua, il cibo era preconfezionato e abbondante”. I tre presunti scafisti sono stati condotti in carcere, i ‘passeggeri’ dello yacht nel centro di accoglienza di Pozzallo.

“Non è stato ancora possibile accertare il numero dei morti” nel naufragio in Libia, perché i superstiti riferiscono di cifre comprese tra i 400 e 950 passeggeri, ma “secondo alcuni sopravvissuti sentiti su nave Gregoretti e un report del mercantile portoghese si stima che a bordo del barcone ci fossero circa 850 migranti”.

Sono un tunisino di 27 anni, Mohammed Alì Malek, ritenuto il comandante, e un siriano di 25 anni, Mahmud Bikhit, indicato come componente dell’equipaggio i due ‘scafisti’ della naufragio avvenuto al largo della Libia. Il loro fermo, disposto dalla Procura di Catania, è stato eseguito da personale della guardia costiera, dello Sco della polizia di Stato di Roma e dalla squadra mobile della Questura di Catania.

“Un milione di persone in partenza? E’ una cifra approssimativa che deriva da alcuni calcoli effettuati dagli stessi trafficanti di uomini che abbiamo intercettato”. Lo ha detto il procuratore di Palermo Francesco Lo Voi a “24 Mattino” su Radio24. “Di sicuro il flusso appare difficilmente contenibile – ha aggiunto Lo Voi -, non si tratta più di barconi con 20-30 persone a bordo, come prima. Ora usano vascelli più grossi, pericolosi e instabili, in cui si caricano 700-900 persone. C’è una forte richiesta ed evidentemente c’è un’offerta che sta affinando le proprie capacità”. Lo Voi ha parlato dell’inchiesta che ha portato a sgominare una banda di trafficanti che operavano con l’Italia, alcuni con permesso di soggiorno temporaneo: “Ogni migrante in media frutta a queste persone 5mila euro, considerando l’intero percorso dai Paesi di origine. I viaggi avvengono in diverse tratte, prima da casa fino alle coste africane, quindi c’è il viaggio per mare, quindi il trasporto dal sud al nord Italia, da ultimo verso i Paesi di destinazione, quasi tutti nord europei. Ciascuna di queste tratte prevede un pagamento in contanti, anticipato. Il denaro viene fornito spesso da familiari o amici o gruppi della stessa etnia che si sono già insediati in Europa”. Lo Voi ha detto di “non potere entrare in scelte politiche” ma ha aggiunto: “Registro però le parole del Papa e del presidente Mattarella che hanno evocato ‘un deciso intervento’. Ecco, ci vuole un deciso intervento, il che significa cambiare qualcosa rispetto alle politiche finora adottate”. Lo Voi ha parlato anche dell’altra inchiesta in corso a Palermo, con alcuni migranti musulmani accusati di avere ucciso durante la traversata altri migranti in quanto cristiani: “Le testimonianze dei superstiti sono state tutte molto concordanti sul punto – ha detto – I superstiti che hanno denunciato l’accaduto appena sbarcati hanno identificato gli autori di questi omicidi e dicono che la motivazione è religiosa. Il gip ha ritenuto attendibile questo racconto, ora si procederà all’incidente probatorio”.

Si pensa ad “un’operazione militare” per colpire i trafficanti di esseri umani nel Mediterraneo, così Natasha Bertaud, uno dei portavoce della Commissione Ue.

Con oltre 1.750 decessi dall’inizio dell’anno, il bilancio di migranti morti mentre cercavano di attraversare il Mediterraneo risulta oltre 30 volte superiore a quello registrato per lo stesso periodo l’anno scorso (56 decessi al 21 aprile). Lo ha detto oggi a Ginevra il portavoce dell’Organizzazione internazionale migrazioni (Oim).

Il presidente della Repubblica di Malta, Marie Louise Coleiro, ha reso omaggio oggi alle salme degli immigrati morti nel naufragio di domenica mentre nella sala mortuaria dell’ospedale de La Valletta continuano ad arrivare mazzi di fiori, con dediche e preghiere. Intanto è stato annunciato che le vittime avranno un funerale solenne che sarà officiato, congiuntamente, dall’Arcivescovo di Malta Mons. Charles J. Scicluna e l’ Imam della comunità musulmana Al Saadi.

Il Gip di Catania, Rosa Alba Recupido, ha fissato per venerdì prossimo l’incidente probatorio per interrogare cinque testimoni che accusano Mohammed Alì Malek e Mahmud Bikhit di essere gli scafisti del barcone. La richiesta è stata avanzata dal procuratore Giovanni Salvi e dal sostituto Rocco Liguori che nelle prossime ore interrogheranno i due indagati. Dall’ufficio giudiziario si sottolinea che “non sono emersi fatti” che siano “utili a determinare in maniera più precisa il numero dei morti”. E per “identificare le vittime del naufragio i congiunti o i conoscenti” di migranti che erano sul barcone la Procura ha attivato un’apposita casella di posta elettronica: naufragio.wreck.procura.catania@giustizia.it. Non sarà data risposta a messaggi che non abbiano questa provenienza e questo scopo, si sottolinea dall’ufficio giudiziario.

Il barcone, secondo la Procura di Catania, è partito la sera del 16 aprile scorso da un porto vicino Tripoli. I migranti sono stati tenuti chiusi in una fattoria, per circa un mese. Uno di loro è stato colpito con un bastone perché si era allontanato senza permesso per necessità fisiologiche. Il costo del trasporto è stato di 500-1000 dinari libici per persona.

 


Partecipa al dibattito: commenta questo articolo

Segui LiveSicilia sui social


Ricevi le nostre ultime notizie da Google News: clicca su SEGUICI, poi nella nuova schermata clicca sul pulsante con la stella!
SEGUICI