Stupro di Catania, la legale del fidanzato: “È al fianco della 13enne”

Stupro di Catania, la legale del fidanzato: “È al fianco della 13enne”

Parla l'avvocato del 17enne
L'INTERVENTO
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2 min di lettura

CATANIA – “Il mio assistito non smette di accompagnare passo dopo passo la sua fidanzatina. Gli inquirenti sono stati davvero puntuali a identificare i presunti colpevoli del riprovevole atto. Certo è che con misure supplementari di prevenzione si sarebbe potuto evitare quanto accaduto”. L’avvocato Eleonora Baratta assiste il ragazzino aggredito con la sua fidanzata dal branco, il 30 gennaio scorso alla Villa Bellini.

Il post

La 13enne è stata violentata. Lui è stato colpito e trattenuto a forza. I bruti, tutti di nazionalità egiziana, sono stati scoperti e arrestati quasi subito dai carabinieri. La legale afferma di non volere rilasciare dichiarazioni, anche perché a breve si svolgerà l’incidente probatorio con cui saranno acquisite quelle delle vittime. Intanto ha affidato un suo breve commento ai social.

Si complimenta con gli investigatori, definendoli “davvero puntuali”, per la loro capacità di risolvere con un’indagine-lampo il caso, individuando i presunti responsabili. Però sottolinea: “Certo, questo non lenisce il disagio psico-fisico in cui versano il mio assistito e la sua fidanzatina, ma quantomeno non lo aggrava”.

“Profondamente colpita, come tutti”

Il post contiene poi riflessioni personalissime, legate alla sua percezione di questo fatto enorme, che ha provocato orrore e scosso profondamente la comunità catanese, in clima di festa dedicata alla patrona, martire, Sant’Agata. “Quando è circolata la notizia – scrive ancora l’avvocato – ne sono stata colpita, come tutti, e nel profondo, non sapendo che lo sarei stata maggiormente perché coinvolta in quanto difensore di uno dei protagonisti passivi della triste vicenda che ha suscitato così tanto allarme nella mia città”.

La prevenzione

Infine la legale ha risposto a un commento sui social, con cui si auspicava un’evoluzione legislativa per far fronte alle dinamiche di un “tessuto sociale in perenne evoluzione”. “Le continue modifiche alla legge penale, con inasprimento delle sanzioni o sempre nuove configurazioni, non sono la risposta – ha sottolineato – forse è giunto il momento di prevenire in modo differente o adottare rimedi diversi da quelli proposti da un legislatore spesso ignorante… e di più in materia criminale, dato che si limita ad invocare pene severe invece che attuare contromisure concrete”.


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