Considerata tra le più capaci e potenti burocrati della Regione, è stata al centro di diverse polemiche e qualche indagine: da quella sull'uso "disinvolto" della vettura di servizio a quella sugli extrabudget agli enti. Clamorosa la lite con Nelli Scilabra.

La sezione misure di prevenzione del Tribunale di Palermo boccia la proposta della Procura. Per Franco Diesi non scatta il provvedimento che avrebbe messo a rischio il patrimonio dell'imprenditore originario di Corleone.

L'azienda sanitaria di via Cusmano avrebbe pagato una serie di imprese per lavori mai eseguiti di derattizzazione, disinfestazione, pulizia, manutenzioni e facchinaggio. Complessivamente si parla di oltre 500 mila euro. Aperta un'inchiesta della Procura. All'interno i nomi dei coinvolti.

Secondo i magistrati contabili il danno dal 2003 ad oggi sarebbe quantificabile tra i 400 ed i 600 mila euro anche se la prescrizione dimezzerebbe il periodo.

Pochi minuti dopo che i killer colpivano alla testa Franco Mazzè, un uomo esplodeva una raffica di colpi contro la casa del nipote della vittima. Quell'uomo sarebbe Fabio Chianchiano fermato dalla polizia. Tutti i retroscena dell'indagine e il film dell'agguato.

L'accusa più pensante per 17 attivisti del centro sociale Anomalia/Ex carcere è associazione a delinquere.

Le tracce di Dna trovate sulla pistola utilizzata per uccidere il boss non bastano a fare scattare la misura cautelare. Una telefonata "salva" gli indagati, ma ci sono tanti punti oscuri che tengono in piedi l'inchiesta.

Siamo arrivati al punto che l'Antimafia indaga sull'antimafia, come annunciato da Rosy Bindi. Un percorso che si annuncia di complicatissima riuscita. Perché non c’è verità, in Sicilia, che non abbia la sua controverità (nella foto d'archivio un particolare della strage di via D'Amelio).  Il direttore di LiveSicilia oggi sul 'Foglio'.

Rosy Bindi, presidente della Commissione Antimafia, a Caltanissetta, annuncia: "un'indagine sul movimento antimafia, con grande serenità e con intenti non polizieschi, ma politici".

Il legale di fiducia Enzo Musco ha sempre respinto ogni accusa sottolineando che Ciancio sarebbe stato, in passato, “vittima” della mafia.

Due piste seguite dalla Polizia, una porta ai piani alti della burocrazia regionale.

Dieci avvisi di garanzia. L'accusa sostiene che è stata distribuita acqua non potabile prelevata dall'invaso Alaco, tra le province di Vibo Valentia e Catanzaro.

ACCUSA E DIFESA, TUTTI I PARTICOLARI