TAORMINA (ME) – “L’utilizzo del teatro non può essere mero affare per gli impresari che invito ad astenersi dal dare pubbliche lezioni di economia turistica al sottoscritto essendo in evidente conflitto di interesse su un tema che non brilla di trasparenza ed imparzialità nell’azione della pubblica amministrazione. Ho chiesto l’immediata convocazione di un tavolo tecnico con l’assessore regionale ai Beni culturali Francesco Paolo Scarpinato al fine di affrontare in maniera risolutiva la questione”.
Lo dice il sindaco di Taormina, Cateno De Luca, il quale fa sapere che la riunione di oggi della commissione interdipartimentale è saltata a fronte della sua richiesta. “Neanche il tempo di chiudere i lavori che ho ricevuto la chiamata dell’assessore regionale Scarpinato che ha condiviso i miei dubbi e le mie preoccupazioni – aggiunge De Luca – Ci vedremo domenica mattina a Palermo per individuare il percorso da intraprendere per liberare Taormina dal monopolio della gestione del Teatro antico e restituirle il ruolo di protagonista che merita”.
“Avevo chiesto – spiega il sindaco – la convocazione di una apposita riunione per esprimere il mio disappunto circa l’attuale gestione del teatro antico che non tiene conto delle esigenze della città. Taormina piaccia o no oggi ha difficoltà oggettive nell’ospitare e gestire grandi eventi per i quali non si possono garantire i servizi essenziali legati alla tutela del bene storico, il decoro e la sicurezza per i cittadini e la città di Taormina. Per tutta risposta invece oggi all’ordine del giorno la commissione aveva semplicemente l’aggiornamento del calendario degli eventi 2023 e addirittura l’inserimento di nuove date. Ovviamente mi sono opposto e ho impedito la trattazione dei punti posti all’ordine del giorno”.
“Non è pensabile sovraccaricare Taormina e il teatro in un periodo, quello di alta stagione, in cui la città è già sold out indipendentemente dai grandi eventi. Inoltre, ho dimostrato che ogni grande evento genera un danno erariale alle casse della regione siciliana perché gli incassi per ogni serata che non superano i 10 mila euro, tre mila euro di canone fisso e il 2,5% sullo sbigliettamento, non coprono i mancati introiti della chiusura anticipata alle ore 17 in coincidenza dei grandi eventi e non coprono i costi delle modifiche del palinsesto che ogni grande evento richiede. Cosa resta a Taormina a margine di ogni concerto? Nelle casse del comune non entra un solo euro, in compenso però dobbiamo fare uno sforzo incredibile per garantire tutti i servizi atti ad assicurare l’ottima riuscita dell’evento. E allora basta”.