Tar Lazio boccia il regolamento |Avvocatura 2.0: “Si torni al voto” - Live Sicilia

Tar Lazio boccia il regolamento |Avvocatura 2.0: “Si torni al voto”

I legali attendono la decisione del Consiglio Nazionale Forense sul ricorso presentato, ma sono certi che il parere del Tar Lazio sul regolamento verrà preso in considerazione.

elezioni del consiglio forense
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CATANIA – Elezioni forensi: arriva il parere del Tar del Lazio sul regolamento elettorale. Si potrebbe tornare nuovamente alle urne ed eleggere un nuovo Consiglio dell’Ordine degli Avvocati etnei, lo dicono i legali della lista “Avvocatura 2.0” che nel mese di aprile avevano presentato ricorso al Consiglio Nazionale Forense. Per inquadrare bene la vicenda, bisogna fare un passo indietro. Nel mese di febbraio, le elezioni avevano decretato la vittoria elettorale della lista “Magnano di San Lio”. Un risultato bulgaro (venticinque i legali eletti, tutti appartenenti alla medesima lista) che sarebbe stato favorito da un meccanismo di voto che non porta all’elezione dei candidati con più preferenze, ma agevola l’effetto trascinamento delle liste. Una questione strettamente connessa al regolamento.

Alla fine erano stati eletti tutti i componenti di una sola lista. Otto dei nove candidati della lista “Avvocatura 2.0” (Maurizio Benincasa, Giuseppe Fallica, Giuseppe Fiumanò, Giuseppe Furnari, Livia Lucia Gugliotta, Giovanni Maria Lotà, Raffaele Panebianco e Massimiliano Ravanelli) avevano quindi presentato ricorso per chiedere l’annullamento del risultato perché “avevano prefigurato che il regolamento sarebbe stato considerato illegittimo”. “Esisteva già una pronuncia del Consiglio di Stato al momento delle elezioni, che aveva affermato che la norma contenuta nell’articolo 28 comma 3 L. 247/2012, con riferimento alle preferenze da esprimere, rendeva illegittima la lista Magnano di San Lio, composta da venticinque persone, e che ciò ledeva il diritto delle minoranze ad essere rappresentate”, spiega l’avvocato Maurizio Benincasa.

Il Consiglio di Stato pronunciandosi sull’articolo in questione “aveva ritenuto che questa disposizione andasse interpretata nel senso che ogni elettore poteva esprimere non più di due terzi dei consiglieri da eleggere e aveva rimesso al Tar la questione del merito”. Insomma, regolamento elettorale e norma primaria erano in contrasto. “Il Consiglio di Stato è l’organo di vertice della giustizia amministrativa: è evidente che il Tar non poteva pronunciarsi diversamente dall’organo superiore”, argomenta il legale. E così a metà giugno il Tar del Lazio, chiamato in causa da diverse associazioni e singoli legali, con “due sentenze gemelle” considera illegittimo il regolamento, nello specifico gli articoli “7 comma 1 e l’articolo 9”. “Le disposizioni del regolamento, insomma, che consentivano di presentare delle liste totalitarie”, continua il legale.

Una decisione che apre nuovi scenari anche nella città etnea. A questo punto la palla passa al Consiglio Nazionale Forense. “Auspichiamo che il Consiglio fissi al più presto l’udienza prevista a seguito del nostro ricorso”, dice Benincasa sicuro che non si possa non tener conto del parere del Tar. Il legale ha la certezza “che il Consiglio non potrà non dichiarare illegittime le consultazioni catanesi, indire nuove elezioni dopo avere nominato un commissario straordinario che ci traghetti verso le urne”. “Tenuto conto del danno economico e d’immagine per l’Ordine generato da questa vicenda, auspichiamo che si arrivi al più presto a nuove elezioni”.


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