CATANIA – E’ fuori dalle strade di San Cristoforo da un po’ di anni, però conosce molto bene chi comanda in quel dedalo di vie. Ma soprattutto Salvatore Nicolosi conosce chi spaccia la droga nelle “piazze” più fruttuose dei Santapaola. In questi primi mesi del 2015 ha iniziato a raccontare tutto agli inquirenti. Anche lui come Davide Seminara e Fabrizio Nizza ha deciso di diventare un collaboratore di giustizia.
Il suo nome è finito nell’ordinanza fiume di Stella Polare, la maxi inchiesta che nel 2012 è riuscita a far sgominare un traffico di droga milionario. I Carabinieri furono in grado di disarcionare il sistema creato da Saro “u Russu” Lombardo e i Nizza che avevano approfittato della decapitazione dei vertici dei Carateddi per conquistare le piazze di spaccio del killer Sebastiano Lo Giudice. Un giro d’affari che arrivava ai 30 mila euro al giorno: i numeri che emersero dall’inchiesta erano a sei zeri. Ogni mese si spacciava droga nel quadrilatero attorno a via Stella Polare per un valore di un milione di euro.
Salvatore Nicolosi a San Cristoforo tutti lo conoscono come “gnoccolo”. Spacciatore per la maggior parte della sua carriera criminale. Per un periodo è stato anche il gestore di una delle piazze di spaccio dei Santapaola, famiglia a cui i Nizza si erano affiliati nel 2007. E’ cognato di Giovanni Nizza, uno dei fratelli della famiglia monopolista del traffico di droga, soprattutto marijuana e hashish. Il suo legame di parentela gli ha permesso di avere contatti con i capi della famiglia, di conoscere nomi, nascondigli, strategie e piani criminali.
Le sue conoscenza adesso sono a disposizione della magistratura e degli inquirenti. Le sue dichiarazioni, inoltre, hanno accresciuto l’apparato accusatorio di importanti processi di primo e secondo grado contro il clan Santapaola Ercolano.
Nella mappa della mafia fotografata dal pentito Fabrizio Nizza il ruolo di Salvatore Nicolosi è ben definito: è uno dei componenti del gruppo di San Cristoforo. “E’ un gruppo unito a quello di Librino – dichiara Fabrizio Nizza agli inquirenti – i componenti dei due gruppi potevano essere utilizzati sia dai vertici di Librino che da quelli di San Cristoforo oltre che da Orazio Magrì e Benedetto Cocimano che comandavano alla Civita”.
Nel 2010 i capi – secondo i racconti dell’ex uomo d’onore – erano lo stesso Fabrizio Nizza, Daniele Nizza, Magrì e Cocimano. Questi dunque i boss che davano ordini precisi a Salvatore Nicolosi.
Fabrizio Nizza fa tutti i nomi del gruppo di San Cristoforo. A capo della piramide c’era Daniele Nizza, poi altri due fratelli Giovanni e Salvatore, con loro operavano Giuseppe “Ricciolino” Privitera, Giuseppe Boncaldo, Raimondo detto “Malu Pilu”, Salvatore Scavone, genero di Saro U Russu Lombardo, e Francesco “Niki Niki” Belviso. E il pentito assicura: “Salvatore Nicolosi era uno di loro”.
Gnoccolo potrebbe, dunque, fornire input utili agli inquirenti per aprire la porta del carcere per molti spacciatori e trafficanti. Gli investigatori non abbassano la guardia: soprattutto in un momento di tensione come questo. I Nizza e i sodali si muovono guardinghi. Da mesi i carabinieri stanno “bonificando” un’intera città: armi, droga, contanti. Le perdite economiche sono state enormi per il clan. C’è la necessità di nascondersi e proteggere la latitanza del capo Andrea Nizza. Ma se un gruppo si indebolisce c’è chi potrebbe approfittarne per conquistare potere criminale e spazio per gli affari illeciti.