Trapani, arrestati tre uomini per gli incendi della scorsa estate - Video

Trapani, arrestati tre uomini per gli incendi della scorsa estate – Video

Tre episodi sono contestati agli indagati

TRAPANI – “L’impunità è finita”. Esordisce così il Procuratore della Repubblica di Trapani, Gabriele Paci, in apertura della conferenza stampa tenutasi stamane presso il Comando provinciale dei Carabinieri. Oggetto dell’incontro con i giornalisti tre arresti operati nei confronti di presunti responsabili di tre tra i più gravi incendi che la scorsa estate hanno riguardato il territorio trapanese, Alcamo, Custonaci e la riserva naturale delle Saline.

Le indagini sugli incendi

Tre episodi quanto tre moventi distinti vengono contestati agli indagati. A essere stati raggiunti dalle misure cautelari sono stati: un 56enne di Alcamo, operaio stagionale antincendio del Corpo Regionale Forestale, che il 27 agosto alle ore 07.00 circa in C.da Costa di Alcamo cagionava un incendio, sviluppatosi per sette ore, su un’area di circa 12 ettari. Le fiamme distruggevano la macchia mediterranea, automezzi, un paio di immobili, sfiorando un istituto scolastico, arrivando quasi a raggiungere un deposito carburanti. Nei confronti dell’uomo, ancorché incensurato, il GIP del Tribunale di Trapani ha disposto l’applicazione della misura cautelare degli arresti domiciliari con braccialetto.

Gli altri arrestati

Ci sono anche un 49enne di Custonaci (gravato da numerosi pregiudizi di polizia, alcuni dei quali per analoghi e pregressi episodi di incendi) che il 20 settembre alle ore 15.30 circa, appiccava un incendio alla vegetazione in quel comune (tra via Dante Alighieri e Piazza Campicello). Nei confronti dell’uomo, incensurato, il GIP del Tribunale di Trapani ha disposto l’applicazione della misura cautelare in carcere.

Un 51enne di Paceco, pastore, gravato da pregiudizi di polizia che, il 13 ottobre alle ore 16.00 circa, appiccava il fuoco in due punti della riserva naturale orientata “saline di Trapani e Paceco” cagionando un incendio su un’estensione di terreno di circa 1 ettaro, distruggendone la macchia mediterranea e la vegetazione. Le fiamme venivano domate dopo circa un’ora grazie all’intervento dei Vigili del Fuoco di Trapani.

L’indagine avviata dai militari della Compagnia Carabinieri di Trapani consentiva di giungere in poco tempo alla compiuta identificazione dell’uomo che, dalle testimonianze raccolte e dalle immagini del sistema di videosorveglianza della riserva veniva immortalato dalle telecamere mentre si allontanava dal terreno interessato dalle fiamme a bordo di un motociclo (una vespa PK 50 di colore blu).
Nei confronti dell’uomo il GIP del Tribunale di Trapani ha disposto l’applicazione della misura degli arresti domiciliari con braccialetto elettronico e divieto di comunicare con soggetti diversi dai conviventi.

Le dichiarazioni del comandante Bottino

A raccontare alla stampa lo sviluppo delle singole indagini è stato il comandante provinciale col. Fabio Bottino, il quale ha messo in evidenza come le investigazioni dei Carabinieri sono scattate già mentre le fiamme erano ancora accese e questo per evitare che le prove, in particolare quelle relative agli inneschi usati potessero andare distrutte. “Nelle giornate di scirocco – ha detto il col. Bottino – tutti i comandi dell’Arma hanno sempre tenuto alta l’allerta, posso dire che in caserma non è rimasto un solo carabiniere proprio per presidiare il territorio e le zone a rischio. Fondamentale la collaborazione sinergica con i Carabinieri Forestali dotati anche di strumentazione tecnica efficace per individuare nei casi di incendi i possibili punti di innesco a secondo della velocità e direzione del vento, così quindi da rendere possibile la ricerca delle prove nei punti giusti”.

Utili sono state anche le immagini che gli investigatori dell’Arma hanno potuto ricavare da video camere di sorveglianza anche di proprietà privata, nel caso poi dell’incendio appiccato nella zona della riserva naturale delle saline , c’è stata la segnalazione alla sala operativa di un passante che si è accorto dell’accendersi delle fiamme.

Incendi, interviene il sostituto procuratore

“Tutti gli incendi – ha detto il sostituto procuratore Antonella Trainito – sono stati appiccati in giornate di forte scirocco, e per tutti i roghi abbiamo avuto da una parte il grande impegno investigativo che si è unito a quello di chi come Forestali e Vigili del Fuoco hanno dovuto far fronte allo spegnimento del fuoco, e dall’altra parte la sciatteria dei cittadini proprietari delle aree inadempienti rispetto alle ordinanze dei rispettivi sindaci per pulire dalle sterpaglie i terreni di loro proprietà. Gli incendi sono stati appiccati in zone aventi queste caratteristiche e limitrofe ad aree di grande rilevanza naturale come nel caso di Alcamo”. Sul movente degli incendi, “ognuno – ha detto il procuratore Paci – ha una sua motivazione criminale”.

Il Procuratore Gabriele Paci ha però messo in evidenza l’assenza dei controlli da parte degli enti locali, “non basta firmare le ordinanze per obbligare i privati a tenere puliti i propri terreni, se poi non si controlla è come se non si sia fatto nulla, oppure ancora peggio pensare che tanto poi in caso di incendio se ne occupa la magistratura”. Non è quindi escluso che l’indagine possa toccare anche le responsabilità dei privati quanto dei Comuni”.

Il pool di magistrati

In Procura a Trapani è stato istituito da tempo un pool di magistrati che si occupano delle indagini sugli incendi: “Non possiamo consentire – ha proseguito il procuratore – che ogni anno si sviluppano incendi così pericolosi per la tutela ambientale e trovarci dinanzi incendi che quasi ogni estate riguardano le stesse zone, stesse aree boscate che vanno a fuoco, questo è segnale di una totale assenza di controllo da parte degli enti locali”. E a essere chiamata in causa è la stessa Regione Siciliana.
Tra gli investigatori c’è stato per esempio chi ha ricordato che da tempo si parla di dotare le squadre forestali di droni, “da usare nelle giornate di scirocco così da vigilare dall’alto le zone a rischio incendi. Ci sono droni che possono volare anche in presenza di forte vento, ma a parte parlarne non si è mai fatto altro”.

“Evitiamo – ha concluso il procuratore Paci – di lasciare il futuro della nostra terra alle mani criminali, un qualsiasi sconsiderato, aiutato dal vento di scirocco, ancora oggi, per colpa dell’assenza di un sinergico sistema di controlli, e mi riferisco all’ente locale in particolare, possa creare danno al patrimonio, attuando quello che la mafia pensava di voler fare anni addietro, quando addirittura pensava di distruggere col fuoco parte del patrimonio archeologico”.


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