Trattativa Stato-mafia |Governo parte civile - Live Sicilia

Trattativa Stato-mafia |Governo parte civile

Palazzo Chigi "ha deliberato la costituzione di parte civile del Governo all’udienza preliminare del procedimento penale dinanzi al Tribunale di Palermo a carico di Leoluca Bagarella e degli altri 11 imputati".

La decisione in Consiglio dei ministri
di
2 min di lettura

ROMA – Il Governo nazionale si costituirà parte civile al processo sulla trattativa Stato mafia. Lo ha reso noto Palazzo Chigi al termine della riunione del Consiglio dei ministri.

Lunedì 29 ottobre inizierà il dibattimento davanti al giudice di Palermo Piergiorgio Morosini che dovrà decidere se mandare sotto processo i dodici imputati dell’inchiesta. Sono cinque boss: Leoluca Bagarella, Totò Riina, Bernardo Provenzano, Antonino Cinà e il pentito Giovanni Brusca. Tre politici: Calogero Mannino, Marcello Dell’Utri e l’ex ministro dell’Interno Nicola Mancino. Tre carabinieri: i generali Mario Mori e Antonio Subranni e l’ex colonnello Giuseppe De Donno. Infine sotto inchiesta c’è pure Massimo Ciancimino, che risponde, oltre che della trattativa, di concorso in associazione mafiosa e calunnia aggravata.

Per tutti l’accusa è di attentato a corpo politico dello Stato, tranne che per Mancino, accusato di avere reso false testimonianza al pubblico ministero. Secondo la Procura di Palermo – i magistrati dell’Inchiesta sono Antonio Ingroia, Nino Di Matteo, Lia Sava e Francesco Del Bene – pezzi delle istituzioni trattarono con Cosa nostra per frenare la stagione delle stragi che provocarono la morte di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, degli uomini della scorta e di tanti altri innocenti a Milano e Firenze. Chi partecipò alla trattativa avrebbe agito “in concorso con l’allora capo della polizia Vincenzo Parisi e il vice direttore del Dap Francesco Di Maggio, deceduti”. Sono loro che avrebbero ceduto alla mafia, revocando centinaia di 41 bis.

Nei giorni scorsi l’ex ministro Mancino, attraverso i suoi legali, ha chiesto al gup Morosini di trasmettere gli atti al Tribunale dei ministri. Il giudice palermitano non sarebbe competente visto che Mancino nel periodo delle stragi era ministro dell’Interno.

Ora De Donno, invece, ha presentato istanza di ricusazione del giudice per l’udienza preliminare. Secondo il legale dell’ex ufficiale dei carabinieri Morosini sarebbe incompatibile in quanto avrebbe espresso “valutazioni anticipatorie rispetto al processo” in un libro: “Attentato alla giustizia”, pubblicato l’anno scorso.

 “Non ravviso motivi di incompatibilità, pertanto non mi astengo – spiega Morosini – affiderò la decisione sulla questione alla Corte d’appello come prevede il codice di procedura penale”. Corte d’appello di Palermo che dovrà pronunciarsi in breve tempo.


Partecipa al dibattito: commenta questo articolo

Segui LiveSicilia sui social


Ricevi le nostre ultime notizie da Google News: clicca su SEGUICI, poi nella nuova schermata clicca sul pulsante con la stella!
SEGUICI