Tre anni dopo il delitto Salamone| "Valentina non va dimenticata" - Live Sicilia

Tre anni dopo il delitto Salamone| “Valentina non va dimenticata”

Il ricordo di Antonino Salamone nel giorno del terzo anniversario dell'uccisione della figlia, trovata morta in una villetta di Adrano. L'avvocato della famiglia Pastore: "Ora si deve trovare il secondo responsabile". Il difensore di Mancuso, arrestato per l'omicidio di Valentina, ha presentato richiesta al Gip per i domiciliari.

Il terzo anniversario dalla tragedia
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CATANIA – Tre anni: il 24 luglio 2010 il corpo di Valentina Salamone era ritrovato senza vita in una villetta di Adrano. Una storia raccapricciante che ha tenuto con il fiato sospeso milioni di italiani, che hanno seguito questa vicenda sin dalla riapertura dell’inchiesta da parte della Procura generale di Catania. Per gli inquirenti la prima ipotesi fu quella del suicidio, ma nuovi elementi investigativi e le denunce senza sosta della famiglia sovvertirono i pilastri del caso che diventò un fascicolo per omicidio.

Le mani di Valentina strette alla corda sono impresse nella retina: e guardando le foto che l’avvocato della famiglia Salamone, Dario Pastore ha mostrato il giorno dell’arresto di Nicola Mancuso, colui che secondo la procura generale è una delle mani assassine della giovane 19enne biancavillese, ancora ci si chiede come mai tutto fu derubricato nella parola suicidio. Un interrogativo che cerca di trovare risposta nella lunga ordinanza di custodia cautelare in carcere che il Gip Francesca Cercone firma per l’arresto di Mancuso. Pagine che ripercorrono quella  maledetta notte tra alcol e cocaina, nell’ombra di giochi “pericolosi” e di relazioni extraconiugali. L’avvocato Pastore  ha le idee molto chiare: “Se le indagini fossero iniziate immediatamente, oggi forse avremmo i colpevoli già condannati. Dando il giusto merito alla Procura Generale per quanto hanno fatto – commenta a LiveSiciliaCatania – ora la nostra speranza è che venga arrestato il correo dell’indagato. Io sono convinto che nelle carte dell’ordinanza sia scritto già il nome del complice che ha ucciso Valentina, ora serve solo trovare gli elementi di prova”.

Biancavilla oggi si è stretta intorno al dolore della famiglia Salamone con una sobria cerimonia al cimitero, ma i genitori di Valentina ora vogliono giustizia attraverso un processo che però tarda ad avviarsi. “Intanto voglio ringraziare il sindaco Pippo Glorioso per quanto è stato fatto – afferma a LiveSiciliaCatania,  il padre di Valentina Antonino Salamone – per me e la mia famiglia quella di oggi rappresenta la giornata del ricordo, per quanto sia un ricordo doloroso mia figlia non deve essere dimenticata. La speranza, poi, e che presto sia fatta giustizia”.

Il 29 luglio davanti al Gip Cercone si terrà un’udienza per l’incidente probatorio  per fare il punto sull’esame delle tracce biologiche della scarpa dell’ex amante della diciannovenne uccisa, ma i due consulenti nominati dal giudice, i professori Vittorio Fineschi e Cristofaro Pomara dell’istituto di medicina legale di Foggia e Adriano Tagliabracci medico legale di Ancona hanno chiesto altri sessanta giorni di proroga, facendo slittare così il deposito della perizia dal 15 luglio al 15 settembre. “Prendiamo atto di ciò – commenta l’avvocato della famiglia Salamone , Dario Pastore – i periti hanno ritenuto necessario avere un altro lasso di tempo per svolgere i test, ma l’incidente probatorio è necessario che si svolga. Ritengo, quindi, che l’udienza  servirà solo a fissare una nuova data e a concedere un’ulteriore proroga alle indagini preliminari”.

Lunedì, però, il difensore di Nicola Mancuso intende dare battaglia. Saputo, infatti, della proroga concessa ai periti ha immediatamente presentato al Gip un’istanza per concedere gli arresti domiciliari all’indagato. “Ritengo doveroso concedere i domiciliari – afferma l’avvocato Rosario Pennisi a LiveSiciliaCatania – visto che siamo davanti ad un quadro indiziario ricco di criticità e non si può lasciare in carcere un uomo altri sessanta giorni in attesa della perizia”. Mancuso, che si è sempre dichiarato innocente come attestato dalla registrazione audio dell’interrogatorio davanti al Gip, è in carcere dal 4 marzo scorso. Sulla sua scarcerazione, rigettata dal Riesame, deciderà la cassazione il prossimo 26 settembre. Ma per il papà di Valentina non ci sono dubbi: “Uno degli assassini di mia figlia è in carcere, ne sono sicuro al 100%”.


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